Brindisi, 06/05/2005
Festa dell'energia: le domande degli ambientalisti
Il 7 e 8 maggio prossimi, nell’ambito dell’iniziativa “un fine settimana nelle centrali “ organizzata da Assoelettrica e da Ises Italia a cui l’Enel ha aderito aprendo al pubblico 16 impianti (tra cui due centrali idroelettriche rinnovate di recente), anche gli studenti della Provincia di Brindisi avranno la possibilità di partecipare a questo viaggio che si pone come obiettivo la conoscenza del mondo dell’energia, poiché anche la Centrale “Federico II” è inserita in questo itinerario.
Nell’occasione il Comitato delle associazioni per la tutela dell’ambiente di Brindisi pur non entrando nel merito dell’iniziativa, intende porre all’attenzione dei partecipanti a questa paradossale “festa dell’aria pulita” alcune domande come contributo di riflessione sull’altra faccia della medaglia, in una vicenda che ha segnato il difficile rapporto tra Enel e territorio di Brindisi negli ultimi decenni.
• Perché l’Enel violando la Convenzione del 1996 in una conferenza dei servizi e con l’appoggio di alcuni politici brindisini, ha elevato nel 2003 i valori massici delle emissioni inquinanti?
• Perché pur essendo l’energia un servizio pubblico, primario per i cittadini, e dopo anni di spese dello Stato investite nella ristrutturazione di tutti gli impianti, si è deciso di privatizzare proprio nel momento in cui l’Ente pubblico cominciava a passare gli utili al Ministero del Tesoro? E gli impianti venduti, o meglio svenduti, a coloro che prima del 1963 detenevano il monopolio dell’energia? Chi devono ringraziare i cittadini di questa ulteriore beffa?
• Il famoso indotto che doveva creare gli impianti energetici a Brindisi dove si trova? L’unico risultato che si è avuto è stata la crisi di tutte le aziende brindisine e il mantenimento degli Lsu (lavoratori socialmente utili) a carico delle Istituzioni locali, Comune di Brindisi e Provincia, e cioè con i soldi dei contribuenti.
• Come mai l’avveniristico nastro trasportatore che doveva convogliare il carbone alla centrale ha funzionato poco e male, con il risultato che il carbone – trasportato con i camion – lo si è ritrovato fin nelle case?
Agli studenti, ai giovani brindisini in particolare sono rivolti questi momenti di riflessione: un insediamento industriale non è “rose e fiori”, è ben altro che canti, balli e giochi all’aperto. Non si possono dimenticare i problemi legati alla salute dei lavoratori non solo del ciclo produttivo, dipendenti Enel; ma, soprattutto, dei dipendenti delle imprese (che prendono appalti con ribassi del 50% ) costretti a lavorare a contatto con gessi, ceneri, polveri, in condizioni da terzo mondo.
Alcuni spunti di riflessione perché bisogna prendere coscienza, tutti insieme, che l’energia è una cosa fondamentale per la nazione, ma non si può giocare con essa, e sopratutto non si deve scaricare tutto su una popolazione e su un territorio dichiarato gia “area a rischio ambientale”.
COMUNICATO STAMPA COMITATO DI ASSOCIAZIONI PER UN NUOVO MODELLO DI SVILUPPO
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