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Brindisi, La Sen. Rosa Stanisci interviene sulla mancata conversione in legge del dl sulle centrali



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Brindisi, 21/02/2003

La Sen. Rosa Stanisci interviene sulla mancata conversione in legge del dl sulle centrali

Riportiamo il testo integrale di un comunicato stampa a firma della senatrice Rosa Stanisci.
Il Decreto Legge 23-12-2002, n.281, recante il mantenimento in servizio delle centrali Termoelettriche di Brindisi, Porto Tolle, S. Filippo del Mela non sarà convertito in legge, per cui sabato 22 febbraio, decade.
Con esso si chiude, per ora un vicenda che presenta molti aspetti di difficile comprensione, almeno per coloro i quali sono abituati ad affrontare i problemi a viso aperto.
Questa vicenda, così come ho già detto in Senato, avrebbe dovuto vedere, da parte di molti soggetti coinvolti, maggiore coerenza e serietà, di fronte ad un problema così importante, che da tanti anni viene discusso e puntualmente non risolto.Se fino a ieri si poteva sperare che il decreto, con i dovuti emendamenti avrebbe consentito, a Brindisi, di convertire a metano la centrale, ridimensionando l’uso del carbone, oggi la decadenza del Decreto rende incerto il futuro delle tre centrali che, stante la normativa vigente, in assenza delle opere di ambientalizzazione, potrebbero chiudere.
Il Decreto originale del Governo, così come era stato proposto all’attenzione del Parlamento, abbassava la soglia della tutela ambientale.
Tuttavia, nei passaggi istituzionali, al Senato ed alla Camera, almeno per la Centrale di Brindisi Nord, nonostante varie fasi convulse, si era cercato di ridurre il danno ambientale, con la proposta e l’approvazione di dispositivi di contenimento dei fattori inquinanti con l’utilizzo del metano, attraverso la riconversione a ciclo combinato.La vicenda ha dell’assurdo! Infatti il Governo ha emanato il decreto, al Senato sono stati approvati gli emendamenti con il consenso anche della maggioranza.
Alla Camera il Governo ha sconfessato se stesso e la sua maggioranza, proponendo prima e sopprimendo poi emendamenti innovativi ed importanti, come quelli riguardanti Brindisi Nord.
In terza lettura al Senato sono stati ripresentati e votati gli emendamenti e, sia pure in parte, il Governo ha aderito alle richieste dei senatori Specchia e Stanisci, con la possibilità che il decreto potesse essere convertito in legge , dal momento che la Camera, giovedì 20 febbraio, era in attività.
Inoltre, il sottosegretario all’Industria Dell’Elce ha affermato in aula che i proprietari delle Centrali hanno presentato in tempo i piani di gestione, così come prevedeva il decreto legge, entro 30 giorni dall’entrata in vigore del decreto stesso. E’ assurdo: i piani ci sono, manca la norma di riferimento! Sembra proprio il teatro dell’assurdo. A questo punto è impossibile non nutrire qualche legittimo sospetto sulla reale volontà del Governo, che ha inscenato una farsa, giocando una partita che sapeva truccata in partenza.
Infatti, c’è chi ha lavorato per rappresentare gli interessi della salvaguardia del territorio e della salute dei cittadini di Brindisi e questi sono noti, hanno presentato gli emendamenti, si sono battuti a denti stretti per rappresentare le istanze di un territorio che dovrebbe stare a cuore a tutti.
E c’è stato un vero e proprio braccio di ferro con chi però, rappresentava ben altri interessi.
Non è stato né facile né semplice superare gli ostacoli che si opponevano fin dalla presentazione degli emendamenti Specchia-Stanisci al Senato.
Quali interessi rappresentavano quelli che opponevano agli emendamenti il ricatto occupazionale?
Quali interessi rappresentava il parlamentare di maggioranza, non brindisino che ha presentato alla Cmera l’emendamento sospensivo della riconversione a metano della Centrale di Brindisi Nord?
Mi chiedo anche quanto avrebbero potuto influire, alla Camera ed al Senato, i silenti ed i distratti .
E ancora, il Governo, che ha una maggioranza schiacciante, perché ha avuto un atteggiamento di apparente schizofrenia per giungere ad una conclusione di supina acquiescenza nei confronti della società proprietaria degli impianti che, tuttavia, con la decadenza del decreto rischiano la chiusura? Quale è la ragione di tutto ciò? Quale altro pasticcio sta preparando il Governo per favorire la società proprietaria? Quanti altri fattori inquinanti saranno introdotti sul territorio?
Non basta invocare la mancanza di tempo per la riconversione del decreto in legge, come ha fatto il Governo.La mia lunga esperienza parlamentare mi insegna che quando c’è la volontà politica, una sola manciata di minuti è sufficiente per risolvere i problemi .
Qualche settimana fa le associazioni ambientaliste di Brindisi, nel prendere posizione sulla situazione della Centrale, esprimevano forti perplessità sul risultato positivo della vicenda.
Io allora sono rimasta perplessa di fronte a tanto scetticismo ma, oggi, purtroppo devo ammettere che sono stati facili profeti.
Io, però, non riesco a rassegnarmi a quanto è successo, in assenza di verità sulla questione.
Per questo, mentre il Governo, prepara, molto probabilmente, soluzioni ripararatorie, non si sa bene a tutela di quali interessi, anche da parte del centro-sinistra, così come unitariamente è accaduto al Senato, non si mancherà di lottare per l’affermazione di principi di salvaguardia ambientale, di tutela della salute dei cittadini e dell’occupazione.

Dalla redazione giornalistica di Puglia TV - Brindisi


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