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Brindisi, Le proposte della CNA per risolvere “la questione-Brindisi”



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Brindisi, 03/12/2005

Le proposte della CNA per risolvere “la questione-Brindisi”

Nel corso della seduta di insediamento svoltasi nei giorni scorsi, la neo eletta Direzione Provinciale della CNA di Brindisi ha valutato con grande preoccupazione lo stato di sofferenza in cui versa l’economia del territorio e, in particolare, il sistema produttivo locale nei diversi settori: polo chimico, indotto della grande impresa, meccanica ed impiantistica, tessile-abbigliamento e settore aeronautico.

Il territorio della provincia di Brindisi, nelle sue componenti istituzionali e sociali, è da tempo impegnato in una fase di ricerca volta a definire contenuti e strumenti per il superamento dello stato di sofferenza che vive la realtà locale ed a riavviare una fase di sviluppo. Il perdurare e, per certi aspetti, l’aggravarsi dei punti di crisi obbligano tutti alla consapevolezza che il territorio non può più attendere e che si avverte forte, ormai, l’urgenza di passare dalle parole ai fatti, dagli annunci alle realizzazioni, dalle strategie ai progetti.

Se, da un lato, va posta con la dovuta forza, autorevolezza e credibilità alla Regione e al Governo nazionale la questione-Brindisi quale area di crisi territoriale più grave dell’intera Puglia, dall’altro tocca alle istituzioni locali e alle forze sociali, che vanno pienamente coinvolte in un rinnovato spirito di collaborazione, nella distinzione di ruoli e responsabilità, avviare tutte le iniziative utili a riprendere la strada dello sviluppo da troppo tempo smarrita.

In tal senso, la CNA di Brindisi ripropone la necessità di:
- una accelerazione della spesa pubblica proveniente da fondi comunitari, nazionali e regionali, che ha ricadute importanti sul territorio brindisino (PIT n.7 e 8, PIS, APQ, misure del POR…).
- portare a soluzione definitiva la vicenda della caratterizzazione di gran parte delle aree industriali della città di Brindisi, con l’ultimazione della fase di indagine, l’avvio degli interventi di bonifica (ove dichiaratamente necessari), il superamento dei residui vincoli persistenti in una parte delle aree coinvolte, la messa a disposizione delle risorse adeguate al completamento dell’intera procedura;
- costituire presso la Regione Puglia una “task force” per Brindisi che, in sinergia con le istituzioni e le forze sociali della provincia, rappresenti, da un lato, la sede di coordinamento degli interventi previsti per Brindisi e, dall’altro, un costante impegno concreto della stessa Regione a monitorare e ottimizzare gli interventi in essere per il territorio brindisino.
- sostenere la “distrettualizzazione” in atto del polo aeronautico brindisino e regionale, anche per ciò che riguarda le ipotesi di Accordo di Programma regionale per il comparto e in riferimento alle procedure negoziali e istruttorie ancora in corso per l’esame e la definitiva approvazione dei Contratti di Programma.

In relazione alla lunga, ed a tanti ormai incomprensibile, vicenda dell’Accordo di Programma Quadro, si ritiene utile sollecitare le istituzioni locali e regionali ad una definitiva verifica delle ragioni e della opportunità di sottoscrizione dello stesso. Ci chiediamo, insomma, se tuttora sussistano le condizioni perché tale strumento sia ancora utile al territorio e non sia divenuto solo l’ennesimo vuoto slogan: se, cioè, si tratta ancora di uno strumento mediante il quale portare al territorio della provincia di Brindisi una dotazione di “risorse aggiuntive” e non solo di mera sistemazione di risorse già assegnate, lungo, in particolare, tre principali direttrici di contenuto: Ambiente; innovazione, formazione e ricerca; logistica.

Nell’ambito del confronto promosso dagli Enti Locali per la sottoscrizione delle nuove Convenzioni con le società proprietarie di impianti per la produzione di energia elettrica, auspichiamo che tale confronto che si è aperto ormai da molti, troppi mesi, tra istituzioni locali, tecnici, aziende produttrici di energia, possa rapidamente volgere alla conclusione. Un ritardo che rischia di risultare incomprensibile, se non addirittura colpevole. Poniamo con forza due obiettivi: la tutela dei livelli occupazionali nelle imprese produttrici di energia ed il pieno coinvolgimento nelle attività indotte dell’imprenditoria locale, con criteri di massima trasparenza. Non è più ipotizzabile né sostenibile l’idea che, a fronte della gravità della crisi che vive uno più significativi comparti della piccola impresa locale, si possano gestire centinaia di milioni di euro di commesse in spregio alle più elementari esigenze di pieno coinvolgimento delle imprese e delle maestranze locali.

Era questo che ripetutamente abbiamo proposto e richiesto nei mesi scorsi alle Istituzioni locali: un ruolo di garanzia e non già di mediazione tra grande impresa e imprenditoria locale, per un più ampio e limpido coinvolgimento della stessa nelle opportunità di commesse che dovevano ricadere sul territorio. Vanno in questa direzione la proposta di adozione, da parte delle imprese, di un Codice Etico, la denuncia dell’eccessivo e distorcente ricorso a ribassi insostenibili, la richiesta di un tavolo istituzionale per la verifica ed il monitoraggio degli investimenti in corso e delle loro ricadute sul tessuto produttivo locale, un processo di auto-qualificazione delle imprese locali per garantirne affidabilità, serietà e professionalità.

La ormai annosa vicenda del rigassificatore assume ogni giorno che passa i contorni di un’infinita guerriglia giuridico-amministrativo, nel mentre appaiono fuorvianti e prive di qualsiasi credibilità tecnica le ricorrenti, varie e fantasiose ipotesi di delocalizzazione. Ipotesi che pure abbiamo avanzato negli anni passati e che avremmo sostenuto, se perseguita nei tempi giusti e con la necessaria fermezza e concretezza. Quello che oggi ci appare sempre più probabile è un tentativo quasi disperato di dilatare i tempi della presa d’atto che quell’impianto si farà e si farà lì dove è stato progettato ed autorizzato. Se questo avverrà, ed avverrà non per scelta politica consapevole ma per inerzia burocratico-amministrativa, avremo perso due volte: subendo un impianto che le istituzioni locali non volevano e non avendone in cambio alcun vantaggio per il territorio (risorse per le infrastrutture, attrazione di nuovi investimenti, progetti per la innovazione e la ricerca, etc).

Nella competizione internazionale si concorre con sistemi territoriali che fanno dei punti di eccellenza i loro punti di forza. Oggi Brindisi, in ambito nazionale e regionale, è nei fatti un territorio marginale, stretto tra crisi del sistema produttivo, grande area di servizio per la presenza di così tanti impianti energetici, depauperamento del valore delle infrastrutture a cominciare dal porto.

Le piccole e medie imprese e l’artigianato rappresentano la grande parte del sistema produttivo locale: l’asse fondamentale da consolidare e qualificare per creare ricchezza e occupazione, nonché per affermare davvero un processo di sviluppo autonomo e duraturo nel nostro territorio.
Per questo la CNA promuoverà nei prossimi mesi una intensa attività volta a rappresentare e valorizzare la qualità della piccola impresa locale ed a contribuire alla soluzione delle contraddizioni e dei vincoli che ne limitano le potenzialità.

In particolare è stato definito un programma di lavoro che affronterà i seguenti temi:
- Completamento, qualificazione ed ammodernamento delle infrastrutture (Aree Industriali – Zone PIP);
- Sostegno all’Associazionismo economico con la promozione di consorzi tra pmi ed il potenziamento di quelli esistenti (moda, agroalimentare, turismo, edilizia ed impiantistica, servizi, logistica);
- Revisione della fiscalità locale che oggi pesa sempre di più sulle imprese minori;
- Promozione delle produzioni locali, con riferimento al manifatturiero e all’agroalimentare;
- Rilancio dell’EDILIZIA: impegno comune con gli enti locali e gli enti ispettivi a combattere la diffusa piaga dell’abusivismo e lavoro nero; forme di autoregolamentazione del mercato da parte delle pmi; monitoraggio degli investimenti pubblici per favorire l’accesso delle pmi locali;
- Politiche innovative di sostegno e rilancio del TURISMO, fattore di relazione con altri settori produttivi (artigianato, trasporti, agroalimentare), per la valorizzazione delle identità locali, mediante un mix di fattori che rendono il nostro territorio appetibile in termini attrattività turistica: ricettività, ristorazione, eno-gastronomia, produzioni tipiche, ambiente, centri storici, culture e tradizioni, pubblica amministrazione, trasporti, servizi pubblici.

COMUNICATO STAMPA CNA BRINDISI


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