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Brindisi, Polo Aeronautico, PRC: proposte per un piano industriale alternativo



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Brindisi, 10/11/2005

Polo Aeronautico, PRC: proposte per un piano industriale alternativo

In riferimento al dibattito svoltosi in questi giorni sul futuro del settore aeronautico nel territorio brindisino riteniamo come federazione provinciale del PRC, di precisare a giusta memoria alcune delle vicende conseguitesi nel settore nell’arco di questi ultimi dieci anni:

In merito alla “crisi” dell’Avio spa (ex Fiat):
Si vuole ricordare che la CIGS richiesta dall’azienda non è giustificata dalla mancanza di lavoro, né trattasi di crisi strutturale, tant’è vero che negli altri stabilimenti del gruppo (Napoli e Torino), si fanno più turni lavorativi, gli straordinari il sabato ed aumentate le flessibilità sul processo produttivo. Ma è la mancanza di un piano industriale che espone pericolosamente ad un drastico ridimensionamento il sito di Brindisi dopo la vendita alla Carlyle, Holding finanziaria americana, da parte dell’ex proprietà Fiat Avio, con il bene placido e la regia del Governo Berlusconi.
Rifiutando le opzioni di altri grossi gruppi industriali Europei che per anni avevano cooperato con fiat avio nel campo della produzione di motori.

E’ da quel momento che cominciano i guai per i lavoratori e per lo stabilimento di Brindisi.
E’ da quel momento che bisognava interrogarsi sulle prospettive dello stabilimento e dell’idea di adoperarsi per costruire da parte delle istituzioni,politici e sindacato prov.le, un piano indusriale alternativo per Avio, da opporre alla scelta di campo antieuropea, per il quale Il capo del Governo si era adoperato per favorire la società americana. Forse non avremmo fatto cambiare idea al Governo per le forti implicazioni internazionali entro cui è stato praticato questo accordo.

Certo è, che come territorio non ci saremmo trovati impreparati ad un evento di tale portata e drammacità;
Sul possibile trasferimento delle attività e delle maestranze dell’OAN (officine aeronavali) di Brindisi in altri siti (Grottaglie):
Si vuole rammentare che le attività di revisione degli aeromobili militari che attualmente si svolgono in OAN, sino al 31 luglio 1999 erano state di competenza Agusta S.p.A. stab. di Brindisi. A partire dal 1° Agosto dello stesso anno fu definito il passaggio da Agusta S.p.A. ed Alenia Aerospazio Divisione Aeronautica, sancito con un accordo presso l’Unione Industriali di Brindisi il 22 luglio del 1999, tra i rappresentanti delle aziende interessate ed i sindacati, Nazionali,Territoriali e Aziendali.

In quell’accordo Alenia Aerospazio, in qualità di azienda “ricevente”, precisava che le attività e il relativo personale sarebbe confluito nel giro di pochi mesi nell’attuale O.A.N. SPA e che tale operazione avrebbe consentito di sviluppare il sito Brindisino -in prospettiva- oltre alle attività militari, anche quelle commerciali, tanto da presupporre lo sviluppo del sito attraverso la revisione e trasformazione velivoli civili. A conclusione dell’accordo fu concordato tra le parti di incontrarsi entro il 30 Ottobre dello stesso anno., al fine di definire il piano industriale.

A tutt’oggi, quell’incontro non è mai avvenuto e tanto meno in questi anni è stato sollecitato dal Sindacato, Istituzioni e Politici locali e figurarsi dall’Assindustria interessata a patrocinare “LO SVILUPPO CHE INTERESSA LORO”;

A proposito dei gravi interrogativi che pesano sulla politica industriale dell’Agusta inerenti affidamenti di commesse date all’estero. E’ davvero singolare non ricordarsi che l’Agusta è dal 1995 che ha dirottato intere linee di produzione all’estero, in particolare in Polonia e successivamente in Romania, ” senza off-set.”, ovvero senza compensazioni industriali.
La rivoluzione capititalistica restauratrice postindustriale, la globalizzazione e l’avvio di un ciclo riformista dei Governi (compresi quelli italiani) costituitisi in Occidente negli anni 90 che, avevano assunto tra le premesse gli assi portanti della politica neoliberista, ha significato per Agusta consolidare tali scelte di politica industriale. Tant’è vero che delle attività produttive assegnate allo stabilimento di Brindisi,( 1.500.000 ore circa), oltre il 60% è assegnato all’esterno (stati esteri) e solo una piccola percentuale all’indotto locale e nazionale.

Queste preoccupazioni furono denunciati all’epoca dal sindacato aziendale e territoriale di categoria, fatte proprie dal PRC e manifestate in Parlamento con una interpellanza al Ministro dell’industria e del lavoro nel maggio del 96.
Nel disinteresse generale delle istituzioni, del sindacato e dell’assindustria locale, in seguito alla politica degli ultimi anni, nel novembre del 2002 il Prc con un comunicato stampa, rinnovava l’invito ad una comune riflessione e discussione sul settore aeronautico ed in particolare nel campo elicotteristico cresciuto costantemente sul territorio atrraverso la presenza di Agusta;

Nel merito dell’imprese dell’indotto aeronautico locale:
Nel corso di questi anni le aziende dell’indotto non sono cresciute proporzionalmente rispetto al volume di lavoro esternalizzato da Agusta per una serie di ragioni.
La prima, è stata la mancanza di una politica di sostegno e di indirizzo alle imprese interessate, da parte delle amministrazioni precedenti nei vari enti, Comune, Provincia, Regione e Assindustria, che in questi anni attratti da altri interessi , volutamente hanno trascurato un settore che poteva e può dare uno sviluppo duraturo ed una occupazione stabile.
L’Assindustria, che avrebbe dovuto fare da regia e da coordinamneto incitando le imprese che avessero voluto investire.
Nel settore aeronautico: attraverso la sua creatura, il Co.Br.A.T. (consorzio brindisino alte tecnologie) nato nel 97 per mettere in sinergia le singole capacità produttive e offrire così la verticalizzazione del prodotto, dopo qualche anno di vita, il Consorzio chiude i battenti silenziosamente per il disimpegno di chi l’aveva patrocinata, al momento in cui la stessa organizzazione decide di sostenere la realizzazione del rigassificatore a Brindisi, decretando un incapacità di autorinnovarsi al proprio interno per la ricerca di uno sviluppo industriale alternativo e tecnologicamente avanzato. Con la scelta del rigassificatore, l’Assindustria decide di perseguire vecchie logiche legate agli appalti sulla cantieristica, certa di poter fare meglio gli interessi dei propri associati, in contraddizione alla conclamata crisi perenne delle aziende stesse del settore.

Gli investimenti fatti con i POP PUGLIA che hanno finanziato alcuni dei progetti presentati dal Co.Br.At., la parte maggiore rappresentata da un grande hangar che doveva servire per la vestizione interna la linea di aerei civili, ecc., è sufficiente affacciarsi nell’area industriale prospiciente l’Agusta, per verificare il fallimento di quel progetto e la perdita di credibilità dell’imprenditoria locale di fronte ai potenziali partners industriali del settore, gli stessi interlocutori che chiedevano alle imprese di fare un salto di qualità, condizione necessaria per essere assegnatari di commesse produttive.

In conseguenza di ciò è stato sufficiente, soprattutto per Agusta, in ragione della scarsa ricettività delle imprese dell’indotto locale nell’assicurare la verticalizzazione del prodotto, a far scattare l’alibi che per le lobby interne Agusta ha significato ridurre le attività dell’indotto domestico, assegnandone sempre di più ad aziende del territorio nazionale, a discapito di una parte sana dell’imprenditoria del ns.territorio che si era guadagnata l’attenzione di Agusta e che oggi hanno dovuto ricorrere alla CIG.

Alla luce di questi ulteriori elementi la federazione prov.le del PRC di Brindisi ritiene che siano maturi i tempi per avviare una vertenza nazionale sul settore aeronautico a Brindisi, coinvolgendo i massimi rappresentanti istituzionali da quelli locali sino ai livelli nazionali, insieme ai partiti e sindacato, a prescindere da quali iniziative intendano adottare i Ministeri competenti, avanzando delle proposte che dal ns.punto di vista potrebbero contribuire a risolvere i problemi del settore e che rimettiamo in sintesi a disposizione di tutti:

1) La collocazione societaria attuale del gruppo Avio per quanto sopra citato deve trovare uno sbocco definitivo in una grande holding industriale, per cui Avio potrebbe confluire interamente in Finmeccanica che già detiene il 30% delle azioni. Finmeccanica si vuole ricordare è una Holding Industriale di controllo e indirizzo strategico con 46.000 addetti in Italia.E’ l’unico Gruppo industriale a capitale pubblico di maggioranza, con una forte vocazione internazionale, cui è riconosciuto un ruolo di primo piano negli scenari mondiali nei settori dell’Aerospazio, Sicurezza, Trasporti ed Energia.

2) Per quanto riguarda il sito dell’O.A.N., di Brindisi, bisogna partire dall’accordo del 99 che non prevedeva certamente il trasferimento di tali attività a Grottaglie, ma il suo consolidamento attraverso il trasferimento a Brindisi di altre attività produttive ed investimenti per l’ammodernamento degli hangar in parte avvenuti, cosi come denunciato nell’interrogazione parlamentare. Questo significa opporsi ad un eventuale piano aziendale di trasferimento delle attività da Brindisi.Contestualmente bisogna agire nei confronti di Alenia Aeronautica.

Per Agusta, alla luce dell’andamento dei mercati e dell’aumento strutturale dei programmi produttivi e dei carichi di lavoro: si tratta di ridefinire la missione produttiva dello stabilimento di Brindisi, richiedendo investimenti per la ricerca e progettazione, sostenendo l’ammodernamento tecnologico teso a innovare il processo produttivo, per fare del sito di Brindisi “Un centro integrato di ricerca e progettazione delle strutture e di revisioni elicotteri” con una linea di montaggio finale che certificherebbe brindisi come stabilimento di 1° livello. Diversamente non troverebbe riscontro nemmeno il ragionamento che implica un ipotetico potenziamento dell’indotto locale.

PRC Federazione Provinciale di Brindisi


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