Brindisi, 12/08/2005
Rigassificatore, Ass. Ambientaliste: Referendum tardivo e privo di senso
Si sono letti, sulla stampa, generici riferimenti ad ipotesi di un possibile ricorso all’istituto del referendum per decidere se fare o no il rigassificatore.
Ipotesi del genere hanno senso quando le istituzioni nutrono dei dubbi su scelte da prendere, situazione questa che nel nostro caso assolutamente non sussiste poiché le amministrazioni, che a diversi livelli rappresentano il territorio (Comune, Provincia e Regione), si sono espresse all’unanimità, e senza lasciare spazio a dubbi, contro tale insediamento.
Ne è inconfutabile conferma la recente mozione approvata all’unanimità dal Consiglio Regionale della Puglia che impegna il Presidente della regione ad adottare atti formali di annullamento o revoca dell’assenso a suo tempo prestato all’impianto del rigassificatore.
E ciò sulla base di validissime considerazioni fra le quali assume rilievo decisivo la seguente: “rilevato che gli orientamenti e le deliberazioni degli organi di governo locali hanno un grande valore democratico e istituzionale e sono fatti propri da questo Consiglio Regionale in quanto coerenti con le linee programmatiche della Regione”.
Ora se è vero che nell’ordinanza del TAR di Lecce e nella nota dei competenti servizi della Commissione Europea si sottolinea l’esigenza, in casi del genere, di una “consultazione popolare” (prevista dalla norme europee) e di una appropriata Valutazione d’Impatto Ambientale, tale riferimento è anche vero che è esclusivamente rivolto a mettere in rilievo le ritenute irregolarità della procedura, che sono poi sfociate nel decreto autorizzativo del 21/01/2003.
Ne discende l’assurdità di ipotizzare oggi un referendum di fronte a un fatto compiuto e cioè ad una procedura (a nostro avviso irregolare) che si è voluta far concludere con un provvedimento definitivo utilizzato dalla Brindisi LNG per tentare l’avvio dei lavori.
Oggi, per rispettare la democrazia e ripristinare la legalità, occorre una sola cosa: revocare il citato decreto autorizzativo del 21/01/2003.
Tutto il resto, comprese certe tardive “mediazioni” non serve e non può certo modificare una ferma volontà popolare espressa in termini di larga partecipazione e di precise pronunce istituzionali.
COMUNICATO STAMPA CONGIUNTO
Italia Nostra, Legambiente, WWF, Coldiretti-Terra Nostra, Fondazione “Dr. Antonio Di Giulio”, Fondazione “Franco Rubino”, Cobas, LAV, A.I.C.S., ARCI, Forum ambiente salute e sviluppo, Medicina Democratica, Comitato per la Tutela dell’Ambiente e della Salute del Cittadino, Comitato spontaneo cittadino “Mo’ Basta!”
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