Home | Le notizie | Lo sport | I canali | Le tue foto | Brindisi Links | E-mail |

.Le news di Brundisium.net
.Lo sport: calcio, basket, volley

.I canali di Brundisium.net:

...· Approfondimenti
...· Appuntamenti
...· Arte
...· Beauty & Wellness
...· Brindisi vista da...
...· Cinema
...· Economia
...· Formazione e Lavoro
...· Frequently Asked Questions
...· Isola di G. Sciarra
...· Le tue foto
...· Libri
...· Musica
...· Personaggi
...· Poesia
...· Pubblica utilità
...· Salute
...· Scompartimento
...· Stelle e Strisce
...· Teatro
...· Università
...· Viaggi
...· Video

Brundisium.net
.Ti dico la mia
.Saluti
.La bacheca del calcio
.Il tabellone del basket
.Il muro del volley
.Baci e carezze
.Alma Mater
.La Chat di Brundisium.net
.Indice del sito
.Invia le tue foto

Che tempo fa adesso a Brindisi?

Utenti attualmente connessi:

Brindisi, Rigassificatore: Errico scrive ai capigruppo della Camera



Ultime Mese Ricerca

Brindisi, 09/05/2005

Rigassificatore: Errico scrive ai capigruppo della Camera

Agli Onorevoli Capi Gruppo della Camera dei Deputati

OGGETTO: Il Decreto sulla Competitività e il progetto di British Gas Italia S.p.A. ed ENEL Trade SpA (attraverso Brindisi LNG S.p.A) di realizzazione di terminale di rigassificazione di GNL ed opere connesse nel porto di Brindisi, località Capo Bianco.

Breve ricostruzione storica.
Con istanza del 9.11.2001, la British Gas Italia SpA. (ora Brindisi LNG SpA., partecipata al 50% anche da ENEL Trade SpA) ha chiesto al Ministero delle Attività Produttive l’autorizzazione alla costruzione e all’esercizio nell’area Capo Bianco del Porto di Brindisi di un terminale di rigassificazione di Gas Naturale Liquefatto (GNL) della capacità di 4 miliardi di metri cubi annui, espandibile fino a 8 miliardi.
L’impianto, per la cui realizzazione ed esercizio è necessario procedere a preliminare attività di dragaggio per l’ormeggio e la manovra delle metaniere e alla realizzazione di una colmata di circa 980.000 m3 con avanzamento della linea di costa su una superficie marina complessiva di 140.000 m2 in un bacino chiuso, il porto esterno di Brindisi, sarebbe composto da:
• un terminale di ricezione, stoccaggio e vaporizzazione di GNL, della capacità di 6 milioni di tonnellate per anno, atto a ricevere il GNL a temperatura di –160,5 °C;
• un nuovo molo dedicato esclusivamente all’attracco di navi metaniere di capacità lorda compresa tra 70.000 e 140.000 metri cubi (la massima mai realizzata), delle quali traffico e permanenza condizionerebbero pesantemente il porto;
• due bracci di collegamento al terminale (più uno per il ritorno dei vapori), lunghi circa 1 km;
• un impianto di stoccaggio, costituito da due serbatoi fuori terra di 160.000 m3 ciascuno con previsione di raddoppio;
• impianti di gestione vapori di boil-off, vaporizzazione, erogazione metano ad alta pressione, per la rete nazionale distante circa 5 km, e media pressione per utenze locali;
• impianti accessori: sistema gas combustibile a bassa pressione, sistema acqua di mare per la vaporizzazione, sistema acqua dolce/acqua potabile, stoccaggio e vaporizzazione azoto liquido, sistema torcia, edifici e servizi, stoccaggio e distribuzione gasolio, etc.

L’istanza, corredata dal progetto preliminare e da uno studio di impatto ambientale, è stata presentata ai sensi dell’art. 8 L.340 del 24.11.2000, il quale prevede che l’uso o il riutilizzo di siti industriali per la realizzazione di impianti di rigassificazione di GNL è soggetto ad autorizzazione da parte del Ministero delle attività produttive, di concerto con il Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio, d’intesa con la Regione interessata.
L’istruttoria si è svolta nelle conferenze di servizi del 16 gennaio e 15 novembre 2002, nel corso delle quali le amministrazioni interessate hanno rilasciato parere favorevole e il Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio ha accordato il nulla osta di propria competenza (ai sensi del citato art. 8, L.340/2000). Il Ministero delle attività produttive ha quindi concesso la richiesta autorizzazione con proprio decreto n. 17032 del 21 gennaio 2003, emanato di concerto con il Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio.
L’Amministrazione Provinciale di Brindisi, in particolare, ha partecipato alle conferenze di servizi in questione in persona del Presidente allora in carica, rilasciando pareri illegittimi in quanto espressi senza pronunciamento dell’organo rappresentativo della collettività locale preposto alla programmazione (il Consiglio Provinciale), e senza istruttoria da parte degli uffici provinciali competenti in materia di tutela dell’ambiente e della salute dei cittadini.
Anche l’Amministrazione Comunale di Brindisi ha rilasciato nelle stesse occasioni pareri non supportati da alcun pronunciamento del Consiglio Comunale.
Solo il 5 agosto 2004 il Consiglio Provinciale si è espresso sul progetto con deliberazione n. 32/18 in “atto di indirizzo politico ed amministrativo che attiene alla sfera di programmazione di competenza della Provincia” di “contrarietà alla costruzione ed all’esercizio del terminale di rigassificazione di gas naturale liquefatto da ubicare nel porto di Brindisi”. Contrarietà, poi deliberata il 9.9.2004 anche dal Consiglio Comunale di Brindisi, determinata anche dalla incompatibilità di tale impianto con il nuovo modello di sviluppo che le amministrazioni locali stanno con decisione perseguendo, titolari esclusive della potestà di programmare lo sviluppo del proprio territorio. Nuovo modello incentrato sulla crescita di comparti economici diversi da quello energetico, cui è oggi asservito il territorio brindisino, sede del massimo polo nazionale con 3 mega centrali termoelettriche (delle quali 2 alimentate a carbone), ed in particolare sulla valorizzazione della infrastruttura porto, il simbolo della città in tutta la sua storia, già oggi pesantemente condizionata dal traffico di carbone per le centrali, della quale sarebbe definitivamente compromessa la capacità di servizio di un territorio in crescita e di creazione di lavoro e ricchezza sui traffici mediterranei rispetto ai quali Brindisi è in posizione di straordinaria centralità.

Mancanza di Valutazione di impatto ambientale.
Fermo ciò, segnalo come la procedura seguita non abbia rispettato la normativa nazionale e comunitaria vigente in tema di valutazione d’impatto ambientale (direttiva 85/337/CEE) e di rischio di incidenti rilevanti (direttiva 96/82/CE), né le disposizioni nazionali in tema di aree ad elevato rischio di crisi ambientale. Tanto che l’Amministrazione Provinciale di Brindisi ha prodotto il 26.1.2005 denuncia alla Commissione Europea per violazione del diritto comunitario da parte della Repubblica italiana, ed il 9 febbraio 2005 relativa istanza di autotutela al Ministro delle Attività Produttive, al Ministro dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e al Presidente della Regione Puglia.
La realizzazione dell’impianto di rigassificazione in questione genererebbe evidentemente un impatto ambientale importante sia per le oggettive dimensioni dell’intervento, sia per la sua localizzazione in un’area la cui sensibilità ambientale è stata certificata dalle stesse autorità nazionali (che ne hanno sottoposto l’intera estensione alla speciale disciplina delle aree ad elevato rischio di crisi ambientale e dei siti inquinati da bonificare).
Tuttavia, né l’impianto unitariamente considerato, né le singole opere di cui si compone, sono state sottoposte ad una procedura di VIA. E a maggior ragione in un territorio dall’ambiente così provato non può essere sufficiente ad escludere la VIA la semplice avvenuta previsione della colmata in un piano territoriale approvato nel 1975.
Anche le disposizioni comunitarie in tema di reti transeuropee dell’energia (artt. 5 e 9, decisione n. 1229/2003/CE), che prevedono rapide procedure di autorizzazione, ribadiscono la necessità dell’integrale rispetto della disciplina comunitaria di tutela dell’ambiente con VIA preventiva alla decisione di esecuzione del progetto.
Confermando la richiesta di revoca del decreto n. 17032 del 21 gennaio 2003, con in più richiesta di immediata sospensione della sua efficacia, ho ancora chiesto l’espletamento di una regolare Valutazione di Impatto Ambientale al Ministro delle Attività Produttive e al Ministro dell’Ambiente e della Tutela del Territorio per l’ultima volta lo scorso 9 marzo 2005 in adesione a sollecitazione a Provincia e Comune di Brindisi di ufficiale richiesta di VIA da parte del Ministro dell’Ambiente, il 6 marzo 2005 in pubblico incontro alla presenza di Parlamentari e dell’Assessore Regionale all’Ambiente. Senza sortire alcun risultato.

Area ad elevato rischio di crisi ambientale. Rischio di incidente rilevante.
Ai fini della dichiarazione di area ad elevato rischio di crisi ambientale, l’area di Brindisi è stata oggetto, su richiesta del Ministero dell’ambiente, di un approfondito studio da parte dell’ENEA riguardante anche il rischio industriale e l’attuazione della normativa “Seveso”, con l’individuazione degli “inviluppi” delle aree di danno potenziale per incendi ed esplosioni e per rilasci tossici a partire dai numerosi impianti classificati secondo la c.d. direttiva “Seveso”. Ebbene, la realizzazione del terminale di rigassificazione, impianto a rischio di incidente rilevante, interferisce quanto meno con gli inviluppi degli impianti a rischio della confinante area del petrolchimico, nonché con il molo carbonifero di Costa Morena e con il costruendo confinante deposito di combustibili della Marina Militare Italiana.
Dalla presenza delle industrie “a rischio” consegue tra l’altro grande movimentazione di sostanze pericolose via strada ferrovia e nave, ulteriore fonte di rischio amplificata nella zona portuale per le interferenze tra flussi di traffico navale non omogenei (passeggeri, merci, prodotti e materie prime per il polo industriale ed energetico) e non dotati di infrastrutture dedicate in via esclusiva.
Pertanto, il Piano di risanamento dell’area ad elevato rischio di crisi ambientale di Brindisi (D.P.R. 23 aprile 1998, adottato in conseguenza della dichiarazione del territorio della Provincia di Brindisi “area ad elevato rischio di crisi ambientale”) ha individuato una serie di interventi, ivi comprese delocalizzazioni di attività a rischio in altre aree, tutti diretti ad una sostanziale riduzione delle fonti di rischio presenti nell’area.
Nonostante tali precise indicazioni, in macroscopico contrasto con le esigenze e le finalità di riduzione dei fattori di complessivo impatto ambientale nell’area a rischio, e in particolare dei fattori di rischio di incidente rilevante, la localizzazione proposta è stata autorizzata e addirittura gli adempimenti in tema di rischio che dovevano essere necessariamente svolti prima della costruzione dell’impianto sono stati sorprendentemente rinviati al momento della sua messa in esercizio, a fonte di rischio già irreversibilmente realizzata e aggiustamenti possibili limitatissimi.

Sito inquinato di interesse nazionale da bonificare.
Peraltro, l’area portuale di Brindisi è compresa anche nell’ambito della perimetrazione dei siti inquinati di interesse nazionale da bonificare, individuati ai sensi dell’art. 17, d.lgs. 5 febbraio 1997, n. 22 e della legge 9 dicembre 1998, n. 426. Le aree pertinenti sono state delimitate con decreto ministeriale 10 gennaio 2000 e inserite in un apposito “Programma nazionale di bonifica e ripristino ambientale”, approvato con decreto ministeriale n. 468 del 18.9.2001.
Competenza del Ministero dell’Ambiente perchè sito di interesse nazionale, la preventiva bonifica del sito si sta purtroppo riducendo ad un semplice allontanamento degli effetti dell’inquinamento anziché alla individuazione e rimozione delle fonti dello stesso.
Nel 2004 in diverse conferenze di servizi il Ministero ha preso atto della messa in sicurezza di emergenza (attraverso la semplice asportazione di sedimenti marini) dei fondali che verrebbero interessati dalla colmata e ha approvato i piani di caratterizzazione dell’arenile, su cui pure l’Amministrazione Provinciale di Brindisi ha espresso prescrizioni che sinora non sono state tenute in alcun conto.
Contro quelle conferenze di servizi pendono ricorso al TAR da parte della Provincia di Brindisi, convinta appunto della necessità di interventi di bonifica che eliminino le fonti di inquinamento e gli effetti inquinanti già determinati nelle matrici ambientali (suolo, sottosuolo, acque superficiali e sotterranee) e non di messe in sicurezza di emergenza che con la semplice asportazione di qualche metro cubo di materiale tendono riduttivamente a rimuovere le vie di migrazione dell’inquinamento. Le effettive cause di inquinamento vanno cioè rimosse definitivamente e non ricoperte con una colmata da cui prima o poi riemergerebbero come lo sporco nascosto sotto il tappeto.
Neanche questa normativa pro aree inquinate, che peraltro a Brindisi non ha prodotto ancora bonifica alcuna, ha sortito effetti favorevoli al territorio brindisino, bloccando per l’obbligo di preventiva bonifica gli investimenti di chiunque, ma consentendo a chi vuole “riempire il mare” di semplicemente rimuovere qualche detrito dal fondo.

Il Decreto sulla Competitività.
Tutto a Brindisi sembra essere stato sacrificato al superiore interesse nazionale del rigassificatore. E di fronte ad Amministrazioni Locali fermamente determinate contro ciò che impedirebbe lo sviluppo voluto e consumerebbe definitivamente l’infrastruttura naturale del porto, il Governo oggi prospetta nel Decreto sulla Competitività (art.5 comma 10) la nomina di un Commissario che possa superare l’inerzia o i ritardi degli enti preposti al rilascio di ulteriori autorizzazioni e permessi necessari alla realizzazione di rigassificatori già autorizzati.
Premesso che tutto possono definirsi le Amministrazioni locali brindisine tranne che inerti o ritardatarie di fronte alle istanze della Brindisi LNG, l’attuale pendenza a Brindisi di progetto di rigassificatore autorizzato e ancora da realizzare ci fa temere interpretazioni della nuova norma che possano di fatto sospendere l’autonoma potestà delle istituzioni locali di programmare e dare corso sul proprio territorio allo sviluppo voluto.
Brindisi, con le 3 mega centrali termoelettriche del proprio territorio (gravemente inquinanti come si evince dai “riconoscimenti” di legge su esposti) ha già dato tantissimo al superiore interesse della Nazione.

Per questo chiedo agli Onorevoli Deputati di non approvare l’art.5 comma 10 del Decreto sulla Competitività in corso di trasformazione in Legge, che sarebbe l’ultima e più grave offesa ad un territorio che vuole finalmente tornare ad essere artefice del proprio futuro.

Distinti saluti.
Il Presidente della Provincia di Brindisi
Michele Errico

COMUNICATO STAMPA AMMINISTRAZIONE PROVINCIALE DI BRINDISI


Correlato su internet:


· La tua posta
· Segnala un compleanno
· Rassegna stampa
· Brundisium TV
· Sfondi per il desktop
· Fiamma - La sala giochi
· In chat
· Sondaggi
· Brindisi Links
· Statistiche


Chi siamo | Contattaci | Credits | Note per gli utenti | Indice del sito | | Brundisium.net in home page