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Brindisi, Dipietrangelo (Ds): "chiarezza e serenità contro dietrologie e sospetti"



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Brindisi, 16/04/2006

Dipietrangelo (Ds): "chiarezza e serenità contro dietrologie e sospetti"

Un po’ di chiarezza e di serenità sono necessarie dopo il voto del 9 e del 10 aprile che nella città di Brindisi ha dato adito ad un dibattito ed a prese di posizione un po’ affrettate e fuori dalla realtà.
Mi riferisco, in particolare, a chi ha tentato di sminuire la portata del successo del centro sinistra e dell’Ulivo o a chi ha voluto prendersi meriti che, invece, appartengono a tutti e, in modo particolare, ai cittadini che hanno creduto in questo progetto politico.
Innanzitutto la città di Brindisi ha dato un contributo determinante, insieme ad altre realtà della provincia, alla vittoria del centro sinistra in Italia, anche se non sufficiente per avere la meglio pure in Puglia e nell’intera provincia di Brindisi.
La vittoria nel capoluogo, però, acquista un altro significato: in città da due anni governa il centro destra e qui c’è stato per il centro sinistra, grazie soprattutto al 35,61% dell’Ulivo, un successo significativo anche nel contesto regionale e meridionale.
Lasciamo stare le arzigogolate argomentazioni che si sono lette, spesso cariche di dietrologia, di sospetti ed anche di rancori, secondo cui il successo della coalizione darebbe il via libera ad una resa dei conti nei livelli istituzionali locali. Le due cose non c’entrano. Viaggiano su binari separati. Ma ciò non toglie che un’analisi di merito andrà fatta per comprendere le ragioni per cui a Brindisi, dove il centro sinistra è all’opposizione, si vince, mentre in molte realtà in cui è al governo, è giunta una chiara sconfitta o, comunque, una flessione in termini percentuali.
Questa riflessione andrà fatta in provincia di Brindisi così come nel resto della Puglia, per capire il motivo per cui il governo locale delle cinque Province pugliesi e del 65% dei comuni non è ancora sufficiente a scardinare la presenza del centro destra in questa regione.
Sia chiaro che nessuno ha intenzione di scaricare la sconfitta sulla gestione degli enti locali. Non sarebbe giusto e soprattutto credibile. La “chiamata in causa” ha il solo scopo di stimolare l’azione amministrativa, perché possa contribuire a determinare ulteriori consensi anche di carattere politico.
Così come c’entra poco il ruolo che hanno potuto avere i candidati in questa campagna elettorale. E’ stato uno scontro tutto “politico”, fortemente condizionato dagli eventi mediatici nazionali e dalla sovraesposizione di Berlusconi, sia in termini di immagine che di proposte populistiche. Gli elettori, insomma, si sono espressi prevalentemente sulla condivisione o sulla avversione rispetto ai grandi temi della politica nazionale.
Ma stiamo ai “numeri”.
La forza attrattiva che l’Ulivo ha avuto in città è stata di gran lunga superiore (oltre il 4%) a quella dei partiti che lo compongono (che al Senato si sono presentati in maniera autonoma). Rispetto al 2004 (elezioni Europee), pur in assenza dei socialisti (ora confluiti nella Rosa nel Pugno), l’Ulivo ha ottenuto 19.000 voti, pari al 35,61%, rispetto ai 12.254, pari al 26,78% del 2004.
Sul fronte opposto, i tre maggiori partiti del centro destra hanno fatto segnare, rispetto alle Politiche del 2001, alle Europee del 2004 e alle Regionali del 2005, un chiaro e netto arretramento.
Insomma, il centro sinistra, e al suo interno l’Ulivo, si sono affermati in città, arginando il messaggio berlusconiano, per la presenza organizzata dei partiti che lo compongono, per l’impegno di quanti hanno creduto nel nostro progetto politico e per la credibilità di chi si è speso direttamente in questa competizione.
Ma non si può sottovalutare il significato del voto anche come giudizio negativo espresso nei confronti dell’Amministrazione Comunale, retta dal sindaco Mennitti, e di ciò che (non) ha fatto in questi due anni. La sommatoria di questi elementi rappresenta la chiave di lettura del nostro successo.
Ma gli equivoci non hanno riguardato la sola analisi del voto.
In questa occasione si è tentato di creare divisioni anche su temi, come quello ambientale, sui quali la posizione del centro sinistra e dell’Ulivo è chiara da lungo tempo, come del resto ribadito anche dai deputati Tomaselli e Carbonella.
Le scelte fatte – e questa volta parlo a nome dei DS della provincia di Brindisi e della Puglia – non si cambiano e del resto lo ha ribadito anche il presidente D’Alema, su nostra sollecitazione e coerentemente con quanto definito nella Conferenza programmatica regionale dei DS del dicembre del 2005.
Chi scrive, in qualità di responsabile regionale del programma dei DS, è stato relatore proprio in questa Conferenza e, nella parte programmatica relativa all’energia, ha affermato: “dobbiamo puntare al risparmio ed all’efficienza energetica, alle fonti rinnovabili, al metano, riducendo gradualmente il ricorso al carbone ed all’olio combustibile (tali temi, da noi indicati peraltro, sono stati recepiti dal Piano energetico ed ambientale predisposto dalla Giunta regionale). Questo significa anche un ripensamento per quelle centrali a carbone che, se pure autorizzate, non hanno ancora avviato la produzione. Il riferimento è al secondo gruppo della centrale Edison di Brindisi Nord (ancora da mettere in produzione) ed al primo gruppo della stessa dove l’uso del carbone deve essere autorizzato solo sino alla realizzazione dell’impianto a ciclo combinato. E’, questa, una via credibile per ridurre il carbone e le emissioni di CO2. Sui rigassificatori, invece, ribadiamo la disponibilità a discutere una loro localizzazione in Puglia, ma insistiamo sulla incompatibilità ambientale, territoriale, economica del rigassificatore localizzato nel porto di Brindisi. Siamo pronti a valutare altre ipotesi, riconoscendo a questi impianti una funzione strategica per una diversificazione energetica e per una più equilibrata politica di approvvigionamento del gas”.
I DS non hanno motivo per cambiare posizione, tanto più perché questa relazione è stata approvata dall’intera Conferenza programmatica che, per il nostro statuto, ha valenza congressuale. Mi auguro che quanto ribadito elimini definitivamente dubbi, insinuazioni e dietrologie.
Resta da risolvere, e di questo ne siamo perfettamente consapevoli, il problema di come rilanciare lo sviluppo di un territorio, come quello brindisino, in cui sono presenti potenzialità ma anche tante contraddizioni.
E’ questa la ragione per cui il dialogo tra le parti sociali e le Istituzioni appare decisivo per collegare Brindisi alle nuove politiche nazionali che il centro sinistra è chiamato a costruire.
Il voto di Brindisi ha fornito indicazioni precise in tal senso: spetta a tutto il centro sinistra recepire il valore del successo ottenuto.

INTERVENTO DI CARMINE DIPIETRANGELO - SEGRETERIA REGIONALE DS


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