Brindisi, 08/09/2005
Italia Nostra per la salvaguardia del porto di Brindisi
La segreteria della Sezione di Brindisi di Italia Nostra informa che il direttivo nazionale dell'associazione ha votato una delibera con la quale si inserisce la difesa ambientale del porto di Brindisi tra le priorità del programma di salvaguardia di Italia Nostra.
Tale documento è stato approvato dal Consiglio regionale pugliese della stessa associazione.
In allegato il documento del Presidente Nazionale di Italia
Nostra, Carlo Ripa di Meana, con cui si da notizia della delibera del direttivo nazionale dell'associazione sulla difesa ambientale del porto di
Brindisi ed il documento approvato dal Consiglio regionale pugliese della
stessa associazione.
Il Consiglio Direttivo nazionale di Italia Nostra, nella riunione del 23 luglio 2005, preso atto del documento approvato dal Consiglio regionale pugliese in data 26 giugno 2005 relativo alle problematiche del rigassificatorc previsto nel porto di Brindisi, fa proprie le ragioni ambientali, culturali e tecniche espresse dal Consiglio regionale pugliese. Pertanto
delibera
1. di inserire la difesa ambientale del porto di Brindisi tra le priorità del proprio
programma di salvaguardia;
2. di coinvolgere nel problema l'Associazione Europa Nostra e il REE (unanimità)
Il Presidente nazionale Carlo Ripa dì Meana
Al Segretario Nazionale di Italia Nostra
Il Consiglio regionale della Puglia, riunitosi in data 26 giugno 2005, dopo aver dato
ampio riconoscimento al considerevole lavoro svolto dalla sezione di Brindisi
relativo alla questione dell'impianto di rigassificazione che si vorrebbe costruire nel porto di Brindisi, ritiene utile, al fine di supportare ulteriormente tale azione, di chiedere il coinvolgimento della sede nazionale.
Si precisa che l'impianto che serve a riportare allo stato gassoso il metano per
immetterlo nella rete di metanodotti, classificato dai ministeri competenti "a rischio
di incidente rilevante". Il trasporto allo stato liquido avviene con navi di
130/140metri di lunghezza e movimenta 8 miliardi di metri cubi. Poiché si tratta di trasporto pericoloso vi saranno delle prescrizioni della capitaneria di porto per inibire
la navigazione in un determinato raggio per la durata delle operazioni di
ormeggio/disormeggio.
La localizzazione è prevista tra le isole Pedagne e la terraferma con una colmata di 25 ettari. Riguardo a quest'ultima esiste la prescrizione della Soprintendenza
archeologica ad effettuare ispezioni sottomarine per individuare relitti e reperti sparsi.
A tale proposito la sez.di Brindisi ha presentato un esposto alla Procura perché sono state date autorizzazioni per inizio lavori senza soddisfare la prescrizione.
Per quanto sopra esposto, i motivi per cui si vuole impedire la realizzazione
dell'impianto sono i seguenti:
il grave impedimento al traffico del porto turistico che si intende rilanciare;
l'impianto a rischio sarebbe ubicato vicino ad un insediamento ad elevato rischio
ambientale come il petrolchimico e confinante con un previsto deposito di carburante della Marina militare (quest'ultimo è in obiettivo militare);
la sua realizzazione contrasterebbe con il Piano di risanamento ambientale approvato nel 1998.
Si precisa infine che i Consigli provinciale e comunale hanno dichiarato il loro
dissenso.
Il presidente regionale
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