Lecce, 13/07/2005
Rigassificatore: il Comune presenta ricorso al TAR
Il Comune di Brindisi ha presentato un ricorso al Tribunale Amministrativo regionale per la Puglia – sezione di Lecce – per chiedere l’annullamento, previa sospensione della sua efficacia, dell’autorizzazione concessa dal Comandante del porto di Brindisi alla ditta “Grandi Lavori Fincosit” per la costruzione di una barriera di protezione in località Capo Bianco. Si tratta di un’opera propedeutica alla realizzazione di ulteriori interventi finalizzati alla costruzione di un impianto di rigassificazione.
Nel ricorso, i legali dell’Ente locale brindisino (prof. Francesco Paparella e avv. Francesco Trane) fanno rilevare che l’autorizzazione fa riferimento ad una barriera di circa 200 metri, con la parte superiore in poliuretano e la parte inferiore in PVC, che sarà fissata al fondo marino mediante corpi morti. Il tutto, allo scopo di ‘mitigare la dispersione di sedimenti generati nella fase di versamento’. Il riferimento alla ‘colmata’, pertanto, è sin troppo evidente ed è per questo che il Comune di Brindisi ha inteso rivolgersi alla magistratura amministrativa perché venga sospesa, con effetto immediato, l’efficacia del provvedimento della Capitaneria di Porto.
Non va in alcun modo tralasciato, così come fatto rilevare ai giudici amministrativi, il ruolo centrale che ha il Comune nell’intera vicenda-rigassificatore, atteso che con l’Accordo sostitutivo di concessione demaniale marittima, stipulato il 4 febbraio del 2003 dall’Autorità Portuale e da BG Italia Spa, si stabilisce che esiste la facoltà di rescissione di tale accordo nel caso in cui non avvenga, tra l’altro, il rilascio della concessione edilizia per la realizzazione delle opere in questione. Ed a ciò vanno inevitabilmente aggiunti i convincimenti, espressi ripetutamente sul progetto, sia dal Consiglio superiore dei lavori pubblici che dal Ministero dell’Ambiente. Nel primo caso, infatti, si fa riferimento alla necessità di integrazioni progettuali “alla luce delle osservazioni, delle raccomandazioni e delle prescrizioni evidenziate” dalla terza sezione del Consiglio superiore dei lavori pubblici in data 9 giugno 2004, la quale, pertanto, ha espresso un netto parere “non favorevole”.
Quanto al Ministero dell’Ambiente, invece, è sin troppo evidente che assumono il carattere di prescrizioni le condizioni poste, a partire dalla necessità che “l’impianto sia realizzato una volta definiti ed attuati gli interventi di bonifica che si dovessero rendere necessari”.
Il Ministero delle Attività Produttive, poi, in più occasioni ha evidenziato ufficialmente che il progetto deve essere considerato “preliminare”.
Infine, la richiesta prescrittiva (fino ad oggi ignorata) formulata dalla Soprintendenza Archeologica di Taranto – in sede di variante del Piano regolatore portuale – di operare, sul luogo della prescritta colmata, ricognizioni sottomarine per individuare eventuali reperti archeologici sparsi tra Capo Bianco e le Isole Pedagne.
Per tutte le ragioni elencate, il Comune di Brindisi ha chiesto al Tar della Puglia l’accoglimento del ricorso e dell’istanza di sospensiva dell’autorizzazione concessa alla Grandi Lavori Fincosit dalla Capitaneria di Porto di Brindisi.
COMUNICATO STAMPA AMMINISTRAZIONE COMUNALE DI BRINDISI
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