Brindisi, 21/12/2005
Rigassificatore: il Comune presenta ricorso per bloccare i lavori delle Brindisi Lng
Il Comune di Brindisi ha deciso di presentare un ricorso al Tribunale di Brindisi, ai sensi degli ex articoli 669 bis e 700 del Codice di procedura civile, per chiedere che vengano sospesi i lavori già iniziati dalla società Brindisi LNG, nel porto interno di Brindisi, per la realizzazione di un impianto di rigassificazione. L’elaborazione di tale ricorso è stata affidata all’avvocato Francesco Paparella ed al legale interno dell’Amministrazione Comunale, avv. Francesco Trane.
Nella sostanza l’Ente locale brindisino eccepisce il mancato rispetto dell’articolo 5 del Decreto Legislativo 334 del 17 agosto 1999 (Direttiva Seveso) in materia di “controllo dei pericoli di incendio rilevanti connessi con determinate sostanze pericolose”. In realtà, per stessa ammissione della Brindisi LNG, la sostanza che dovrà essere trattata dall’impianto di rigassificazione (gas naturale liquefatto) risulta estremamente infiammabile.
L’articolo 5, in particolare, prevede che l’avvio dei lavori di costruzione dell’impianto possa avvenire solo decorsi 180 giorni da un formale atto di notifica. La nota inviata dalla società in data 26 aprile 2005, presumibilmente finalizzata ad ottemperare a tale adempimento, è da considerare, a parere dell’Amministrazione Comunale, irrituale e non idonea a produrre gli effetti che la legge ha voluto riconnettere a tale adempimento.
Da qui la decisione di chiedere il pronunciamento del Tribunale di Brindisi.
“”Il fatto che il giorno dopo la venuta dell’Ambasciatore inglese – afferma il Sindaco Domenico Mennitti – da noi accolto con le attenzioni dovute al rappresentante di un Paese amico, la Brindisi LNG abbia ripreso immediatamente i lavori, più che irritarci ci delude. Tale episodio, inaudito nella sostanza e nella forma, offre il metro per valutare gli interlocutori per i quali il tentativo di aprire un confronto è stato evidentemente solo strumentale.
La constatazione di tanto cinismo che, ad onta delle civile tradizione inglese, non si fa scrupolo di calpestare lealtà e persino buon gusto, ci sollecita a proseguire nella direzione intrapresa ormai da tempo. Questa città ha dato molto alla cosiddetta “causa energetica”e sul suo bisogno di lavoro hanno speculato in troppi. Approfittando dell’obiettivo bisogno di lavoro, le è stato imposto un modello di sviluppo che non ha funzionato e che ha ingessato il nostro futuro dentro una spirale di delusioni.. Ogni volta ci aggrappiamo al “benefattore” di turno, consegnandogli tutto ed ottenendo nulla. Se così non fosse, nessuno avrebbe mai autorizzato la concessione del 70% delle banchine portuali disponibili ad un personaggio che si è propose per movimentare containers ed invece si arruolò subito nelle fila dei pochi che si sono arricchiti con il carbone.
Questa volta abbiamo accettato la sfida per dimostrare a tutti coloro che, da destra e da sinistra, ci accusano con pervicacia superficialità di concorrere a bloccare lo sviluppo, che questa è una tesi bugiarda. E’ vero al contrario che compromissioni e compiacenze hanno fatto in modo che per Brindisi i meccanismi della tutela della salute siano stati azionati con omissioni d’indagine che hanno consentito accelerazioni incredibili nella concessione delle autorizzazioni. Ancora una volta non è valso per Brindisi quel che vale per il resto del Paese!
Abbiamo accettato il dialogo volentieri, perché non stiamo combattendo una battaglia ideologica, ma solo affermando diritti irrinunciabili. Però, mentre prevaleva l’idea che la LNG stesse valutando la possibilità di presentare proposte alternative, in verità la società si è esercitata in speculazioni di basso profilo. Prima la trovata di oltre duemila giovani messi in fila in piazza Cairoli a far mostra dei loro bisogni; oggi il gesto sconveniente di far coincidere la visita dell’ambasciatore con la ripresa dei lavori. I dirigenti della LNG sostengono di aver fretta, ma è incomprensibile il motivo per cui per diciotto mesi – da quando Comune e Provincia hanno annunziato una posizione comune di contrasto all’iniziativa – la società abbia ignorato la nuova situazione, salvo a porre adesso il problema dell’urgenza. E comunque sia chiaro che le esigenze della città restano prevalenti rispetto a quelle di qualsiasi società privata, pur rilevanti per la loro natura economica e sociale.
Perciò abbiamo deciso di rivolgerci alla Magistratura brindisina. Il problema allo stato si pone sul piano giudiziario, ma intendiamo ribadire la sua più vasta natura economica e civile”.
COMUNICATO STAMPA AMMINISTRAZONE COMUNALE DI BRINDISI
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