Roma, 12/05/2005
Rigassificatore: la Sen. Stanisci interviene in Senato
SENATO DELLA REPUBBLICA
Legislatura 14º - Aula - Resoconto stenografico della seduta n. 799 del 12/05/2005
Conversione in legge, con modificazioni, del decreto legge 14 marzo 2005, n. 35, recante disposizioni urgenti nell’ambito del Piano di azione per lo sviluppo economico, sociale e territoriale. Deleghe al Governo per la modifica del codice di procedura civile in materia di processo di cassazione e di arbitrato nonché per la riforma organica della disciplina delle procedure concorsuali
È iscritta a parlare la senatrice Stanisci. Ne ha facoltà.
STANISCI (DS-U).
Signor Presidente, onorevoli colleghi,
il piano di azione per lo sviluppo economico, sociale e territoriale da voi elaborato con il decreto-legge che oggi approverete dovrebbe rimettere in moto l'economia del Paese, sostenere lo sviluppo, rendere competitive le nostre aziende, rilanciare il Mezzogiorno. Dovrebbe risolvere, insomma, una serie di problemi importanti e complessi che in quattro anni di legislatura non hanno visto nessuna soluzione.
Vorrei crederci e lo dico in quanto parlamentare del Mezzogiorno, area del Paese nella quale si avverte di più l'insicurezza economica, il disagio sociale e la mancanza di una politica di sviluppo. Ora il Governo dice di voler far presto tanto che nel provvedimento rimarca l'urgenza delle disposizioni decise, queste ultime, senza confronto ed in perfetto stile berlusconiano.
Nel provvedimento si trova di tutto e di più. Ciò che manca è un disegno organico atto a rilanciare il Paese, a sostenere le imprese, a ridare fiducia ai cittadini e alle famiglie meridionali ed italiane in generale.
Noi di Brindisi, in particolare, ringraziamo il Governo per essere stati oggetto nel decreto-legge della sua attenzione. Attenzione richiesta per tanti anni e mai ricevuta da questa maggioranza sulla crisi industriale e della chimica, sulle prospettive che riguardano l'aeronautica, l'Avio, gli ex lavoratori Dow Chemical, sul contratto di programma, sulle bonifiche dei siti inquinati e sulle centrali termoelettriche.
Nulla di tutto questo. Il Governo per rispondere al cosiddetto interesse nazionale inserisce nel decreto sulla competitività una norma che riguarda la realizzazione dei terminali di rigassificazione, già autorizzati ai sensi dell'articolo 8 della legge n. 340 del 2000, la quale stabilisce che, in caso di inerzia o ingiustificato ritardo da parte degli enti preposti al rilascio delle autorizzazioni e dei permessi, il Ministero delle attività produttive, senza necessità di diffida, provveda alla nomina di un commissario ad acta per gli adempimenti di competenza.
Sono solo due le località in Italia, al momento, interessate dalla realizzazione di questo tipo di impianti: Porto Viro, in provincia di Rovigo, e Brindisi. Quest'ultimo impianto, come stabilisce la norma, già autorizzato con decreto del Ministero delle attività produttive, ha provocato la forte contrarietà dei consigli comunali e provinciali, della stragrande maggioranza dei cittadini, delle associazioni ambientaliste, sindacali e politiche del territorio e dello stesso consiglio regionale pugliese. Ciò è avvenuto anche in relazione all'illegittima applicazione della norma che ha escluso la procedura di VIA, per la quale la provincia di Brindisi ha presentato ricorso al TAR e alla Corte di giustizia europea.
Numerose interrogazioni parlamentari hanno evidenziato che l'area di Brindisi è stata dichiarata ad elevato rischio ambientale. In un territorio così provato si rende necessaria una più approfondita procedura di valutazione di impatto ambientale, visto che si intende realizzare l'impianto nel Porto di Brindisi, cioè nel cuore della città.
Si tratta di cose note ed arcinote al Governo che, per tutta risposta, invece di sospendere il decreto autorizzativo, inserisce una norma che aiuta l'impresa di LNG, cioè l'azienda che costruirà l'impianto e pensa di farlo in tempi brevi ed in barba alle istituzioni locali che di fatto sono state private della potestà di progettare il proprio sviluppo.
Tale situazione rischia di riaprire con l'intero territorio brindisino una ferita ancora più profonda. Fino ad oggi sono stati troppi i sacrifici richiesti ad un territorio piccolo come il nostro. In nome del cosiddetto interesse nazionale si chiede a Brindisi un prezzo troppo alto in termini di salute e lavoro.
Per tali ragioni, non solo esprimeremo un voto contrario al provvedimento in esame, ma annunciamo fin da ora la presentazione di un disegno di legge che cancelli questa parte del decreto.
COMUNICATO UFFICIO STAMPA SEN. STANISCI
|