Brindisi, 19/05/2005
Sen. Rosa Stanisci sulla Sicurezza nella nostra Provincia
Alcune dichiarazioni, da parte sindacale e non solo, ripropongono prepotentemente un tema complesso e delicato quale quello della sicurezza nella nostra provincia.
Ci si occupa di questa problematica solo in alcune occasioni, ma - per fortuna - questa volta, almeno, non a seguito di fatti criminosi, e di questo va dato atto a chi, lo si condivida o no, ha sollevato il problema. Non v'è dubbio che i risultati conseguiti nel nostro territorio, grazie al lavoro svolto dalle forze dell'ordine, dai magistrati ai cittadini e ad alcune amministrazioni locali, sono di estrema importanza. Sono state smantellate grosse organizzazioni, sono stati condannati tanti delinquenti associati e non, sono stati ridimensionati fortemente molti reati e via dicendo.
L'impegno profuso in tanti anni dagli operatori della sicurezza è stato, senza ombra di dubbio, straordinario e ancor di più se si considera il clima in cui si è operato e gli scarsi strumenti messi a disposizione.
Da sempre nella provincia di Brindisi sono stati denunciati carenza di organici, di strutture e di mezzi. La risposta da parte del Governo centrale è stata, escluso nella fase della cosiddetta "Primavera Pugliese", scontata e oserei dire quasi burocratica.
Gli organici sono nei limiti e l'attenzione del Governo è alta e questa risposta va bene per Brindisi come per qualsiasi territorio del Mezzogiorno. Fin qui nulla da eccepire se non fosse per una piccola dimenticanza: mai un vivo e sentito ringraziamento a quelle forze di Pubblica Sicurezza che con la loro dedizione ed abnegazione sopperiscono, certo, nell'adempimento del loro dovere, alla mancanza di personale e di strumenti adeguati all'espletamento di indagini complesse ed al controllo del territorio.
Spesso disagi e problemi che sembrano piccoli fanno capire com'è fragile nel nostro Paese il sistema di risposta al bisogno di sicurezza dei cittadini e qualche volta nelle Questure o nelle Stazioni dei Carabinieri mancano perfino i mezzi per fare le fotocopie, cioè il minimo indispensabile per lavorare e tutto questo pesa su un territorio a rischio come il nostro. Che dire, poi, dei trasferimenti di personale che non sostituito, sguarnisce l'organico, come sta avvenendo in qualche stazione dei Carabinieri della provincia di Brindisi, A ciò si aggiunga il rischio che il personale delle Forze dell'ordine che a breve andrà in quiescenza non potrà essere tempestivamente sostituito, così come è facile dedurre da quanto sta già accadendo. Inoltre gli ausiliari rischiano di non essere trattenuti in servizio oltre dicembre 2005 se dal Governo non saranno immediatamente reperiti i finanziamenti.
Ad aggravare la situazione c'è la mancata indizione dei concorsi, l'ultimo dei quali risale ad alcuni anni fa, per quanto riguarda la Polizia di Stato. La risposta quindi non può essere burocratica né le carenze possono addebitarsi alla cattiva organizzazione di una Questura o di un Comando Provinciale dell'Arma o di altre forze di Polizia.
Una adeguata organizzazione incide sulla offerta complessiva del servizio di sicurezza ma non è l'unico elemento dello stesso e va sottolineato che nel nostro territorio si è persa, negli anni, purtroppo, una sana abitudine, quella del rapporto costante tra i rappresentanti delle Forze dell'Ordine e le istituzioni parlamentari, i sindaci e le altre Istituzioni in genere, nè si sente più parlare dei comitati dell'Ordine e della Sicurezza Pubblica.
Insomma, manca una sede dove ci si scambiano le informazioni e si possono analizzare le situazioni a rischio e l' evoluzione dei fenomeni criminosi. Certo ci sono le varie "feste" delle Forze di Polizia che ogni anno fanno il punto della situazione, ma non possono certo colmare in maniera organica, la mancanza di una sede che faccia il punto sulla sicurezza e la legalità in un determinato territorio.
In genere, in questa festa parla solo il Governo così come è successo a Brindisi.
Tutti sanno che i problemi ci sono e che non basteranno le dichiarazioni di volontà o le frasi di circostanza a cambiare le cose, almeno nel breve tempo .
Bisogna, veramente, fare qualcosa di più! Innanzitutto, investire con finanziamenti adeguati e finalizzati alla sicurezza, che vanno dirottati nei territori più a rischio. Il Governo, invece, nelle varie finanziarie, taglia i fondi per la sicurezza. Occorre investire sulle risorse umane (i lavoratori della sicurezza sono pagati troppo poco per il lavoro troppo a rischio che fanno!) e vanno rivisti gli organici. I criteri di definizione degli organici sono sempre quelli stabiliti 20 anni fa. Oggi però sono cambiati gli indici di criminalità e si sono diversificati i fenomeni, così come è cambiato il sistema di controllo del territorio e la concezione dello stesso. Rispetto all'evoluzione dei fenomeni criminali non si può rispondere con la presenza di un poliziotto o carabiniere stabilita in base al rapporto con il numero degli abitanti. Occorre pensare questa presenza con maggiore flessibilità ed elasticità in modo tale che gli aggiornamenti delle piante organiche si stabiliscano sulla base degli indici di criminalità e di tipologia della stessa per rispondere al bisogno di sicurezza di un determinato territorio. E' necessario investire risorse da destinare alla formazione del personale per accrescere la professionalità delle Forze dell'ordine, così come rivendicato dal sindacato in più occasioni ed in diversi modi.
Considerare la sicurezza una "priorità" del Paese è assolutamente necessario ma se non si ha un progetto e non si affrontano in maniera decisa e puntuale alcune questioni si rischia di fare solo della propaganda e si può correre involontariamente il rischio di scaricare le responsabilità sui funzionari dello Stato, prime vittime di un sistema "pesante" che non permette loro di rivendicare a viva voce più attenzione e più investimenti.
La denuncia forte venuta avanti da diversi Sindacati non può che essere raccolta e, al di là delle celebrazioni, l'auspicio è che la maggioranza di Governo raccolga il grido di dolore di centinaia di nostri uomini (e per fortuna ora anche donne) ogni giorno impegnati a salvaguardare la sicurezza e la legalità nel nostro territorio. Non bastano i riconoscimenti, sia pure graditi, ancorchè insufficienti per ripagarli del loro attaccamento al lavoro. I cittadini vorrebbero vivere senza la paura ed in paesi sicuri e questo rappresenta, per le Forze dell'ordine un impegno, ma per chi governa deve essere un dovere morale.
Sen. Rosa Stanisci
UFFICIO STAMPA SEN. ROSA STANISCI
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