Bari, 19/04/2006
Montanaro sulla morte dell’operaio mesagnese all’Ilva di Taranto
L'episodio che narra della morte improvvisa e prematura sul posto di lavoro di un operaio mesagnese è solo l'ultimo di una serie troppo lunga di morti ingiuste.
Posto che la magistratura ne accerterà le cause ed assicurerà giustizia, rimane inaccettabile che il nuovo millennio abbia serbato condizioni di sicurezza sul lavoro che rimandano a quelle dell'inizio del secolo precedente. Il dato della mortalità sul posto di lavoro dovrebbe essere statisticamente scomparso; al contrario, esso resta un indicatore di qualità esistenziale drammaticamente attuale, insieme ad altri analogamente stridenti come il tasso di mortalità per tumori "da inquinamento ambientale". Lungi dal volere inzuppare di retorica argomenti così rilevanti, è sicuramente uno dei primi punti dell’agenda dell’Amministratore quello di affrontare in modo organico la dimensione della messa in sicurezza di ciascun cittadino di questo Paese e nella fattispecie di questa Regione in qualsiasi ambiente questi si trovi: egli dovrà vivere in salute, sano e salvo, nei suoi nuclei sociali di elezione, la famiglia, la scuola, il lavoro. A coloro i quali sono innamorati dei computi ragionieristici sulla sanità pugliese, diciamo con schiettezza che per noi restituire la sanità al territorio non vuol dire soltanto garantire le strutture ed i servizi: significa anche guadagnare un approccio diverso alla disciplina per la tutela delle condizioni del lavoro industriale, alla politica ambientale finora troppo lassista nei confronti delle lobbies dell'inquinamento, all'indagine a fine preventivo dell'igiene pubblica. I nostri morti, i morti dell’Enichem, dell’Ilva e delle realtà sottaciute, non possono essere mancati invano: costoro gridano vendetta.
Avv. Vincenzo Montanaro
Consigliere Regionale D.S.
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