Brindisi, 05/03/2005
Rigassificatore: documento ufficiale di Legambiente
Legambiente, da almeno venti anni, ha indicato il Metano come uno dei mezzi più significativi per ridurre sensibilmente la dipendenza dai ben più inquinanti combustibili fossili, da utilizzare nelle centrali a ciclo combinato, per riqualificare e rendere efficiente tutto il parco centrali italiano e per cominciare a programmare, finalmente, una razionalizzazione complessiva del sistema elettrico.
Legambiente si è posto la necessità di incrementare le forniture dall’estero di metano, a tal fine ritenendo possibile la realizzazione di terminal di rigasificazione di GNL (Gas Naturale Liquefatto), purché compatibile dal punto di vista ambientale, garantendo sicurezza pubblica rispetto al territorio interessato ed alle attività in esso presenti.
Il terminal di rigassificazione prospettato a Brindisi è improponibile, in particolar modo a Capo Bianco, nel porto, proprio a ridosso della città, su uno specchio di mare di ben 19 ettari da interrare a ridosso del molo Enichem e del Petrolchimico, molto vicino a civili abitazioni, di un molo di scarico di GPL, nonché del deposito carburanti della Marina Militare.
La stessa realizzazione sarebbe inaccettabile anche se si scegliesse di collocarlo nella zona a sud dell’area industriale brindisina, in quanto ne provocherebbe lo sconvolgimento, tanto più se fosse inserito in un nuovo porto industriale, su un’area protetta, riconosciuta sito di interesse comunitario di particolare sensibilità ambientale.
L’opera, come si sa, è stata recentemente rigettata dai nuovi consigli Comunale e Provinciale di Brindisi e dalla popolazione che ha partecipato numerosa alle manifestazioni indette dalle associazione ambientaliste, culturali, dagli ordini ed organizzazioni professionali.
La realizzazione dell’impianto è stata autorizzata a conclusione di un procedimento alquanto discutibile, caratterizzato da forzature amministrative e lacune procedurali, che hanno portato, come conseguenza, la previsione di una produzione di 8 miliardi di metri cubi all’anno di metano con la movimentazione all’interno del porto di circa 100 gasiere da 130 – 140.000 tonnellate all’anno. Il tutto senza alcuna valutazione di un progetto definitivo, prescritto dalle leggi 340/2000 e 241/1990, ma esclusivamente sulla base di pareri espressi su di un progetto preliminare, valutando potenzialità dimezzate dell’impianto rispetto al reale, anche per quel che attiene la V.I.A. e la valutazione sui rischi di incidenti rilevanti.
Legambiente si oppone in modo fermo alla realizzazione di questo terminal, ritenendolo inutile all’economia provinciale e pericoloso per i rischi connessi alla sua presenza in una area riconosciuta ad elevato rischio di crisi ambientale, fra le prime quattordici di interesse nazionale, ai fini della bonifica dei siti inquinati.
A Brindisi, infatti, negli anni sono state stravolte, nell’interpretazione, leggi dello Stato, rimangiati impegni formali del Governo, consentendo la prosecuzione dell’esercizio a carbone della Centrale Brindisi Nord, non disponendo la chiusura concordata entro il 2004 ed anzi oggi discutendone il potenziamento.
Legambiente richiama l’attenzione sul gasdotto che Edison realizzerà fra la costa greca e quella pugliese, immettendo nella rete gas non meno di 3 mld annui di metano (molto meno di quanto sono in grado di offrire i paesi dell’area del Mar Caspio) sicuramente più di quanto dispone British Gas, che oggi non può garantire forniture maggiori di 5 mld di metri cubi.
Il gasdotto, inoltre, avrebbe un evidente ed inferiore impatto territoriale ed ambientale, comporterebbe minori rischi di incidente rilevante rispetto alla movimentazione di GNL o alla presenza fisica delle attività del rigassificatore.
Ovviamente nella realizzazione del gasdotto andranno attentamente valutati e contenuti gli impatti sulle biocenosi vegetali, sui fondali marini, quello sull’area costiera che verrà interessata dall’arrivo della condotta sottomarina e dalla realizzazione della cabina di misura, dalla stazione di ripompaggio del gas verso la rete nazionale italiana, la cui compatibilità ambientale di questi insediamenti e le condizioni di sicurezza in cui verrà movimentato il metano sono, se rapportate a quelle di un rigassificatore, enormemente più contenute.
Legambiente ritiene necessario che Edison manifesti la disponibilità a fornire gas al polo energetico brindisino, che gli Enti locali potenzialmente interessati dalla localizzazione delle opere di collegamento fra condotta sottomarina e rete gas, siano chiamati ad esprimersi sulla fattibilità di tali lavori (a quanto sembra a nord di Otranto ed a sud di Sant’Andrea nel leccese, e fra Torre Mattarelle e Lendinuso nel brindisino), e che la Regione Puglia, prima che sia sciolto il Consiglio, traduca in atti la dichiarazione dell’Assessore Regionale all’ambiente, in cui veniva precisato che la Giunta Regionale non può non prendere atto della contrarietà al terminal di rigassificazione formalmente manifestata da Comune e Provincia di Brindisi, contestualmente compiendo una approfondita istruttoria tecnica sul gasdotto.
Dott. Stefano Latini
Coordinatore Provinciale Legambiente Brindisi
Dott. Doretto Marinazzo
Responsabile Regionale settore energia
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