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Brindisi, Forum: "inquinamento a Brindisi: dai convegni ai fatti"



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Brindisi, 08/02/2005

Forum: "inquinamento a Brindisi: dai convegni ai fatti"

L’inquinamento dei suoli e delle acque nell’area industriale di Brindisi rappresenta il risultato di una industrializzazione senza regole condotta per decenni sul nostro territorio. La necessaria attività di bonifica ha incontrato diverse difficoltà.
Intanto l’esiguità delle risorse destinatele rispetto ad altre realtà industriali come quella di Venezia-Porto Marghera; quindi l’attività di lobbing svolta per ridurre il più possibile l’area inizialmente perimetrata su proposta del Comune in quanto ritenuta suscettibile di bonifica. Si deve inoltre rilevare che l’attività di caratterizzazione, cioè l’analisi degli inquinanti nei diversi strati del sottosuolo e nelle falde acquifere, è stata condotta senza che fossero resi noti alle popolazioni i risultati delle analisi più volte da noi richieste .
In un recente convegno promosso dal Rotary ed intitolato “Il Caso Brindisi” sono state illustrate tesi tendenti sostanzialmente a minimizzare l’entità dell’inquinamento rilevato e non si è neppure sfiorato il problema fondamentale, quello cioè se gli enti preposti sono stati messi o meno nelle condizioni di esercitare un reale controllo sull’inquinamento ambientale, industriale e di altro genere.
Non sappiamo, ad esempio, se il progetto SIMAGE, (Sistema Integrato per il Monitoraggio Ambientale e la Gestione del Rischio Industriale e delle Emergenze) che doveva realizzare un sistema locale per il monitoraggio e la prevenzione dell’inquinamento e dei rischi connessi alle attività industriali e alle movimentazioni di sostanze pericolose, sia stato attivato e quali ne siano i risultati.
Dal resoconto delle attività svolte dall’ARPA di Brindisi nel 2003 si rileva che sono state condotte analisi chimiche su acque, fanghi e suoli ma non sull’inquinamento atmosferico. I controlli sugli scarichi in acqua provenienti dalle attività produttive sono stati 220, circa uno per giornata lavorativa; le analisi su alimenti e bevande di origine animale e vegetale sono stati 1300 e sarebbe interessante sapere quanti dei prelievi (effettuati dal Dipartimento di Prevenzione e sottoposti per l’analisi all’ARPA) sono stati condotti a Brindisi e soprattutto sulle colture e negli allevamenti in prossimità dell’area industriale. I sopralluoghi per l’amianto risultano poi essere stati solo 35 e le misure delle fibre aerodisperse 12 (Del DG ARPA 84/2004).
Per quanto attiene alle emissioni in aria, non sappiamo ancora se nel 2004 siano stati condotti prelievi estemporanei “a bocca di camino” e controlli di routine sui combustibili nonchè più frequenti controlli sulle acque di scarico di origine industriale, sugli alimenti prodotti intorno all’area industriale e sull’aria nei pressi di manufatti contenenti amianto. Vorremmo inoltre vedere accolta la richiesta proveniente dalle popolazioni residenti intorno all’area industriale che siano condotti controlli anche durante i fine settimana quando si avvertono più intensi gli odori provenienti dagli stabilimenti chimici.
In una situazione in cui da parte degli stessi responsabili politici si riconoscono i ritardi nelle attività di controllo pubblico sull’inquinamento, ritardi che peraltro emergono in tutta la loro evidenza dai consuntivi delle attività svolte, desta preoccupazione il tentativo delle istituzioni preposte di tenere fuori dal dibattito pubblico sia i risultati delle caratterizzazioni e sia lo stato di avanzamento delle attività di bonifica nonché i programmi di potenziamento tecnologico ed organico dell’ARPA di Brindisi.
Queste nostre preoccupazioni non hanno nulla di anti-industriale ed è perciò falso e strumentale il tentativo di attribuire ad essa significati assolutamente impropri. Al contrario va sottolineato che la richiesta di una rigorosa applicazione delle leggi riguardanti l’inquinamento con il necessario potenziamento della capacità di vigilanza istituzionale, sia ambientale che sanitaria, dovrebbe trovare concordi anche quei settori industriali che credono nell’innovazione tecnologica, tutelano la salute di lavoratori e cittadini e non risparmiano risorse su manutenzione e sicurezza.
I Convegni sul “Caso Brindisi” e sull’inquinamento del nostro territorio sono certamente utili ma solo se sono centrati sui fatti e se producono orientamenti in grado di risolvere i problemi.

COMUNICATO STAMPA FORUM AMBIENTE SALUTE E SVILUPPO


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