Sequestro carbonile: la posizione di Rifondazione Comunista
L’intervento della magistratura e della guardia di Finanza sul “parco carbone” mette in luce ancora una volta come fosse giustificato l’allarme tra la popolazione di Brindisi sulla gestione delle centrali e sul parco stesso. Dimostra la correttezza delle lotte portate avanti in questi anni dai movimenti ambientalisti giustamente allarmati per la salute della popolazione, dei lavoratori e per la tutela dell’ambiente. Dimostra il fondamento della battaglia che il Partito della Rifondazione Comunista ha condotto da anni nella società brindisina e nelle istituzioni.
Adesso bisogna prendere atto di quanto successo e guardare avanti.
Auspichiamo che non si giochi da parte di nessuno la carta del ricatto occupazionale per tentare di bloccare gli accertamenti della magistratura ed imporre soluzioni di retroguardia nocive per i lavoratori e per la città.
Non ci sono motivi di nessun tipo da parte di Enel ed Enipower per minacciare chiusure totali o parziale. Devono anzi farsi immediatamente parte attiva per risolvere le inadempienze e le illegalità venute alla luce, facendosi carico degli investimenti necessari per salvaguardare la salute dei lavoratori e l’integrità dell’ambiente.
L’occupazione va garantita in quanto non sono i lavoratori che devono pagare inadempienze altrui.
Il PRC chiede ancora una volta l’applicazione della convenzione del ’96 col pieno rispetto di quanto previsto in merito alla garanzie occupazionali, così come richiesto anche dalla Provincia di Brindisi.