Brindisi, 21/10/2005
Rigassificatore: Gli Ambientalisti dopo l'ordinanza del Consiglio di Stato
Le ordinanze con le quali il Consiglio di Stato ha accolto gli appelli della LNG s.p.a. contro le decisioni cautelari del TAR di Lecce in merito ai provvedimenti della Capitaneria e della Autorità Portuale di Brindisi concernenti l’interdizione della navigazione nello specchio d’acqua in concessione necessario per le opere propedeutiche alla costruzione del rigassificatore non hanno alcuna incidenza in ordine alla compatibilità democratica di un progetto contrastato non solo dalla stragrande maggioranza delle popolazioni interessate ma anche dalla ferma opposizione dei Consigli comunale, provinciale e regionale con deliberazioni approvate all’unanimità e quindi col consenso di tutte le forze politiche di maggioranza e di opposizione.
Secondo le nostre associazioni la via maestra da percorrere per bloccare il rigassificatore è quella politica perché è democraticamente impossibile immaginare che le amministrazioni locali vengano di fatto private della “autonomia”, costituzionalmente riconosciuta, di decidere il futuro del loro territorio con la progettazione di un nuovo modello di sviluppo economico che sarebbe negato in radice e colpito a morte da un megaimpianto incompatibile con tale scelta e peraltro estremamente pericoloso per l’incolumità pubblica in una area già esposta a gravissimi rischi di incidenti industriali.
E’ importante anche l’azione di contrasto da svolgere in sede giudiziaria ma sempre ponendo al centro di qualsiasi controversia le questioni sia della corretta interpretazione che della legittimità costituzionale dell’art. 8 della legge 24 novembre 2000 n. 340. E ciò perché delle due l’una: o tale norma viene interpretata nel senso che in base ad essa non si possono adottare provvedimenti che vanifichino l’autonomia politico-amministrativa degli Enti locali con la conseguente illegittimità del provvedimento autorizzativo del rigassificatore e quindi con la sua revoca da parte del governo o, in caso contrario, tale norma merita certamente fondate censure sotto il profilo della sua legittimità costituzionale.
E sotto questo profilo non andrebbe peraltro trascurato il rilievo che l’art. 8 della citata legge può risultare in contrasto con l’art. 117 della Carta Costituzionale, come modificato dalla riforma del 2003, la quale attribuisce alla legislazione concorrente dello Stato e delle Regioni la materia concernente le attività di «produzione, trasporto e distribuzione nazionale dell’energia». Questa disposizione costituzionale determina in merito una parificazione fra la potestà statale e quella regionale attribuendo ai due soggetti «pari dignità» con la conseguenza che alle Regioni spetta in siffatta materia un’ampia potestà normativa e più incisivi poteri amministrativi.
Va comunque precisato che le ordinanze del Consiglio di Stato del 18 ottobre scorso hanno natura cautelare e non definiscono quindi i processi che dovranno concludersi con regolari sentenze; che secondo tali ordinanze ogni eventuale riesame dell’originario decreto, anche ai fini di una sua verifica di compatibilità ambientale, spetta all’autorità ministeriale che lo ha emesso e che le opere in contestazione si riferiscono comunque alla sola prima fase del progetto. Il Consiglio di Stato non è entrato nel merito delle questioni di legittimità dell’originario decreto interministeriale del 21/01/2003 non ritenendo appropriata la sede prescelta e riservandosi in pratica ogni giudizio sul futuro appello, da chiunque proposto, nei confronti della attesa decisione del TAR di Lecce sul silenzio-rifiuto in ordine alla istanza di revoca dell’autorizzazione.
C’è bisogno allora di rilanciare e rafforzare la lotta con una costante azione di informazione e di sensibilizzazione delle popolazioni interessate così come è necessario far presente l’esigenza che venga portato a conclusione il mandato che il Consiglio Regionale ha affidato al Presidente Vendola e alla sua Giunta di revocare nelle forme ritenute giuridicamente appropriate l’ “intesa” a suo tempo accordata da parte della stessa Regione. Ed è necessario anche che le forze politiche locali e regionali facciano sentire con forza la loro voce agli organi nazionali delle rispettive formazioni politiche per indurre l’attuale governo a ritornare sulla sua scelta e per impegnare, all’esito delle elezioni politiche, il nuovo Esecutivo a cancellare il provvedimento autorizzativo contestato
COMUNICATO STAMPA
Italia Nostra, Legambiente, WWF, Coldiretti-Terra Nostra, Fondazione "Dr. Antonio Di Giulio", Fondazione "Franco Rubino", Cobas, LAV, A.I.C.S., ARCI, Forum ambiente salute e sviluppo, Medicina Democratica, Comitato per la Tutela dell'Ambiente e della Salute del Cittadino, Comitato spontaneo cittadino "Mo' Basta!"
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