Brindisi, 04/03/2005
Mediterre: seminario su "Gestione delle risorse e agricoltura sostenibile"
L’agricoltura in primo piano a Mediterre. Si è svolto, presso la Sala Scuole Pie, un seminario sul tema della gestione delle risorse e agricoltura sostenibile nel bacino del Mediterraneo attraverso una panoramica sulla rassegna di esperienze dei vari Paesi che si affacciano su questo mare ed in particolare su quelle nazioni a sud del Mediterraneo che presentano numerose problematiche dal punto di vista della povertà alimentare, della perdita della biodiversità e del degrado ambientale.
Nell’introduzione ai lavori congressuali, tenuta dal direttore dell’Istituto Agronomico Mediterraneo di Bari Cosimo Laciriginola, è stata posta l’attenzione proprio ai fattori ambientali (cambiamenti climatici, siccità, alluvioni, desertificazione) e antropici (legati cioè all’intervento dell’uomo: urbanizzazione, deforestazione e cementificazione) che caratterizzano e influenzano negativamente la struttura della produzione agricola di questi Paesi a sud del Mediterraneo. In particolare, è stato sottolineato il divario esistente, e destinato ad aumentare, tra Nord e Sud dell’Europa, sia dal punto di vista della crescita demografica che della disponibilità idrica. Questi due fattori, infatti, rappresentano le problematiche più urgenti e sulle quali si gioca il futuro del Sud del Mediterraneo. Le previsioni per il prossimo futuro sono, infatti, tutt’altro che incoraggianti: mentre la popolazione del Nord Europa è destinata a rimanere stabile, si prevede che quella a Sud del Mediterraneo raddoppierà nei prossimi venticinque anni, passando dagli attuali 250 milioni di abitanti ai circa 400 milioni nel 2030. Una tale crescita demografica porterà necessariamente ad uno sfruttamento delle risorse naturali sempre più alto, andando ad intaccare il già delicato equilibrio di questa eco-regione caratterizzata da una desertificazione imperante.
Ogni anno, infatti, si perdono dai 6 ai 27 milioni di ettari di terreo agricolo fertile. Questo problema è, poi, direttamente proporzionato alla disponibilità idrica dei Paesi della riva sud del Mediterraneo. Un problema, quello idrico, che riguarderà, nel prossimo futuro, non solo l’agricoltura ma anche le risorse di acqua per uso potabile.
Se, poi, si considera che circa il 50% della popolazione di questi Paesi vive prevalentemente in ambito rurale risulta chiaro come sia importantissimo e necessario intervenire attraverso obiettivi che contribuiscano alla riduzione degli indici di povertà, alla promozione dell’ambiente e alla gestione razionale delle risorse naturali, al miglioramento della competitività delle produzioni agricole e della capacità di progettazione e gestione delle istituzioni locali per lo sviluppo di un’agricoltura sostenibile.
Dal confronto tra i relatori è emerso come siano sostanzialmente tre i concetti fondamentali su cui attuare una politica mirata: sviluppo rurale durevole, qualità e piattaforma comune sull’agricoltura biologica.
Temi a cui hanno assicurato il proprio contributo d’idee Parviz Koohafkan, capo della gestione e servizio delle FAO, che ha evidenziato soprattutto gli aspetti della conservazione e la gestione sostenibile dei sistemi agricoli, e Sebastiano Venneri, della segreteria nazionale Legambiente, il quale si è soffermato sui paesaggi dell’olio e il parco agrario degli ulivi secolari. Piero Sardo, presidente della Fondazione Slow Food per la Biodiversità ha trattato il tema su sua competenza, cioè la difesa della biodiversità, con riferimento particolare alle piccole produzioni mentre Francesco Maria Ciancaloni, dell’Area ambiente e territorio della Confederazione Nazionale Coldiretti, ha illustrato l’attività agricola dei parchi, mettendo a confronto i vincoli e le opportunità. Hanno fatto seguito gli interventi programmati di Antonio Barile, presidente regionale CIA (confederazione italiana agricoltura) Puglia, Saverio De Bellis, direttore Federazione regionale agricoltura di Puglia e Nino Paparella, presidente ICEA.
Le conclusioni sono state degli assessori regionali all’agricoltura (Nicola Marmo) e all’Ambiente (Michele Saccomanno).
Quest’ultimo ha indicato gli sforzi compiuti dalla Regione per salvaguardare, imponendo dei vincoli di tutela territoriale, aree di particolare valore naturalistico, si pensi ad esempio al Gargano, e di come queste decisioni, che in primo momento avevano incontrato qualche resistenza mentale da parte degli agricoltori che temevamo ripercussioni economiche sulle proprie aziende, si stiano dimostrando, invece, concrete occasioni di sviluppo e miglioramento su più fronti, anche sul piano finanziario.
L’assessore regionale all’agricoltura Nicola Marmo chiuso i lavori affermando un giudizio positivo sulle esperienze di agricoltura sostenibile esposte dai relatori in merito al bacino del Mediterraneo. La gestione delle risorse e l’agricoltura sostenibile vanno di pari passo e la Regione Puglia, ha detto l’assessore Marmo, ha dimostrato in questi anni di essersi impegnata con convinzione in tale direzione ottenendo, tra l’altro, ottimi risultati.
COMUNICATO UFFICIO STAMPA MEDITERRE
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