Brindisi, 30/06/2005
Edipower: Forum, "facciamo chiarezza sulle responsabilità
L’autorità giudiziaria ha dunque rigettato l’istanza di dissequestro del carbonile utilizzato dalla centrale di Brindisi Nord ponendo a base del provvedimento sia l’esigenza di completare gli accertamenti in corso per verificare la sussistenza di illeciti penali e sia l’inadeguatezza delle misure adottate da Edipower per impedire la dispersione della polvere di carbone.
I giudici hanno ritenuto infatti che le «misure transitorie» (nuove barriere antivento in un parco che rimarrebbe a “cielo aperto” in violazione delle prescrizioni dell’Allegato VI del D.M. del 1990, lavaggio dei camion, nastro temporaneo non chiuso) risultano tutte assolutamente inidonee ed insufficienti.
Questi chiari e convincenti rilievi chiamano in causa la responsabilità di Edipower che, invece di confermare – come ha fatto – la cassa integrazione per il personale dipendente, deve dare concreto contenuto alla dichiarata «disponibilità a ricercare ulteriori misure idonee a rendere possibile il dissequestro e la ripresa delle attività produttive».
Una disponibilità invero contraddittoria con le affermazioni di avere effettuato tutti i richiesti adempimenti e perciò di discutibile credibilità.
Quanto alle «misure definitive», per la valutazione delle quali i giudici ritengono necessario un «supporto tecnico» da acquisire in tempi ovviamente non «brevissimi», osserviamo che, in presenza di «misure transitorie» tali da comportare l’eliminazione delle riscontrate violazioni di legge, il problema dell’adeguatezza delle dette «misure definitive», certamente di fondamentale importanza, attiene al futuro e non dovrebbe essere quindi di ostacolo all’adozione di un provvedimento di dissequestro qualora si determinasse una situazione di ripristinata legalità in via provvisoria e ferma restando l’imprescindibile esigenza di addivenire, sotto il controllo giudiziario, a misure definitive in linea con la legge e tali da tutelare la salute pubblica.
Esprimiamo poi l’auspicio che, tenuto conto della rilevanza sociale che la questione assume per i diritti in gioco e per le conseguenze negative che si stanno scaricando con la cassa integrazione sulle spalle dei dipendenti dalla Centrale, sia fatto il possibile per eliminare le difficoltà e gli ostacoli che impediscono la conclusione degli accertamenti in corso da parte della magistratura per verificare l’inquinamento dei suoli del carbonile in tempi più brevi di quelli previsti per i primi di agosto che in pratica temiamo possano slittare al mese successivo.
La conferma da parte di Edipower della cassa integrazione a seguito della conferma del sequestro per la mancata eliminazione delle fonti di pericolo costituisce l’emblema di una gestione dell’economia locale che offende al tempo stesso il diritto alla salute ed il diritto al lavoro cercando strumentalmente di metterli l’uno contro l’altro. La risposta giusta è una sola: solidarietà attiva ai lavoratori in lotta ed accelerazione del cambiamento sul versante istituzionale e sociale.
COMUNICATO STAMPA FORUM AMBIENTE SALUTE E SVILUPPO
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