Brindisi, 15/01/2005

Decesso Giannone: donati gli organi

Roberto Giannone, il giovane falegname di Tuturano dopo essere stato per tre giorni in coma nel reparto di rianimazione dell’Ospedale “A. Perrino” di Brindisi, ha concluso la sua esistenza con un grande gesto di umana solidarietà voluto dai suoi parenti.
In mattinata, nelle sale operatori del “Perrino”, si è proceduto all’espianto dei suoi organi. Sono stati prelevati fegato, reni e cornee.
L’intervento ha avuto inizio alle ore 2 ed è terminato alle 7.45.
Fegato e cornee sono stati trasportati a Bari. I reni sono stati trasferiti a Lecce e troveranno utilizzazione su due brindisini.
Il direttore generale dell’Ausl Bruno Causo tiene a precisare: “il fatto che donatore e soggetti riceventi siano entrambi brindisini, va detto che è pura coincidenza poiché, come è noto, non è dato sapere, anche per motivi di privacy, l’identità dei pazienti trapiantati e la graduatoria delle liste d’attesa tengono conto delle condizioni oggettivamente rilevanti dei soggetti bisognevoli d’organi e soprattutto la loro compatibilità con le caratteristiche del donatore”.
In particolare l’espianto delle due cornee, eseguito dall’equipe medica del reparto di Oculistica del Perrino diretta dal dott. Giuseppe Durante, ha consentito il trasferimento di questi organi da Brindisi a Bari, presso la banca degli occhi situata presso la Clinica di oculistica del Policlinico. Lì sono state catalogate e restano a disposizione di donatori compatibili.
Proprio su questo aspetto della ferita all’occhio va fatta chiarezza. Non vi è assolutamente alcuna correlazione tra il decesso e il motivo del suo ricovero in ospedale, cioè la rimozione di una scheggia di legno in un occhio. E’ da prendere atto, quindi che tale scheggia non ha avuto, pertanto, conseguenze mortali poiché la causa del decesso, come accerteranno le indagini, è di tutt’altra origine. Tante è vero che l’intervento chirurgico in Oculista è stato impegnato ma al tempo stesso estremamente positivo.
E’ stato, per dirla in breve, un intervento pienamente riuscito proprio per l’abilità dei medici del reparto. La vera ricostruzione dei fatti, pertanto, è questa. Certamente Giannone è stato sottostato sottoposto ad intervento chirurgico oculistico perché presentava un grosso corpo estraneo (scheggia di legno rettangolare di circa 4 centimetri di lunghezza ed 1,5 centimetri di spessore) in un occhio, più precisamente nell’orbita destra tra la parete laterale ed il bulbo oculare.
E’ opportuno che si sappia che il giovane era stato ricoverato già privo di conoscenza in unità intensiva di rianimazione ed intubato. Ad un primo accertamento TAC era presente un quadro di edema ed imponente emorragia cerebrale post- trauma cranico, aggravata da una malattia del sangue di cui lo stesso era portatore (Piastrinopenia autoimmune).
L’intervento chirurgico oculare ha permesso di estrarre il corpo estraneo dall’orbita, conservando l’integrità anatomica dell’occhio e della sua muscolatura estrinseca.
Successivamente, nella stessa seduta, sono intervenuti i chirurghi plastici per la ricostruzione delle vaste ferite presenti in corrispondenza della regione frontale e temporale destra. Il persistere, nelle ore successive, della situazione neurologica non risolvibile chirurgicamente ha determinato un aggravamento delle condizioni del Giannone fino al coma irreversibile.
Venerdì, al momento della valutazione clinica per il prelievo di organi, autorizzato dai parenti, lo stato dell’occhio interessato dal trauma risultava in condizioni tali da consentire il prelievo della cornea. Nelle ore successive si è proceduto al prelievo della cornea di entrambi gli occhi.
I dettagli riferiti alle modalità con cui si è proceduto all’accertamento della morta celebrale e all’espianto sono stati resi noti dal direttore sanitario dell’Ausl, dott. Gianfranco Iannarelli.
“La commissione per l’accertamento della morte, composta da un neurologo esperto in elettroencefalografia, da un rianimatore e da un rappresentante della direzione sanitaria, ha proceduto – afferma Iannarelli - alle tre osservazioni previste dalla legge: nell’arco di sei ore vengono ripetuti una serie di accertamenti allo scopo di confermare la diagnosi di morte cerebrale. Contemporaneamente, si è attivato il coordinamento locale per i trapianti. Il coordinatore locale ha contattato il centro regionale di riferimento per i trapianti al quale sono stati inviate tutta una serie di informazioni riguardanti la persona deceduta allo scopo di trovare le compatibilità con i possibili riceventi. Dopo questa fase il centro di riferimento ha identificato le sedi nelle quali erano possibili i trapianti, cioè Bari e Lecce, avendone identificato i potenziali soggetti riceventi.”

COMUNICATO STAMPA AUSL BRINDISI