Brindisi, 16/06/2005
Rigassificatore: interviene Pino Romano
Da sempre, le azioni che determinano cambiamenti profondi, sono esposte a contestazioni, approfondimenti, riflessioni suppletive perché il cambiamento in sé connota tutto ciò.
Se poi il cambiamento è riferito ad equilibri politici, economi o sociali, va da sé che la riflessione suppletiva rischia di divenire conflitto e l’approfondimento può produrre lacerazioni.
Vi sono poi condizioni ordinarie in cui si sviluppa la discussione, e condizioni speciali; l’approssimarsi di una importante e delicata competizione politica generale è oggettivamente una condizione speciale.
In questo contesto tutto viene amplificato, e gli interessi in campo rischiano, magari loro malgrado, di trovarsi nel tritatutto della visibilità e della loro rappresentanza.
La storia politica ed economica di questa nostra Provincia certifica che ogni qualvolta ha regnato sovrana la confusione e la contrapposizione politica ed istituzionale, gli interessi forti hanno marciato speditamente e in materia di politiche industriali e in materia di politiche ambientali.
I risultati sono evidenti e sotto gli occhi di tutti; una riflessione su questo si impone senza rischiare di apparire filo o anti politiche industriali. Non serve alla causa sostenere che “io ci sono in modo convinto” o che “essendoci dalla prima ora, sono più credibile di altri”; entrambe le tesi appartengono alla dicotomia manichea dei buoni da un lato ed i cattivi dall’altro.
La realtà, quasi sempre, è più complessa perché il bisogno, quello più vero, è esposto alle più ardite strumentalità.
Brindisi, oggi, rivive il dramma della sua storia recente;
da un lato la legittima pressione occupazionale e dall’altro la risposta panacea del grande insediamento industriale. Fu così con la nascita del polo chimico che “svuotò Paesi e campagne”, è stato così con l’insediamento energetico e gli esuberi successivi alla costruzione o i mugugni sui dispositivi di gara che tagliavano fuori l’imprenditoria locale, è così ora con l’impianto di rigassificazione.
La discontinuità con la sua storia, Brindisi oggi la vive con la inedita convergenza Istituzionale che si è determinata sull’investimento ipotizzato: Comune capoluogo, Provincia e Regione uniti nel dichiarare la indisponibilità ad ospitare l’impianto, rivendicando una sorta di autodeterminazione del territorio sui temi dello suo sviluppo.
La sfida è lanciata, ma la sfida va colta oppure no! E quando parlo di sfida non mi riferisco al si del Governo all’impianto, ma all’intero sistema della rappresentanza sociale, datoriale, politica oltre che Istituzionale.
Mi vengono in mente cattivi pensieri, tanto per richiamare una frase ad effetto, quando si propone la ricerca di punti di mediazione; mediazione su cosa, sulla dimensione dell’impianto o magari sul sito con il pensiero rivolto a Cerano ed al suo specchio di mare.
Come mi pare politicamente poco accorta l’assunzione delle problematiche di una parte del problema, garantendo loro la interlocuzione con il Governo centrale; in questo caso mi sfugge sia l’obiettivo da delegittimare che il fine ultimo.
Ambigua la dichiarazione del Ministro Matteoli: il governo dice si ma il territorio la pensa diversamente, però il Governo dice si.
La convergenza istituzionale trovata al Consiglio Comunale di Brindisi ed al Consiglio Provinciale legittimano la volontà democratica espressa dal territorio, a meno ché non si considerino le Assemblee elettive un incidente di percorso.
Il Presidente Errico ed il Sindaco Mennitti hanno con autorevolezza rappresentato, in questa fase concitata, quelle volontà dimostrando determinazione e chiarezza di intenti.
Ora, partendo dalla autorevole pronuncia delle Istituzioni pugliesi, occorre lavorare sodo e da subito per cantierizzare uno sviluppo autodeterminato.
Al presidente Errico, al quale va la mia solidarietà e stima, il compito più arduo perché le competenze e le funzioni della Provincia contribuiscono in maniera determinante a sostenere scenari economici diversi dagli attuali. La spesa di investimento pubblica va velocizzata e cantierizzata.
La attenzione verso le tematiche ambientali dimostrata a proposito del rigassificatore, va mantenuta quando si affronterà il rinnovo delle convenzioni con le aziende produttrici di energia e ad esse va posto con forza il tema del risarcimento ambientale dovuto a quel territorio; e quando dico questo non penso al ticket sull’energia prodotta, ma ad investimenti massivi per mitigare l’impatto, per rimboschire aree vaste, per bonificare e rimineralizzare terreni agricoli.
Quanto sarebbe utile alla causa analizzare i fondali dello specchio di mare antistante la centrale per sapere se e quanti metalli pesanti si sono depositati con lo scarico delle acque di lavaggio della centrale stessa; ma questo è un altro argomento.
Notevole l’intuizione della Provincia di ospitare stabilmente a Brindisi una task force Istituzionale del settore aeronautico, come strategico é, per il territorio, il rilancio della Cittadella della ricerca.
Si lavori alacremente per la nascita del distretto agro-alimentare e si facciano decollare i PIT 7 e 8.
Si convochino gli stati generali dell’economia e del lavoro e con essi si definisca il piano di tutela ambientale della nostra Provincia e l’accordo di programma quadro; risorse ingenti e opportunità inimmaginabili. Occorre passare rapidamente dallo studio alla cantierizzazione; i fatti sono sempre stati la risposta migliore allo scetticismo.
Al centro sinistra dico che la migliore visibilità è data dalla forza delle idee, dalla capacità di rappresentare e soddisfare bisogni primari della gente.
Giuseppe Romano
Consigliere Regionale DS
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