Brindisi, 17/02/2006
Convenzioni: le proposte di Legambiente
Legambiente Brindisi, Circolo Tonino Di Giulio, ha inviato una nota al Sindaco di Brindisi Domenico Mennitti sulla stipula delle convenzioni energetiche con le aziende elettriche. Di seguito il testo integrale:
Legambiente ha apprezzato il metodo da Lei seguito in ordine all’acquisizione di pareri e proposte circa la stipula di convenzioni fra le aziende produttrici di energia e gli organi territoriali. Va comunque ribadito che gli eventuali patti che saranno sottoscritti dovranno vedere attori, nel medesimo tempo, tutti i rappresentanti istituzionali – anche del territorio limitrofo, interessato al problema – e tutte le aziende coinvolte. In mancanza di uno di essi si licenzierebbe un documento monco in una parte essenziale, e quindi con minore autorevolezza. Si ritiene indispensabile, inoltre, che i patti che dovrebbero essere sottoscritti siano armonici con il redigendo Piano Energetico Regionale.
Alquanto apprezzabile appare poi il lavoro svolto dal Comitato tecnico, pur con le limitazioni imposte dal compito che esso ha avuto.
Il contributo che Legambiente porta alla discussione non può non partire dalla semplice considerazione del ruolo che il nostro territorio gioca nella difficile partita della necessaria produzione di energia elettrica dell’intera Nazione. Brindisi contribuisce notevolmente a tale fabbisogno, con tre centrali e con un’aliquota altissima di energia prodotta, pur essendo – e forse proprio per questo – area ad alto rischio di incidente ambientale rilevante. L’energia a Brindisi viene prodotta principalmente bruciando carbone; è indispensabile pertanto, partendo dalla Convenzione del 1996, porre un limite sia alla produzione di energia che al consumo di carbone, il cui stoccaggio e la cui movimentazione creano i problemi aggiuntivi che recentemente si sono evidenziati. Si dovranno quindi adottare nuovi tipi di combustibili, non inquinanti e provenienti da fonti alternative a quelle fossili, in modo da ridurre la quantità di carbone consumato. L’aumento del rendimento delle centrali, poi, ad es. con la conversione di alcuni gruppi a ciclo combinato, permetterebbe l’ulteriore diminuzione del consumo del carbone, mantenendo i livelli produttivi necessari. La movimentazione e lo stoccaggio del carbone dovranno avvenire in condizioni di assoluta sicurezza, evitando ogni possibile – anche minima – dispersione nell’ambiente. Tutto questo per noi rappresenta il punto di partenza.
Nel rapporto elaborato dal Comitato vengono indicati i limiti delle emissioni massiche consentiti per alcuni inquinanti, su base annua. Condividiamo un’annotazione dello stesso Comitato quando propone che “venga stabilita anche una distribuzione su periodi temporali inferiori (per esempio ogni mese) per evitare che…vi siano alte emissioni che potrebbero avere un’influenza fortemente negativa sulla salute umana e sugli ecosistemi”. E’ accaduto infatti che nel passato, in diverse occasioni, si siano registrate altissime concentrazioni di inquinanti in atmosfera, durate parecchie ore, che in presenza di pioggia sicuramente hanno provocato danni alle colture circostanti. L’ENEL ha definito tale proposta del Comitato “inaccettabile”, con ciò dimostrando chiaramente che la Società considera i valori concordati, non come limiti da non superare, bensì da raggiungere. Tutto ciò è per noi “inaccettabile”. Vanno quindi posti in essere strumenti di controllo – non gestiti dall’ENEL – che monitorizzino attentamente i dati ambientali e che permettano il rapido ed efficace intervento dell’Autorità preposta alla tutela della salute dei cittadini nel caso di superamento dei limiti. Va da sé che le centraline di rilevamento avranno bisogno di una diversa e più rappresentativa collocazione, e che le concentrazioni medie mensili stabilite a livello nazionale per gli inquinanti siano abbassate del 20%, come da L.R.7/99 relativa alle aree a rischio.
Conseguentemente a quanto appena esposto occorrerà che nelle convenzioni vengano esposte in maniera chiara ed inequivocabile le sanzioni che verranno applicate e la rifusione degli eventuali danni sia ai comuni cittadini che agli operatori economici, in caso di ricadute negative dovute al malfunzionamento degli impianti. Il Sindaco della città dovrà in ogni momento avvalersi dei suoi poteri istituzionali per la tutela della salute e del benessere dei cittadini.
Un altro aspetto che emerge in questi giorni è il contributo che le Società produttrici dovranno fornire per la realizzazione di un nuovo modello di sviluppo. Tale contributo è stato nel passato di natura economica, ma – talvolta – discrezionale e a guisa di graziosa concessione. Se si vuol perseguire questa linea occorrerà stabilire un adeguato contributo, costante nel tempo, che l’Amministrazione destinerà, in maniera trasparente, ad opere di pubblica utilità. Noi, invece, pensiamo piuttosto ad interventi nel settore della ricerca e della formazione, con la creazione ad es. di un Centro Ricerche sulle energie rinnovabili ed alternative, che non ricalchi il vecchio centro di informazione, ma sviluppi nuove tecnologie, attragga giovani laureati e formi i lavoratori di domani.
Per ultimo, si rende indispensabile la costituzione di un Comitato tecnico di controllo, a spese delle Società, che verifichi la puntuale e corretta applicazione delle convenzioni, sia nei modi che nei tempi concordati. Il Comitato dovrà avere ampi poteri di accesso ai dati e dovrà essere messo in grado di svolgere il proprio lavoro in piena autonomia, senza condizionamento alcuno, meno che mai economico.
Con queste note, signor Sindaco, Legambiente espone le sue proposte, nella convinzione che finalmente si possa stabilire con i grandi gruppi industriali un rapporto non più di dipendenza ma di parità. Tale rapporto deve nascere da un’attenta ed approfondita valutazione dei bisogni della città, confrontati (e spesso contrapposti) con le richieste delle industrie, valutazione che non rincorra le eterne e spesso strumentali emergenze. Il territorio, già pesantemente penalizzato, non è in grado di sopportare ulteriori assalti alla sua integrità, ma vuole uno sviluppo diverso che – non rinnegando l’esistente – apra nuove prospettive di lavoro e benessere, per un futuro migliore del passato.
LEGAMBIENTE BRINDISI
CIRCOLO "TONINO DI GIULIO"
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