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Brindisi, Porto industriale: interviene Casilli



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Brindisi, 22/03/2005

Porto industriale: interviene Casilli

La proposta del Sindaco Mennitti fatta nel Comitato Portuale, di sviluppare un nuovo piano regolatore del porto di Brindisi e l’impegno del Presidente della Provincia Errico rivolto a chiudere l’Accordo Quadro di Programma per dotare il retroporto brindisino di quelle infrastrutture necessarie per avviare nuove attività di trasporto e di logistica, capaci di dare un contributo allo sviluppo commerciale del porto, sono segnali positivi per discutere concretamente di un nuovo modello di sviluppo necessario per far ripartire la nostra città.
I progetti di riqualificazione urbana, presentati dal Comune di Brindisi per l’integrazione del “Water-front” al resto della città e le proposte di sviluppo dell’intermodalità e della logistica, contenute nell’Accordo di Programma Quadro elaborato dalla Provincia, con la fattiva partecipazione di Comune e Camera di Commercio, vanno nella direzione che tutti noi cittadini auspichiamo per la rinascita della nostra città, per avviare finalmente una concreta progettualità con proposte e progetti attuabili, che vedono le istituzioni brindisini unite nel costruire un nuovo modello di sviluppo, capace di inserire Brindisi e il suo territorio nel nuovo contesto europeo, che si articola, come tutti sappiamo per corridoi europei plurimodali su cui viaggeranno merci, persone ed informazioni da un capo all’altro dell’Europa e far diventare questa città punto di riferimento economico e culturale nel Mediterraneo, quando a partire dal 2011, cioè fra sei anni, si aprirà anche per questo storico mare, una grande area di libero scambio fra tutte le nazioni rivierasche.
A questi fondamentali appuntamenti bisogna arrivare con le infrastrutture realizzate. Vi è quindi compiacimento nel sentire finalmente sui temi dello sviluppo, il coinvolgimento di tutti gli enti locali.
Questa sinergia opportunamente utilizzata, potrà finalmente essere giocata sui tavoli di programmazione regionali e nazionali per sostenere le ragioni di sviluppo della nostra città, ricordando che proprio su quei tavoli alla fine, si determinano le scelte, che possono essere, come tutti sappiamo per esperienza, positive o negative per il futuro della nostra città.
Per quanto riguarda il settore dei trasporti, con il declino del porto nei traffici passeggeri e commerciali di questi ultimi anni, eccezion fatta per quelli energetici, si apre un’ area di profonda crisi su cui è urgente intervenire.
Per invertire questa grave situazione che influisce negativamente sullo sviluppo della città e ne deprime l’economia, è importante discutere e fare chiarezza sulle cause del declino del porto di Brindisi e avviare nel contempo una fase propositiva, nel rispetto dei ruoli istituzionali di tutti i protagonisti responsabili a vario titolo dello sviluppo locale, per iniziare a concretizzare questo nuovo modello di sviluppo e questa nuova idea di città più volte espressa, mettendo a punto gli strumenti di programmazione necessari per rendere operativi idee e proposte, che se non tradotte in piani e programmi, rimangono solo ragionamenti utili da esprimere nei convegni.
Ritengo che la proposta del Sindaco di avviare il nuovo piano regolatore del porto sia la strada maestra, ma è necessario concretizzarla nel più breve tempo possibile. Nello stesso tempo penso che il Presidente della Provincia fa bene ad accelerare il più possibile l’iter di approvazione dell’Accordo Quadro con la regione Puglia, per chiuderlo nel più breve tempo possibile, infine considero positiva la proposta fatta dal Presidente della Camera di Commercio di realizzare un nuovo porto industriale nell’area di Cerano.
Al di là del problema legato alla realizzazione del rigassificatore, tema di grande importanza per la città, ma che rischia di appiattire su di se il dibattito sullo sviluppo, va ricordato per altro, che questo tema è già stata oggetto di valutazione da parte del Consigli Comunale e Provinciale e le ipotesi legati alla sua possibile localizzazione, nell’eventualità che venga realizzato possa pregiudicare lo sviluppo portuale, non può prescindere da due considerazioni.
La prima e la sicurezza dei traffici all’interno del porto, da questo punto di vista un dato è certo: in un porto come quello di Brindisi, costituito da bacini commerciali, posizionati in serie, con accessi via mare nei bacini che costringono navi passeggere, mercantili ed energetiche, a passare da un bacino all’altro tutte dal medesimo accesso, il problema della sicurezza si pone con forza ed è un elemento fondamentale da verificare attentamente, di cui tenere conto in ogni tipo di analisi, per disegnare strategie di sviluppo delle attività portuali.
La seconda considerazione è relativa alla capacità effettiva del porto di essere un porto polivalente, così come è. Se si considera a questo proposito la limitata estensione delle banchine di attracco disponibili ad oggi per attività commerciali al netto delle operazioni energetiche, si capisce che la presenza di limitazioni in altezza per gli impianti di movimentazione delle merci, dovute ai coni di atterraggio dell’aeroporto, restringono ancora di più l’estensione delle banchine utilizzabili per il traffico commerciale ed è chiaro che, per utilizzare al meglio la retroportualità disponibile alle spalle del porto medio, che è una invidiabile risorsa del porto di Brindisi, su cui costruire strategie di sviluppo per avviare politiche commerciali di inserimento nel settore del trasporto intermodale e passeggeri sia di transito che di crociere, occorre utilizzare al meglio tutto il potenziale di banchine disponibile e spostare altrove traffici energetici, possibilmente per questi ultimi, in luoghi prossimi agli impianti di utilizzo, per ridurre notevolmente i problemi di inquinamento dovuti alla movimentazione dei combustibili.
Delocalizzando attività incompatibili con i traffici commerciali e avviando altri interventi finalizzati ad attirare nuovi traffici, si potrà tentare di riportare Brindisi nel circuito virtuoso dello sviluppo commerciale, che i porti nostri vicini hanno intrapreso da tempo, quindi parlare di proposte concrete da approfondire e discutere è un fatto sicuramente positivo, su cui avviare immediatamente il confronto fra enti ed operatori.
Per quanto ci riguarda, il nostro interesse è di avviare a Brindisi attraverso la realizzazione dei terminali la intermodalità, disporre per questo tipo di traffico di banchine libere e modernamente attrezzate per il traffico delle navi ro-ro e portacontainer, agganciare il porto, attraverso l’acquisizione di traffico intermodale possibile solo con la presenza dei terminali intermodali, al corridoio adriatico, a quello greco e al futuro corridoio 8.
La situazione attuale non lo consente, per questo auspichiamo che si avvii lo sviluppo di un nuovo piano regolatore portuale che veda agganciata la retroportualità Brindisina, immaginata in maniera sinergica ed integrata alle banchine del porto, che tenga conto delle nuove realtà portuali ormai avviate di Bari e Taranto, che metta a sistema le attività dei tre porti, che utilizzi tutte le capacità disponibili sul territorio compresa l’area di Cerano, per localizzare le attività a servizio dei poli energetici.

COMUNICATO STAMPA CALOGERO CASILLI - PRESIDENTE IAIS SPA BRINDISI


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