Brindisi, 08/07/2005
Cesare Dell’Anna a Frontiera
Proseguono le lezioni in programma per il corso di formazione per operatori socio-interculturali del progetto “Frontiera”, patrocinato dall’assessorato alle Politiche sociali guidato da Ada Spina e organizzato dall’associazione Culturale ed Artistica “S.M.T.M.”, presieduta dall’attore-regista Maurizio Ciccolella.
Nella sala conferenze del Museo provinciale “F. Ribezzo” si è svolta una lezione che ha riguardato la musica e l’intercultura tenuta da un docente di eccezione il trombettista, nonché fondatore degli Opa Cupa, Cesare Dell’Anna. Accompagnato dal chitarrista Adnan Hozic e dal bassista Michele Minerva, il leader degli Opa Cupa ha esordito raccontando la sua esperienza artistico-musicale che lo ha portato a riunire musicisti di diverse culture (Bosnia-Erzegovina, Albania, Italia meridionale, ecc.) per eseguire una ricerca di musica "al margine" fortemente influenzata da più stili: dalla pizzica, alla musica rom, alle melodie tzigane, alle influenze della tradizione klezmer, al folclore balcanico.
Attraverso le domande dei corsiti la lezione si è arricchita di contenuti andando ad analizzare le affinità e le divergenze tra queste diverse culture sia per quanto concerne le tecniche di esecuzione musicale che per il modo di intendere la musica. Una musica in grado di superare non solo le barriere linguistiche e culturali, sia tra musicisti che tra i musicisti e il pubblico, ma anche i pregiudizi e gli stereotipi. Alla teoria è poi seguita la pratica. I tre musicisti, infatti, hanno suonato alcuni brani del loro repertorio.
E proprio sugli stereotipi e sui pregiudizi è stata incentrata la lezione tenuta dal direttore del corso di formazione, Maurizio Ciccolella che, attraverso delle dinamiche intergruppo, ha alternato ai dati teorici quelli esperienzali, attraverso delle animazioni e dei giochi che avevano lo scopo di tradurre in pratica i riferimenti teorici.
“Il gruppo - dichiara Ciccolella – è il luogo per eccellenza in cui si impara il confronto con la diversità e dove si costruisce e si sperimenta fino in fondo il sentimento di appartenere. Ed è proprio nelle dinamiche tra i gruppi che si esplicano gli stereotipi e i pregiudizi. I primi da ridefinire anche come processi cognitivi normali per ciascun individuo, i secondi soprattutto nell’accezione di pregiudizio etnico da ripensare come processi mentali e sociali che conducono alla discriminazione”.
COMUNICATO STAMPA AMMINISTRAZIONE PROVINCIALE DI BRINDISI
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