Home | Le notizie | Lo sport | I canali | Le tue foto | Brindisi Links | E-mail |

.Le news di Brundisium.net
.Lo sport: calcio, basket, volley

.I canali di Brundisium.net:

...· Approfondimenti
...· Appuntamenti
...· Arte
...· Beauty & Wellness
...· Brindisi vista da...
...· Cinema
...· Economia
...· Formazione e Lavoro
...· Frequently Asked Questions
...· Isola di G. Sciarra
...· Le tue foto
...· Libri
...· Musica
...· Personaggi
...· Poesia
...· Pubblica utilità
...· Salute
...· Scompartimento
...· Stelle e Strisce
...· Teatro
...· Università
...· Viaggi
...· Video

Brundisium.net
.Ti dico la mia
.Saluti
.La bacheca del calcio
.Il tabellone del basket
.Il muro del volley
.Baci e carezze
.Alma Mater
.La Chat di Brundisium.net
.Indice del sito
.Invia le tue foto

Che tempo fa adesso a Brindisi?

Utenti attualmente connessi:

Roma, Violenza Stadi: l'on. Carbonella interviene in Parlamento



Ultime Mese Ricerca

Roma, 06/10/2005

Violenza Stadi: l'on. Carbonella interviene in Parlamento

Di seguito la trascrizione dell'intervento al Parlamento dell'On. Carbonella sulla violenza negli stadi:

GIOVANNI CARBONELLA:
Signor Presidente,
allorquando ci si accingeva ad affrontare il provvedimento in esame con il tema legato alla violenza negli stadi, francamente ero molto preso, tanto che mi sono impegnato a svolgere alcune ricerche ed a preparare un intervento scritto. Però, ci siamo trovati di fronte ad un decreto-legge ed alla posizione della questione di fiducia da parte della maggioranza.

Non ho alcuna difficoltà ad ammettere che l'ordine del giorno da me presentato ha un carattere di mera strumentalità. Si tratta di una scelta obbligata: è inutile ribadire il fatto che con il voto di fiducia si espropria il Parlamento delle proprie funzioni e si snatura la funzione del parlamentare che viene sottratto delle prerogative in ragione delle quali avrebbe l'opportunità di approfondire, esaminare, contribuire all'arricchimento di un provvedimento, ancorché importante e complesso come quello in esame anche per le implicazioni che esso comporta.

Si tratta di implicazioni di natura economica, sociale, civile e di ordine pubblico. È evidente che un fenomeno come quello della violenza negli stadi, che obiettivamente non è di recentissima attualità, ma è datato nel tempo, sarebbe stato necessario affrontarlo con parsimonia e con un impianto normativo organico, diversamente da quanto realizzato con il decreto-legge in esame. Per venire al dunque - perché non vorrei che si pensasse che la strumentalità è fine a stessa -, mi chiedo: come sconfiggere allora questa violenza, visto che il tema della violenza negli stadi è un evento ripetuto? Con semplici atti repressivi? Non credo. Con atti di natura preventiva? Ebbene, credo vi sia il bisogno di coniugare entrambi, se è vero, com'è vero, che ormai è difficile immaginare di poter andare allo stadio senza incappare in qualche disgrazia. Molte volte sogno e mi immagino lo sportivo che va allo stadio con la propria famiglia, che ci va in piena serenità, che entra in uno stadio dove non c'è rete di recinzione, né fossati di decine di metri, e dove oltre a tifare per la propria squadra possa, magari in maniera allegorica, «sfottere» l'avversario.

In alcuni stadi questo già avviene, come in Inghilterra, dove siamo affascinati dal fatto di vedere il terreno di gioco a contatto con i tifosi. Questo ci fa un po' rabbia, proprio perché il nostro paese non ha ancora realizzato quelle condizioni, probabilmente a causa di un deficit di carattere culturale. Pertanto, nel parlare di prevenzione e di repressione, intendo quanto segue: realizzare degli stadi la cui gestione sia affidata non ad un soggetto pubblico, come i comuni, bensì alle società di calcio; realizzare stadi che siano dotati di una serie di comfort, in modo tale che essi vivano al di là della domenica, diventando così un luogo di aggregazione oltre che un luogo più sicuro; modificare la cultura di desiderio di vittoria del tifoso, che è priva della capacità culturale di concepire la sconfitta; ampliare (nel decreto-legge c'è questo tentativo) le attività sportive nelle scuole, formando i giovani allo sport. Quest'ultimo è un aspetto encomiabile, però non è accompagnato da quelle risorse necessarie perché esso diventi un fenomeno di massa e non resti solo di élite.

Concludo, Presidente,
dicendo che, se vogliamo affrontare organicamente questo fenomeno, non possiamo non ampliare la platea di coloro che fanno sport, perché chi ha fatto sport ha in sé il germe della sportività e quindi di una cultura diversa rispetto a quella attuale, che fa del tifoso non una persona che va allo stadio per tifare, ma una persona che ci va per fare violenza.

Noi sappiamo chi sono i violenti e molte volte c'è superficialità o comunque non c'è quella rigidità che sarebbe invece necessaria per dare tranquillità agli sportivi e ai tifosi veri, che dovrebbero sostenere la propria squadra con un atteggiamento costruttivo e non violento, come invece si verifica.


Correlato su internet:


· La tua posta
· Segnala un compleanno
· Rassegna stampa
· Brundisium TV
· Sfondi per il desktop
· Fiamma - La sala giochi
· In chat
· Sondaggi
· Brindisi Links
· Statistiche


Chi siamo | Contattaci | Credits | Note per gli utenti | Indice del sito | | Brundisium.net in home page