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Brindisi, Ex Base Usaf: la Sen. Stanisci scrive ad Errico, Mennitti e Trizza



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Brindisi, 03/11/2005

Ex Base Usaf: la Sen. Stanisci scrive ad Errico, Mennitti e Trizza



La Senatrice dei Ds Rosa Stanisci ha inviato una lettera al Presidente della Provincia di Brindisi Michele Errico, al Sindaco di Brindisi, Domenico Mennitti e al Sindaco di San Vito dei Normanni, Antonello Trizza, sul riutilizzo dell’Ex Base Usaf.

Di seguito il testo integrale della missiva:


Egregio Signor Presidente, Egregi Signori Sindaci,
da anni seguo con attenzione il problema del riutilizzo dell’ex base Usaf, ormai dimessa dal governo degli Stati Uniti, nella quale per decenni centinaia di nostri lavoratori hanno prodotto reddito per se e per le loro famiglie.

Non sfugge alla vostra attenzione la necessità di discutere di un riutilizzo della base, il cui sito potrebbe essere usato in parte dall’Onu.
A questo proposito le trattative avviate dalle agenzie Onu col Ministero della Difesa e degli Affari Esteri stanno per concludersi con la firma di una carta di intenti che prevede l’utilizzo di 40 dei 180 ettari di terreno compresi nell’intera area.

Poiché ritengo che i protagonisti del territorio siano gli Enti locali, mi sono battuta perché fossero convocati e coinvolti la provincia di Brindisi ed i Comuni che hanno sempre interagito con l’area,cioè Brindisi e San Vito dei Normanni.

Ho insistito su una vicenda che vede il governo italiano e le agenzie internazionali discutere sulle sorti di una struttura del territorio e sul suo utilizzo perché ritengo necessario un confronto in loco. Infatti all’interno di quella base e soprattutto dalla parte che l’Onu utilizzerebbe, si dovrebbero cantierizzare opere di adeguamento e di ristrutturazione che potrebbero avere una ricaduta sul territorio ancora prima del passaggio ufficiale del sito dagli Usa all’Italia.

Il governo italiano, operando in deroga, consegnerebbe fin da ora all’Onu i 40 ettari richiesti. Vale la Pena ricordare che l’iter di passaggio dell’ex base Usaf da governo americano a quello italiano è stato completato il 23 Luglio 2003 con la firma di un verbale di consegna e di un accordo sul valore residuo delle infrastrutture realizzate dagli Usa. In virtù di tale accordo il governo italiano ha acquisito definitivamente la base che il 23 Luglio 2006 sarà di nuovo italiana.

Nell’accordo c’è il vincolo di non utilizzare e di non vendere alcune strutture pena la riapertura delle trattative con il governo americano per il riconoscimento del valore residuo.
Per agevolare le operazioni il governo italiano, tramite gli Affari Esteri, verserebbe una cospicua somma sotto forma di donazione all’agenzia delle Nazioni Unite, che la reinvestirebbe per la ristrutturazione e gli adeguamenti della struttura. Entro questo anno finanziario va firmato l’accordo per evitare che la somma stanziata vada in economia.

La restante parte del sito dell’ex base, circa 60 ettari, resterebbe in mano alle forze armate che potrebbero venderla direttamente o passarla al demanio. Gli Stati Uniti, a loro volta, mantengono una parte dell’area sulla quale è ubicato un osservatorio del sole, uno dei pochissimi al mondo, di proprietà di una società privata. Poiché ritengo che debbano essere gli EE.LL a discutere sulla proposta di utilizzo del sito, mi sono recata presso il Gabinetto della Difesa, reiterando una richiesta che faccio da anni e per la quale ho ricevuto una risposta positiva per il coinvolgimento degli EE.LL prima dell’atto ufficiale della firma del documento d’intenti.

Ritengo necessario questo incontro perché tocca agli EE.LL. chiedere di essere partner di un rapporto con l’Onu perché le risorse stanziate sono denaro pubblico il cui utilizzo dovrebbe avere ricaduta sul territorio e potrebbe rappresentare un tassello importante per lo sviluppo locale. Non va neanche sottaciuta la necessità che un organismo importante come l’Onu si rapporti con questo territorio e con le istituzioni che lo governano, cosicché i cittadini possano trarre vantaggio da presenze internazionali attraverso il coinvolgimento delle imprese e dei lavoratori locali. Credo che quella struttura possa rappresentare ancora una risorsa per l’economia della provincia.

Bisogna scongiurare il rischio di un utilizzo improprio ed improduttivo dell’area che per altro non può servire alla risoluzione di problemi di altre strutture, così come non è condivisibile l’ipotesi di scaricare l’Onu quasi fosse un peso di cui liberarsi.

Poiché, invece, l’Onu rappresenta una presenza significativa nel nostro territorio va pensata in modo serio la sua ubicazione, in termini non penalizzanti per nessun sito, neanche per l’area dell’ex base Usaf.
Per cui sono a pregarvi di voler inoltrare al Ministro formale richiesta di un incontro da tenersi a Brindisi con l’Onu, lo Stato Maggiore della Difesa e naturalmente le SS.VV.
Sono sicura che non mancherete di dare un positivo risvolto alla vicenda.

Cordiali saluti
Sen Rosa Stanisci


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