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Brindisi, Rigassificatore, Di Schiena invoca misure durissime da parte degli enti locali



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Brindisi, 27/05/2005

Rigassificatore, Di Schiena invoca misure durissime da parte degli enti locali



L’amministratore delegato della LNG ha detto ai giornalisti che il rigassificatore non inquina, non è pericoloso, non è in contrasto con la vocazione marittima e turistica della città, darà lavoro ed arrecherà altri enormi benefici.
Ha insomma affermato implicitamente ma chiaramente che i cittadini di Brindisi e gli amministratori locali sono degli sprovveduti non in grado di cogliere da soli la preziosità del regalo che stanno per ricevere ed ha lamentato il fatto che «per difetto di comunicazione» non è stato loro spiegato come stiano veramente le cose.
Incredibile ma vero!
E non basta: perché il rappresentante della società ha tenuto puntigliosamente a precisare che il cartello di annuncio dei lavori di costruzione non è un fatto simbolico dal momento che «i lavori sono già iniziati al largo di Capo Bianco il 21 aprile scorso con la sistemazione in mare delle boe che delimitano il sito, mentre le imprese appaltatrici stanno operando già fuori dal sito».
Si tratta di dichiarazioni che superano in negativo la più pessimistica delle immaginazioni e che danno la misura di quale sia la cultura democratica, il rispetto per le comunità locali e la sensibilità civile di chi sta mettendo così pesantemente le mani sul nostro territorio, i nostri interessi e la nostra vita.
Ma perché la LNG ha voluto far sapere con tanta solerzia e iattanza che si tratta di un effettivo inizio dei lavori? Si è tentato certo di imboccare la via del “fatto compiuto” ma sorge anche il sospetto che la società punti a provocare (anticipandoli) interventi amministrativi inibitori con l’intento di insorgere giudizialmente contro di essi e con la speranza di bloccarli accreditando cosi artificiosamente una sorta di legittimità delle attività costruttive intraprese.
La LNG non si deve però fare illusioni perché tale strada può riservare ad essa amare sorprese e deve sapere, ferma restando la rilevanza delle questioni in ordine alla regolarità delle procedure seguite, che la contestazione con la quale dovrà fare i conti è più radicale e più ampia in quanto attiene alle attribuzioni degli enti locali (e della Regione) ed al rapporto di queste attribuzioni con i poteri del governo centrale. Un problema di grande rilievo politico-istituzionale che può anche avere importanti risvolti giudiziari persino sul versante costituzionale.
La questione centrale, che dovrà essere opportunamente richiamata anche in eventuali sedi giudiziarie, è allora quella che parte dalla considerazione per la quale la domanda di un nuovo modello di sviluppo, con il conseguente “no” al rigassificatore, è stata avanzata da migliaia di cittadini appartenenti a tutti gli orientamenti politici.
Si è trattato di una domanda di popolo fatta propria, durante la campagna elettorale amministrativa del 2004, da tutte le forze politiche: una scelta questa che ha avuto l’avallo del voto e che è stata poi tradotta in formali delibere da parte dei Consigli comunale e provinciale di Brindisi e che ha trovato poi accoglimento negli orientamenti della Regione Puglia. Ci sono stati, è vero, consensi alla realizzazione del rigassificatore, espressi peraltro dalle vecchie amministrazioni in forme e modalità che meriterebbero adeguato approfondimento forse anche in sede giudiziaria, ma in ogni caso non è ammissibile una “continuità amministrativa” che possa vanificare la nettissima “discontinuità politica” che le attuali amministrazioni hanno motivatamente segnato rispetto al passato.
La Costituzione riconosce alle amministrazioni locali una “autonomia” di funzioni e di poteri disciplinata poi dalla legge ordinaria.
Ne consegue che la legge ordinaria non può, senza esporsi a censure di costituzionalità, limitare tale “autonomia” fino ad annullarla del tutto in una materia, quella appunto riguardante il progettato sviluppo economico col rifiuto del predetto impianto, una materia cioè che costituisce il nucleo centrale del programma politico-amministrativo del Comune e della Amministrazione Provinciale. La legislazione in questione deve essere pertanto interpretata alla luce dei principi e delle scelte costituzionali, con particolare riferimento a quelle che recentemente hanno rafforzato le autonomie degli enti locali.
Ora di fronte al passaggio della LNG ad atti effettivi di costruzione del rigassificatore, il Comune e l’Amministrazione Provinciale, oltre ad esperire tutti i possibili rimedi sul piano amministrativo e sul versante giudiziario, dovranno porre una decisiva questione politica ricorrendo, come extrema ratio e nelle forme ritenute più adeguate ed opportune, alla sospensione delle funzioni democratiche degli organi di governo locale fino alla rimozione di decisioni definitive che condannerebbero tali organi all’esclusivo svolgimento di compiti di ordinaria amministrazione.
Il Governo dovrà così essere messo di fronte alla responsabilità di provocare, con le sue scelte, la sospensione del funzionamento democratico degli enti locali con la conseguente nomina non tanto di un “commissario ad acta” (quello previsto dal Decreto Legge sulla competitività) quanto di un “commissario con pieni poteri”, una sorta di podestà per il Comune e di proconsole per la Provincia. Il resto lo farà certamente la protesta civile e democratica ma durissima dei cittadini

Michele Di Schiena


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