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Brindisi, Un sorriso per Cernobyl: "non dimentichiamo le vittime della tragedia"



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Brindisi, 11/09/2005

Un sorriso per Cernobyl: "non dimentichiamo le vittime della tragedia"

Si è appena concluso il “soggiorno terapeutico” dei bambini provenienti dalle zone interessate dal disastro nucleare della centrale nucleare di Cernobyl, ospitati a Brindisi nel trascorso mese di agosto presso alcune famiglie ancora sensibili al problema che è stato pubblicato il rapporto ONU relativo a quel disastro che ridimensiona l’entità dello stesso.
Il Comitato Solidarietà Legambiente “un sorriso per Cernobyl” di Brindisi CHIEDE RISPETTO PER LE VITTIME DELL’INCIDENTE.
Rispetto per coloro che sono morti in seguito all’incidente nucleare avvenuto quasi venti anni fa, ma anche per le persone che ancora oggi vivono nelle aree contaminate.
E’ quello che il Comitato “un sorriso per Cernobyl” di Brindisi chiede in seguito alla presentazione del documento sul disastro nucleare elaborato dal “Forum Cernobyl”, composto da un centinaio di scienziati, e raccolto in tre volumi per un totale di circa 600 pagine.
L’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica dell’Onu, uno degli organismi coinvolti nello studio insieme all’Organizzazione Mondiale della Sanità, riassume con una “riduzione ai minimi termini” l’incidente avvenuto nel 1986. Si parla di circa 50 morti direttamente correlabili alla catastrofe nucleare e di danni di gran lunga minori alle previsioni come se altri dati, quelli che parlano di incremento di malattie e di numeri ben più elevati di decessi appartenessero ad un’altra storia.
Tra poco si dirà che a Cernobyl non è successo nulla. Nessuno vuole entrare nel balletto dei numeri dei deceduti, ma è assurdo ridimensionare una delle più grandi catastrofi nucleari del nostro tempo.
La realtà è che gli effetti dell'incidente di Cernobyl si fanno ancora sentire. In Bielorussia il tasso di natalità è diminuito del 50 per cento, mentre si registra un forte aumento dei casi di cancro tiroideo.
E’ importante ricordare per esempio, in contraddizione a quanto riportato nel rapporto ONU, il caso del prof. Youri Bandazhevsky, anatomo-patologo, che lavorando per nove anni nei territori contaminati ha scoperto che il Cesio 137 distrugge progressivamente gli organi vitali.
Non solo nelle sue ricerche ha scoperto anche un tipo di cardiopatia direttamente correlabile alla presenza di Cesio nell’organismo. Proprio questo medico dopo aver pubblicato le sue scoperte è stato arrestato e condannato per presunta corruzione. Altro elemento preoccupante è il ritorno delle popolazioni nelle aree contaminate. Sono rientrate nei pressi della centrale più di mille persone che mangiano tutti i giorni cibo fortemente radioattivo e bevono acqua ai radionuclidi con conseguenze gravi per la loro salute i cui effetti si avranno tra decenni. In quelle zone aumentano le malattie, ospedali che non hanno farmaci, intere popolazioni rassegnate e abbandonate a sé stesse.
Il nostro Comitato ha aderito al “Progetto Cernobyl” di Legambiente, che continua ad operare nelle aree contaminate con progetti di cooperazione nelle aree contaminate, perchè siamo convinti dell’attualità del problema che riguarda milioni di persone e fra esse migliaia di bambini che più di altri risentono delle conseguenze dell’esposizione nucleare.
Daniele Metozzi, Presidente del Comitato Solidarietà Legambiente di Brindisi.

COMUNICATO STAMPA COMITATO SOLIDARIETA’ LEGAMBIENTE “un sorriso per Cernobyl” BRINDISI


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