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Mesagne, L'Assessore Zuffianò sui problemi dell'agricoltura



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Mesagne, 29/08/2005

L'Assessore Zuffianò sui problemi dell'agricoltura

L’Assessore alle Attività Produttive del Comune di Mesagne, Dott. Danilo Zuffianò, ha inviato una lettera aperta al Presidente della Regione Puglia, all’Assessore All’Agricoltura della Regione Puglia, ai Consiglieri Regionali Montanaro e Cappellini ed al Presidente della Provincia di Brindisi avente ad oggetto lo Stato di grave crisi del comparto agricolo.
Di seguito riportiamo il testo integrale della missiva.

L’agricoltura nel suo complesso e’ stata da anni abbandonata a se stessa per mancanza di programmazione e di una politica di sostegno tesa ad affrontare la globalizzazione dei mercati. dal costo della manodopera, agli oneri contributivi, ai costi di produzione e di gestione aziendale tra i piu’ alti in europa, tutte problematiche rimaste sulla carta ma che nessuno affronta in maniere seria ed organica.
Grano, olive, olio, uva da tavola e da vino, l’ortofrutta in genere pagano il prezzo di un totale abbandono da parte delle istituzioni.
Non e’ dato comprendere come sia possibile trovare sugli scaffali dei supermercati olio extravergine di oliva a 2-3 euro a litro; come non e’ dato comprendere come paesi limitrofi come la Spagna e la Grecia riescano a produrre a costi notevolmente inferiori pur attenendosi alle rigide regole della comunita’ economica europea.
Anche il grano, una delle colture piu’ tradizionali del territorio, non risulta piu’ essere renumerativo eppure i maggiori pastifici sono in italia.
Si parla tanto di filiera, di tracciabilita’ e di prodotti made in italy ma sugli scaffali non c’e’ traccia dell’origine della materia prima.
Per il vino, nonostante l’ottima qualita’ dell’uva di quest’anno, si prevede un prezzo al di sotto delle aspettative eppure la produzione e la vendita di vino italiano e’ in aumento.
Tutto cio’ fa rilevare una mancata corrispondenza fra quanto prodotto e quanto trasformato, evidentemente e’ carente l’azione di controllo sulla qualita’ e sull’ origine dei prodotti al fine di tutelare le produzioni italiane e pugliesi in particolare.
Sono necessarie iniziative politiche di sostegno per un verso e azioni di controllo e di seria regolamentazione di tutto il comparto agricolo ed agroindustriale al fine di promuovere ed incentivare realmente le produzioni di filiera che non possono non prescindere da rigorosi controlli che impediscano speculazioni e truffe.
E' del tutto inutile parlare di tracciabilita’, di filiera, di genuinita’ se poi si e’ invasi da prodotti di scarsa qualita’ senza alcun controllo organolettico e fitosanitario.
Come non e’ possibile parlata di pit o altre forme di finanziamento se non si offre agli imprenditori la prospettiva di una vera politica di rilancio del settore.
Venendo alla attuale crisi del pomodoro, va sottolineato che la stessa era facilmente prevedibile considerando le enormi giacenze esistenti almeno nelle locali industrie di trasformazione.
Tali giacenze risultano provocate dal fatto che le aziende locali, nonostante l’elevato livello qualitativo del loro prodotto, sono state costrette a confrontarsi negli ultimi anni con i prezzi stracciati offerti dalle aziende di altre regioni, campane in particolare, che non si riesce a capire come riescano ad immettere sulo mercato i loro prodotti a prezzi di oltre il 30% inferiori al prezzo di produzione delle aziende locali.
Riguardo a quanto denunciato dalla Coldiretti, i dati anicav al 16\8\2005 rilevano paradossalmente un aumento del prodotto ritirato dalle industrie conserviere superiore al 10% rispetto allo stesso periodo del 2004; eppure i dati parlano di un 30% in meno di produzione in campo rispetto all’anno precedente, di un severo attaco di virosi che ha distrutto estese piantagioni e di una severa crisi di mercato con pomodori rimasti sul campo invenduti.
Ad aggravare la situazione del comparto agroindustriale, e sempre in tema di controlli e regolamenti, ancora piu’ paradossale appare la posizione assunta dal ministro alemanno, il quale evidentemente non consapevole delle gravissime e reali problematiche di tutto il settore, ha permesso in data 3\8\2005 l’attivita’ di trasformazione a quelle aziende che erano state escluse dal riconoscimento dell’attivita’ stessa per non essersi attenute alle norme comunitarie, penalizzando ulteriormente le aziende sane, rispettose dei regolamenti ed in particolare le aziende locali da sempre sottoposte a rigorosi e reiterati controlli come del resto la legge prescrive.
In sede locale poi va rimarcata la totale assenza di una politica industriale rivolta al territorio da parte di una importante azienda di caratura nazionale, la quale non solo non ha mantenuto le aspettative che si speravano in termini di ricadute occupazionali e di crescita economica, ma rifiuta ogni tipo di confronto con l’amministrazione e con l’imprenditoria agricola locale.
La situazione nel suo complesso ha raggiunto un livello insostenibile e quindi necessita di interventi urgentissimi e concreti e faccio appello per l’ennesima volta a tutte le amministrazioni coinvolte, e al presidente della provincia e all’assessore regionale all’agricoltura in particolare, affinche’ ci si attivi immediatamente per la istituzione di un tavolo tecnico politico di discussione che scevro da proclami e da facile demagogia cerchi di porre rimedio ad una crisi che ormai ha assunto toni drammatici per le gravi ripercussioni, non inferiori a quelle del settore industriale, che si stanno avvertendo e che rischiano di degenerare nel campo sociale, economico ed occupazionale.

COMUNICATO AMMINISTRAZIONE COMUNALE DI MESAGNE - ASSESSORATO ATTIVITA’ PRODUTTIVE


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