Brindisi, 23/02/2005

A lieto fineil caso della 18enne in fin di vita trasportata da Tirana a Brindisi

Era in fin di vita ma ora torna a casa dopo essere stato sottoposta a numerosi interventi chirurgici.
La storia commovente di una ragazza di 18 anni kosovara è stata illustrata negli uffici della direzione sanitaria dell’Ausl BR1, in via Napoli. C’è stata una conferenza stampa alla quale hanno preso parte il direttore generale Bruno Causo, il direttore sanitario dell’Ausl Gianfranco Iannarelli, il primario del Centro Motulesi di Ceglie Messapica Fabio Colonna ed il direttore sanitario della stessa struttura cegliese Rosaria Desantis. Il tutto, per illustrare il caso, felicemente risolto, di una ragazza kosovara diciottenne, trasportata a Brindisi da Tirana, in Albania, dove si trovava in gita scolastica con i suoi compagni di classe e dove ha subito un incidente stradale, nel corso del quale, purtroppo, hanno perso la vita alcuni suoi coetanei.
Nel corso della conferenza, il dottor Iannarelli ha spiegato che la ragazza – presente anche lei all’incontro – è arrivata nell’ospedale “Perrino” di Brindisi, in elicottero, il 14 ottobre 2004. “E’ stato il Ministro della Difesa albanese – ha affermato Iannarelli – ad allertare la nostra struttura e, grazie all’interessamento del presidente della Regione Puglia Raffaele Fitto, a disporne il trasporto a Brindisi.”
L’incidente in cui la giovane è rimasta gravemente ferita è avvenuto sulla via del ritorno in Kosovo e le aveva causato un versamento ematico, fratture di vario tipo, oltre ad un ematoma cerebrale. Un primo intervento al polmone era già stato effettuato nell’ospedale di Tirana ma, viste le condizioni generali della degente, si è deciso di trasferirla a Brindisi.
Le prime cure, quindi, le sono state assicurate nella nostra struttura. Poi, però, è stato disposto il suo trasferimento nell’ospedale ‘Vito Fazzi’ di Lecce, dove ha subito ben quattro interventi: al polmone, alla testa, all’addome e ad una gamba.
La degenza nel ‘Fazzi’ è durata sino al novembre scorso, quando, cioè, si è deciso di procedere con la riabilitazione. Per questo motivo, la paziente è stata trasferita nel centro Motulesi di Ceglie Messapica, dove l’equipe medica della struttura ne ha consentito il totale recupero. Tanto che oggi stesso la ragazza farà rientro nel suo Paese.
Bruno Causo, direttore generale dell’Ausl, ha evidenziato come questo caso confermi gli ottimi rapporti con le autorità sanitarie dell’Albania e costituisca una conferma della validità delle nostre strutture e delle professionalità del personale medico. “Brindisi è, per il tramite dell’ospedale d’eccellenza del Perrino, un punto di rifermo certo, sul piano della qualità, nella cooperazione internazionale.
Il caso della ragazza kosovara dimostra, inoltre, la concreta e fattiva collaborazione tra le strutture sanitarie pugliesi: Perrino, Fazzi e il ‘Motulesi’. Non solo. Soprattutto, però, siano orgogliosi di dimostrare l’efficacia della cooperazione internazionale esistente, ormai da svariato tempo, in particolare fra la Puglia ed il Paese delle Aquile”.

COMUNICATO STAMPA AUSL BRINDISI