Brindisi, 05/03/2005
Mediterre 2005: convegno su “Conservazione e sostenibilità nel Mediterraneo"
Nell’ambito della terza edizione di “MEDITERRE”, la fiera dei parchi del Mediterraneo, si è svolto stamani, nella Sala del Convento Santa Chiara di Brindisi, un convegno sul tema “Conservazione e sostenibilità nel Mediterraneo - Le strategie e i programmi dell'IUCN dopo Bangkok”.
All’incontro erano presenti, tra gli altri, l’assessore regionale all’Ambiente Michele Saccomanno, il presidente di Federparchi Matteo Fusilli, la dottoressa Teresa Gagliardi, dirigente delle Aree protette del Ministero dell’Ambiente (nonché moderatrice del convegno), il Consigliere IUCN (Unione Mondiale per la Conservazione della Natura) Area Mediterranea Puri Canals, il Presidente Europarc Michael Starret, il responsabile Aree Protette di Legambiente Fabio Renzi, il responsabile coordinamento aree protette e programma mare WWF Italia Antonio Canu, il senatore Pino Specchia della Commissione Ambiente Senato, l’onorevole Donato Piglionica della Commissione Ambiente Camera dei Deputati e il direttore Centro di Cooperazione per il Mediterraneo IUCN – Malaga Jamie Skinner.
I lavori sono stati aperti dalla dottoressa Gagliardi, che ha definito quello odierno come uno degli eventi più importanti di “Mediterre 2005”, in quanto sono stati trattati i temi discussi nel corso del Terzo Congresso Mondiale della Conservazione svoltosi nel novembre 2004 a Bangkok ed in cui i soci UICN si sono confrontati sul tema “Uomo e natura, un solo mondo”.
Hanno fatto seguito gli interventi del presidente di Federparchi Matteo Fusilli, del consigliere IUCN Puri Canals, del responsabile Aree Protette Legambiente Fabio Renzi e di Jamie Skinner, Direttore Centro di Cooperazione per il Mediterraneo IUCN. Tutti concordi nell’affermare che l’obiettivo del convegno odierno era quello di contribuire a dare un impulso alle relazioni tra soggetti che si occupano di protezione della natura attraverso i parchi, secondo gli indirizzi stabiliti a Bangkok.
“Lo scopo – è stato detto – è quello di collaborare per tradurre in pratica ipotesi e proposte di azione che nel congresso di Bangkok sono state oggetto di discussione”. E’ stata sottolineata, quindi, la soddisfazione per le conclusioni della stessa iniziativa, in cui si è manifestata la piena consapevolezza delle difficoltà che si attraversano, e non soltanto in campo ambientale.
“Uno dei nostri compiti – ha affermato Fusilli – è ora quello di diffondere lo spirito di Bangkok. Dobbiamo renderne partecipi gli organismi politici, le istituzioni, i responsabili di settore e di progetto e tutta l’opinione pubblica. Mediterre vuole rispondere anche a questo scopo”.
Ma nel corso dell’incontro è stato sottolineato anche “un nuovo ed utile protagonismo dell’Italia proprio nell’ambito dell’UICN, grazie al Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio ed al direttore Aldo Cosentino, al quale è stato riconosciuto il merito di recuperare un ritardo di anni”. Da qui il potenziamento del Comitato Italiano dell’UICN che ora è coordinato proprio da Federparchi e che da qualche settimana dispone di un segretariato permanente e preparato e di un programma di attività coerente.
“I risultati di questo nuovo impegno – ha aggiunto Fusilli – si sono già avuti. Ne è una dimostrazione la presenza concreta e qualificata dell’Italia a Bangkok. Le proposte di risoluzione, di emendamenti al programma, di raccomandazioni sulle quali abbiamo lavorato insieme ad amici spagnoli, francesi e di altre nazioni, sono oggi parte integrante dei documenti finali. I nostri parchi e la Federparchi hanno dato un contributo decisivo ad avviare questo nuovo processo ‘in rete’ che coinvolge tre milioni e mezzo di ettari, ovvero il 12%, del territorio nazionale”.
I vari relatori hanno anche sottolineato come tutto ciò possa comunque essere ‘a rischio’, in assenza di politiche generali e di grandi programmi. A tal proposito, è stata rivendicata la collocazione che le aree protette devono avere nei processi per la costruzione di un nuovo futuro e la richiesta dell’integrazione delle loro attività nell’ambito delle politiche generali necessarie ad affrontare le questioni ambientalmente e socialmente più critiche a livello internazionale e locale.
Per ottenere ciò – è stato detto – “bisognerà lavorare sodo, migliorare le capacità di gestione e l’efficienza delle nostre azioni. Occorre innalzare il livello di partecipazione alle nostre scelte da parte delle realtà e delle comunità locali, rendere ancora più trasparenti i poteri decisionali, incrementare le relazioni con le altre istituzioni per l’applicazione di attività di sviluppo sostenibile, avanzare proposte operative per l’elaborazione di programmi integrati in ogni settore ambientale e stringere maggiormente tra le nostre aree protette la rete delle azioni in tema di biodiversità, di connessioni ecologiche, di progetti di sistema. Solo così potremo rivendicare che le istituzioni si occupino concretamente di parchi e li sostengano in modo continuativo, assumendo la loro esistenza come una ricchezza. Questo vale per l’Europa comunitaria.
Così come esiste l’Europa degli Stati membri, l’Europa delle Regioni e quella delle Autonomie, dovrà esistere l’Europa dei Parchi, riconosciuti come soggetti istituzionali in grado di contribuire al raggiungimento degli obiettivi propri dell’Unione in materia di conservazione della biodiversità, tutela ambientale e sviluppo durevole.
Le aree protette dei 25 Stati membri sono circa 27mila – per una superficie di 64 milioni di ettari (pari al 16,2% dell’intero territorio dell’Unione – e di queste più di 600 sono parchi. Se l’Europa dei Parchi potesse operare in modo coordinato, con programmi unitari, anche di carattere internazionale, moltiplicherebbe in modo esponenziale la propria efficacia e sarebbe uno strumento formidabile per l’applicazione delle politiche di gestione del territorio, di conservazione delle biodiversità, di tutela dei paesaggi, di sviluppo locale duraturo. Analogo, anche se per certi versi differente, il ragionamento per il Bacino del Mediterraneo.
Nel caso del Mediterraneo non esiste neanche l’interlocuzione di un’entità istituzionale sovranazionale. La realtà dei parchi è ancora meno considerata nei programmi che sono stati ideati o ipotizzati per questa area geografica. E ciò costituisce un limite perché i parchi e gli altri territori tutelati possono svolgere una funzione fondamentale. Possono dare un grande contributo di idee, di esperienze, di passione e di competenze proprio nell’affrontare lo snodo più delicato, costituito dal rapporto tra la tutela della biodiversità, degli ecosistemi e dei paesaggi e la promozione di uno sviluppo partecipato delle comunità locali. Gli oltre 500 parchi e le diverse migliaia di riserve naturali esistenti nell’area mediterranea sono un patrimonio rilevante.
E’ giusto lavorare perché questo possa diventare elemento concorrente ad una politica unitaria, finalizzata all’attuazione di programmi condivisi, all’applicazione di pratiche gestionali con criteri di sostenibilità, di conservazione della biodiversità, di perpetuazione dei paesaggi tipici, ma anche per la costruzione di rapporti di pace e di collaborazione e per il coinvolgimento delle popolazioni locali nella determinazione di un futuro di sviluppo equilibrato e duraturo. La convinzione è quella, dunque, secondo cui le singole autorità nazionali e regionali del Bacino del Mediterraneo possano essere convinte delle opportunità di questa prospettiva. Anche perché si tratta delle stesse autorità che hanno già ricavato benefici dal sistema dei parchi, benefici che vanno oltre i confini delle singole aree, esperienze che possono essere ben sfruttate su un piano più generale.
Per noi, dunque – è stato detto a conclusione del convegno – il ‘dopo-Bangkok dovrebbe vedere un forte impegno per l’attuazione delle decisioni di quel Congresso che non può prescindere, oltre che dal rafforzamento del ruolo e dei compiti dell’Ufficio di Cooperazione di Malaga, dalla creazione delle condizioni politiche di un sostegno generale all’attività dell’UICN e delle aree protette del Mediterraneo, di cui la creazione di questa associazione di aree protette è un elemento primario”.
COMUNICATO UFFICIO STAMPA MEDITERRE
|