Brindisi, 24/06/2005

Concluso il convegno: “Città d’acqua – il modello Brindisi”


Si è concluso il convegno internazionale di studi sul tema “Città d’acqua – il modello Brindisi”.
All’interno del terminal passeggeri di Costa Morena, alla presenza del ministro allo Sviluppo e alla Coesione Territoriale Gianfranco Miccichè e del vice ministro alle Attività Produttive Adolfo Urso, si è chiusa la due giorni organizzata dal Comune di Brindisi e dall’Autorità Portuale di Brindisi.
Nel suo intervento, il presidente dell’Authority Luigi Giannini ha spiegato che “la riqualificazione del water front rappresenta un’occasione strategica per la città e per il suo porto. Sviluppo urbano e crescita portuale – ha proseguito Giannini – rappresentano due volti della stessa medaglia. Una linea di sviluppo compatibile tra due realtà confinanti che si configura come ricerca del punto di equilibrio tra esigenze della portualità e della vivibilità cittadina e che deve essere avvertita come una necessità prioritaria degli Enti preposti allo sviluppo di una città marinara”.
Poi è stata la volta del presidente della Provincia Michele Errico, il quale ha sottolineato la “necessità di preparare il futuro partendo dal passato, ovvero dall’esistente”. Errico ha fatto riferimento anche alla vicenda-rigassificatore, ribadendo “la volontà comune degli enti locali, Regione compresa, di voltare pagina” e puntando l’attenzione sul fatto che “l’impianto proposto dalla Brindisi LNG costituisce una spada di Damocle che impedirebbe di fatto qualsiasi sviluppo del porto e dell’intero territorio”.
A seguire, l’intervento del presidente della Camera di Commercio Salvatore Tomaselli, il quale ha affermato che “il convegno promosso da Comune ed Autorità Portuale “assume ancora più importanza, atteso che non si parla di un mero progetto di riqualificazione urbana. Lo dimostra la massiccia partecipazione ed il grande interesse che ha suscitato non soltanto tra gli addetti ai lavori, ma anche tra i cittadini”. “Brindisi – ha proseguito Tomaselli – sta pagando i gravi errori compiuti in passato che ne hanno frenato lo sviluppo e condizionato la crescita economica. Basta, quindi, parlare di ‘sviluppo nuovo’: lo sviluppo non ha aggettivi. Esiste o non esiste. Oggi ci troviamo in una fase in cui è necessario mettere in moto un meccanismo che garantisca una crescita non solo economica, ma anche sociale e culturale. Per fare questo è necessario unire le forze, al di là delle colorazioni politiche. Oggi più che mai è fondamentale che le istituzioni parlino la stessa lingua ed abbiano un obiettivo comune”.
Ha fatto seguito l’intervento del sindaco Domenico Mennitti. Dopo aver sottolineato lo scopo principale del convegno – “quello, cioè, di far uscire Brindisi dal ruolo di emarginazione in cui è stata relegata” – il primo cittadino ha sottolineato come “la particolare posizione geopolitica e geoeconomica attribuisca alla nostra città una preziosa centralità nel Mediterraneo che può favorire opportunità di crescita ed una progressiva internazionalizzazione dell’economia locale. E’ indispensabile, però, annodare una forte trama di rapporti istituzionali fra gli enti che sono espressione del territorio, senza escludere gli operatori socio-economici attivi a livello locale. Il Comune, dunque, non deve più essere inteso come ‘erogatore’ di servizi, ma come un soggetto che, attraverso interventi di coordinamento sulle economie parallele, sia più attento alla promozione dello sviluppo.
Con questo convegno, l’Amministrazione comunale intende lavorare alla diffusione di una cultura che ponga al centro dell’attenzione temi di interesse generale quali la qualità della vita, la sicurezza, l’ammodernamento della pubblica amministrazione, le strategie economiche, le politiche sociali. Sono due gli obiettivi che ci siamo prefissati con questo convegno – ha proseguito Mennitti. “Intanto, recuperare la lacerazione tra città e mare. Il fatto che il porto, la costa, le marine siano rimaste sempre fuori dagli strumenti urbanistici, come se fossero corpi estranei a Brindisi, indica una grave perdita di identità. Siamo consapevoli di dovere affrontare grandi difficoltà, ma non intendiamo abdicare alla nostra funzione di guida.
Come affermano gli studiosi, abbiamo di fronte ipotesi di declino, ma anche occasioni di svolta. Noi vogliamo misurarci sul secondo fronte ed intendiamo subito intervenire per evitare che gli ostacoli diventino macigni insuperabili. In questa prospettiva la salvaguardia ed il recupero della polifunzionalità del porto è prioritaria: in questa direzione va visto l’avvio delle procedure per adottare velocemente un nuovo piano regolatore che preveda la costruzione di un porto di servizio all’area industriale brindisina e localizzi lontano dalla città e dal suo porto turistico e commerciale il traffico di combustibili.
Ecco perché la realizzazione dell’ipotesi di costruzione del porto industriale si configurerebbe come la più grande operazione di marketing territoriale del Mezzogiorno d’Italia, atteso che renderebbe agibile la più vasta e qualificata area di offerta insediativa in una zona fortemente infrastrutturata, con un enorme riserva di capitale umano qualificato, collocata in una zona di frontiera della nuova Unione Europea a 25 paesi, proiettata a rappresentare il naturale bacino di interscambio con tutte le economie dell’Est europeo e del Sud Est del Mediterraneo”.
Dopo l’intervento del sindaco, è stata la volta dell’architetto spagnolo Miguel Corominas Ayala, il quale ha illustrato lo studio di fattibilità per il recupero del water front del porto di Brindisi realizzato per conto dell’Amministrazione comunale. Il progettista ha fatto un raffronto tra i porti di Barcellona, Baltimora, Rotterdam e Mahon (nell’isola di Minorca). “Brindisi – ha affermato l’architetto Corominas – ricorda molto lo scalo di Barcellona degli anni ’70: porto urbano poco utilizzato, chiuso in molti tratti, poca attività della città vicino al porto, ritmo lento nell’attività urbana, mancanza di attività terziarie, mancanza di attività turistica, bassa attività commerciale.
A suo favore, invece, Brindisi dispone di un insieme di fattori positivi che possono aiutare a cambiare la tendenza attuale e cioè un bellissimo porto urbano che deve diventare uno degli elementi di supporto della modernizzazione della città, dimensioni sufficienti e con possibilità di trasformazione per la poca pressione da parte dei promotori immobiliari, un’importante zona industriale capace di ospitare nuove attività e nuove imprese, importanti infrastrutture di trasporto ed una sufficiente rete viaria di superstrade.
Per questi motivi – ha concluso l’’architetto – si rende necessaria una riforma urbanistica nell’area del porto con l’introduzione di spazi liberi ed attività convenzionali, un riordino del sistema viario e dei parcheggi attorno al centro storico ed alla stazione ferroviaria, il miglioramento della stazione ferroviaria e dell’area adiacente, il potenziamento delle attività portuali ed industriali, l’introduzione di attività terziarie nuove ed il potenziamento di attività legate al turismo”.
Nel corso del suo intervento, Salvatore Vescina, Componente dell’Unità di Valutazione degli Investimenti Pubblici del Ministero dell’Economia e delle Finanze, ha affermato che “solo essenziali strategie condivise, regole certe, azioni coerenti da tutti gli attori di un processo corale ma rispettoso dei ruoli potrà garantire il successo della iniziativa del ‘water front’, per colmare i ritardi di sviluppo del Mezzogiorno, per rilanciare la competitività italiana ed affrontare con slancio le sfide del nostro tempo”.
Il professor Massimo Lo Cicero, docente di Economia presso l’Università di Tor Vergata di Roma, ha sottolineato “la necessità di costituire in tempi brevi la società pubblica tra Comune, Provincia, Regione, Camera di Commercio e Autorità Portuale (da aprire successivamente ai privati) che dovrà gestire l’attuazione del progetto di recupero del water front dello scalo brindisino e dalla quale dovranno emergere proposte concrete e di immediata realizzazione”.
Il ministro allo Sviluppo e alla Coesione Territoriale Gianfranco Miccichè ha avuto parole di apprezzamento per l’iniziativa del sindaco Mennitti, soprattutto perché – ha affermato – spesso si è portati a pensare che il Governo non abbia mai le risorse da destinare ai progetti del Mezzogiorno, quando invece è esattamente il contrario: le risorse ci sono e sono disponibili, mentre esiste una grave carenza di progettualità. Brindisi – ha proseguito il ministro – si distingue in tal senso e posso dire sin da ora che, non appena Comune e Autorità Portuale presenteranno il progetto definitivo relativo allo studio di fattibilità per il water front dello scalo brindisino, il Governo sarà pronto a reperire in tempi brevi le risorse necessarie a finanziare la sua realizzazione”.
Anche il vice ministro alle Attività Produttive Adolfo Urso ha avuto parole di elogio nei confronti dell’iniziativa ed ha aggiunto di concordare “con il ministro Miccichè quando afferma che il Governo darà il suo contributo al progetto. Un contributo che non sarà solo di tipo economico – ha aggiunto – ma anche in termini di competenze”.

AMMINISTRAZIONE COMUNALE DI BRINDISI