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Brindisi, Palmiero: nuova progettualità per i trasporti



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Brindisi, 28/04/2005

Palmiero: nuova progettualità per i trasporti

Gianni Palmiero, Componente segreteria provinciale, ha inviato un commento sul quadro dei trasporti del Salento alla luce dei risultati delle scorse elezioni regionali.
Di seguito pubblichiamo integralmente.

Il quadro politico scaturito dalle elezioni del 3 e 4 aprile, impone una seria riflessione sulle attuali condizioni in cui versa la regione Puglia dopo un lungo e travagliato periodo di governo del centro-destra.
Sicuramente i problemi della sanità, che sono stati al centro della campagna elettorale, esigono atti concreti e prioritari rispetto ad altri, ma contemporaneamente bisogna dar corso ad un’analisi approfondita dello stato in cui versano altri settori importanti, nonchè basilari per una rinascita della Puglia, soprattutto laddove, purtroppo, i passati amministratori regionali sono stati quantomeno disattenti se non addirittura consenzienti, rispetto a fasi di degrado dell’intero tessuto economico della Regione ed in particolare della provincia di Brindisi e di tutto il Salento.
La problematica dei Trasporti, anche per la dislocazione geografica della Puglia risulta, oggi più che mai, fattore dirimente per l’intera economia locale che, in questo territorio è giunta ormai al collasso.
Senza voler polemizzare con la passata giunta non sembra affatto che per questo comparto negli ultimi anni vi siano stati dei progressi.
Anzi se si considerano gli ultimi dieci anni, periodo in cui il centro-destra pugliese ha governato in modo ininterrotto ed anche arrogante, si può tranquillamente affermare che le notevoli risorse ed infrastrutture di cui questo territorio era dotato, sono state man mano colpevolmente depotenziate.
La visione limitata nell’affrontare tali problematiche, ha procurato danno all’intero Salento, in quanto le strutture a cui ci riferiamo servivano e servono in modo preponderante anche le province di Lecce e Taranto.
A nulla sono valse le preoccupazioni e le proteste, accompagnate da puntuali proposte che, i Democratici di Sinistra di Brindisi al ritmo di una iniziativa pubblica l’anno, specifica per questo settore, da oltre un decennio vanno sostenendo.
In questo periodo il Porto ha visto dimezzare il traffico passeggeri che da oltre un milione l’anno, è arrivato alla quota attuale di circa cinquecentomila e ad un quasi azzeramento del traffico merci. Tutto questo, senza che l’Autorità Portuale prendesse le necessarie contromisure.
Al contrario, in questa realtà che da sola doveva contribuire ad elevare il livello economico dell’intera provincia, si è assistito nel corso dell’ultimo decennio ad un depauperamento delle risorse, ad una confusa ed ingarbugliata politica portuale, frutto di improvvisazione oltre che esente da competenze, capacità e specificità territoriale nella scelta della conduzione della stessa Autorità.
Né può alleviare le pene la pur lodevole iniziativa, di queste ore, rispetto allo sviluppo temporaneo del traffico croceristico.
L’Aeroporto, nonostante le enormi potenzialità e le prospettive di sviluppo che hanno caratterizzato il trasporto aereo in tutta l’Italia per l’avvento delle compagnie low cost, ha migliorato di poco le cifre solo nel periodo in cui sullo scalo ha operato la compagnia Volareweb, ma si è avviato ad un ritorno al passato quando questa ha smesso di volare per problemi di carattere societario.
Anche in questa realtà, come nel porto, si è assistito alla Baricentricità con cui i vertici della SEAP hanno svolto il loro mandato.Valga come esempio il costo del volo da Brindisi a Roma e ritorno che, a differenza dello scalo barese dove è di molto inferiore, necessita di un esborso di circa 470 Euro a persona.
Il trasferimento della Direzione Aeroportuale e relativo accorpamento a quella di Bari, con conseguete perdita di possibilità ed autorevolezza, si è consumato in una indifferenza totale da parte della società di gestione.
La politica miope dell’Enav, che invece di cimentarsi in una riorganizzazione aziendale nonché degli spazi aerei tendente a privilegiare l’afflusso di compagnie aeree sul territorio nazionale e su quello meridionale, attraverso anche una politica tariffaria concorrenziale nei confronti di altri paesi limitrofi, privilegia invece sperperi di danaro pubblico e comportamenti mortificanti nella gestione del personale, privilegiando pratiche clientelari, spartitorie e di basso profilo, in un settore in cui professionalità, competenza ed esperienza, dovrebbero essere fattori imprescindibili per tutti quegli addetti che quotidianamente sono chiamati a fornire sicurezza per chi vola.
Il Trasporto Pubblico Locale per la STP di Brindisi, sembra quasi un optional visto l’impegno che i suoi amministratori profondono in tutte altre faccende, in quanto si pensa più a sperperare risorse che non a trasportare persone in modo efficiente, sicuro, rapido ed economico.
Non a caso si assiste ad un forte calo di passeggeri per quanto riguarda il trasporto urbano e ad una altrettanto forte inadeguatezza del servizio extraurbano, causa questa di vibrate ed ormai quotidiane proteste da parte dell’utenza.
Lo spostamento a Taranto della Direzione dell’Unità Produttiva delle Ferrovie, ha privato Brindisi di un Centro Direzionale oltre a più di venti posti di lavoro, pregiudicando in modo significativo lo sviluppo di questo sistema di trasporto nella nostra provincia.
Lo stato precario in cui versano i treni regionali ed a lunga percorrenza (non Eurostar), i costi elevati, il basso numero di corse e gli immancabili disservizi stanno lì a dimostrare come ancora nel 2005 questo territorio anche dalla Società Ferrovie viene considerato in modo estremamente marginale.
Sono queste (naturalmente esposte in forma ridotta) ed altre disfunzioni che nel corso degli ultimi anni a livello locale, regionale e nazionale hanno portato ad un impoverimento delle innegabili risorse di cui questo territorio era dotato e che una intera classe politica di centro-destra ha colpevolmente avallato attraverso una logica spartitoria, tendente a favorire clientele ed incompetenze senza neanche rendersi conto dei guasti che si arrecavano al tessuto produttivo dell’intero Salento.
In tale contesto e senza infingimenti, ai prossimi amministratori della Regione Puglia, ma anche a quelli attuali di Provincia e Comune capoluogo, nonché alle province di Lecce e Taranto, proporremo di misuraci non solo sulle disfunzioni ereditate, ma soprattutto quale tipo di progettualità, rispetto ad un sistema di trasporto integrato e multimodale, questa parte della Puglia necessita e quali sono le risorse ed i mezzi che ognuno è disposto a mettere in campo.

Gianni Palmiero


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