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Brindisi, Marcello Rollo su "la politica del notaio"



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Brindisi, 20/06/2005

Marcello Rollo su "la politica del notaio"

Il dibattito politico brindisino ha del surreale.
L’occasione che ci ha fornito i rigassificatore è di quelle epocali; è l’occasione che ogni politico locale attende per uscire dal proprio ruolo circoscritto e limitato da volontà di enti che la legge pone al di sopra del proprio.
Il si o il no a questo impianto avrebbero potuto dare la stura ad una serie di valutazioni alte, finalmente potendo partecipare ad un dibattito sul futuro complessivo di questa terra.
Tutto ciò se soltanto il confronto fosse stato più pacato.
Non che la scelta o meno dell’impianto della LNG sia talmente esaustiva dell’intero sviluppo ma quanto meno ciò ci avrebbe portati a ragionare in termini complessivi. Così non è stato e la china che la discussione oramai prende è di quelle che non fanno presagire nulla di buono.
Il peggio è rappresentato dalle uscite del presidente dell’amministrazione provinciale che forse per una sorta di deformazione professionale intende la sua funzione politica come una sorta di notariato teso a porre il timbro di legittimità sulle azioni altrui.
Sembra quasi che chiunque abbia un’idea da esporre debba prima essere autorizzato dal notaio che con rapidità pari a quella del suo studio privato, ammonisce, censura, promuove. Ma se è vero che questa forte visibilità produce profitti sempre maggiori al notaio ne produce un po’ meno al politico.
Se nella vita di tutti i giorni chiunque di noi è costretto a pagare fior di quattrini per ottenere un timbro notarile che assorbe con voracità parte dei nostri sacrifici quotidiani non è detto che in politica debba avvenire la stessa cosa. Sempre più ampi settori della società civile richiedono risposte rapide e credibili e non semplici slogans .
Il presidente-notaio Errico ha deliberatamente ed artatamente confuso il dibattito attorno allo sviluppo di questa città e lo ha fatto con scienza senza farsi mancare nulla del peggio delle armi politiche.
Dopo le mobilitazioni di piazza anti inquinamento con tanto di maschere antigas e palloncini colorati, si è passati all’indicazione del sistema di potere occulto da svelare in nome della verità passando per le crociate anti Francavillesi; speriamo solo che nessun consiglio circoscrizionale si esprima in termini di dubbio sul rigassificatore altrimenti la battaglia potrebbe diventare rionale.
Ma credo che ci sia molto di più nelle uscite notarili del presidente: ciò che si legge chiaramente è il tentativo di monopolizzare il dibattito in chiave ecologista sino ad aprile del prossimo anno per poter sfruttare al meglio in occasione delle prossime elezioni politiche tutta la propria notorietà.
Non posso leggere altrimenti i violenti attacchi personali perpetrati contro un autorevole membro di governo quale l’Onorevole Vitali e Massimo Ferrarese in qualità di presidente di una delle più prestigiose associazioni di categoria definiti spregiativamente francavillesi. Da consigliere regionale eletto in questa provincia mi sento tanto anch’io francavillese quanto fasanese, ostunese, latianese ecc. ecc.
In verità ciò cui ci costringe il presidente –notaio è una caduta di stile che avverto tutta nello stesso momento in cui scrivo con un di più di spreco di energie che invece, come tanti, vorrei dedicare a ragionamenti pacati e produttivi. Il dibattito oltre che inutile è monco poiché manca dall’altra parte la voce dei partiti del centro sinistra che stento a riconoscere in quella del presidente.
Questo tipo di discussione fatta di insulti sconsiderati non appartiene alla storia ed alla capacità di dialogo del centro sinistra che in molte sue parti è formata da intelligenze vive e pronte alla discussione produttiva. Non riesco ad interpretare la voce del notaio-presidente come la voce dei partiti che sostengono la sua giunta.
Abbiamo bisogno di confrontarci civilmente, noi del centro destra, con uomini disponibili alla discussione mite ancorché ferma e risoluta; al “sistema di potere francavillese” apparteniamo un po’ tutti noi che non abbiamo sostenuto Michele Errico, da me al Sindaco Mennitti e poi Mele, il Senatore Curto, i consiglieri provinciali d’opposizione, gli altri rappresentanti della Casa Delle Libertà, e tutti coloro che ancora credono che si possano esprimere le proprie opinioni in libertà senza timore di essere indicati quali collusi o corrotti o disponibili ad esserlo.
Auspico un dibattito nel quale ancora manca la tradizionale voce pacifica e costruttiva del centro sinistra.

COMUNICATO STAMPA
Marcello Rollo

Consigliere Nazionale di Forza Italia


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