Brindisi, 24/06/2005
La provincia sul fenomeno dell'immigrazione
La provincia di Brindisi convive da quindici anni con il fenomeno dell’immigrazione. Un aspetto destinato comunque ad incidere nel tessuto sociale e non solo per i risvolti prettamente culturali. L’argomento è stato approfondito nell’ambito del convegno organizzato da Provincia di Brindisi, Camera di Commercio e Unimed sul tema “Mediterraneo: dalla dichiarazione di Barcellona alla politica di prossimità”.
Alla presenza di autorevoli esponenti internazionali, come nel caso dell’ambasciatore algerino Mokhtar Reguieg, del vice capo della missione diplomatica del Marocco Fadlallah M. Fellat e del consulente politico dell’ambasciata della Repubblica d’Egitto Omar Selim, il professor Luigi Manfra dell’Università “La Sapienza” di Roma è intervenuto nel dibattito del convegno affermando che “deve essere affrontato il problema ineludibile di come promuovere un consistente flusso di investimenti diretti europei che consenta ai paesi mediterranei di accrescere la domanda di lavoro e di assorbire, almeno in parte, l’eccesso di manodopera.
In questa prospettiva la creazione di una zona di libero scambio nell’area mediterranea potrebbe attirare investimenti non soltanto, come avviene oggi, a causa dei differenziali salariali, ma anche per soddisfare la domanda di un mercato interno potenziale di ampie dimensioni.
La firma ad Agadir, nel febbraio 2004, dell’accordo per realizzare una zona di libero scambio tra Egitto, Giordania, Marocco e Tunisia potrebbe essere il punto di partenza indispensabile per promuovere gradualmente una diversificazione e un maggior dinamismo delle economie di questi paesi. A questo obbiettivo, centrale nella politica di cooperazione tra le due sponde del Mediterraneo, dovrà essere affiancata una nuova politica dell’immigrazione che incoraggi flussi regolari che consentano di rispondere ai bisogni del mercato del lavoro europeo senza creare problemi sociali. Gli effetti di una tale politica saranno positivi anche per i paesi di origine per i quali l’emigrazione, se temporanea, non soltanto non dà luogo ad un deupaperamento del capitale umano ma, al contrario, lo arricchisce attraverso le esperienze professionali acquisite all’estero”.
COMUNICATO STAMPA ASSINDUSTRIA BRINDISI
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