Milano, 24/04/2006
Presentato il libro “Vincenzo Gigante, detto Ugo, un eroe brindisino”
Di fronte ad un folto pubblico di esponenti della Resistenza, della
politica e della cultura, al Club Rosselli di Novate, a Milano, è stato
presentato il libro “Vincenzo Gigante, detto Ugo, un eroe brindisino”,
l’antifascista originario di Brindisi, medaglia d’oro della guerra di
Liberazione, catturato e trucidato a Trieste dai nazifascismi
nell’autunno del 1944.
Antonio Vincenzo Gigante che era nato a Brindisi nel 1901, emigrò a Roma
nel 1922 per ragioni di lavoro. Operaio edile, diventò responsabile del
sindacato dei lavoratori delle costruzioni della Capitale e poi, dopo il
delitto Matteotti e le “leggi speciali”, si rifugiò all’estero per
sfuggire all’arresto da parte della polizia fascista.
A soli 26 anni diventò componente del Comitato Centrale del Partito
Comunista, a cui aveva aderito sin dalla fondazione, lavorando a stretto
contatto con personaggi della levatura di Togliatti, Terracini, Longo,
Ravera, Greco, Secchia e Di Vittorio.
Inseguito dagli agenti dell’Ovra e dalla polizia politica fascista,
durante una venuta clandestina in Italia nel 1933 venne arrestato a
Milano e, l’anno dopo, condannato a venti anni di carcere dal Tribunale
Speciale. Nel 1943, dopo l’8 settembre, scappò dal campo di
concentramento di Anghiari e si trasferì in Istria per partecipare alla
guerra partigiana. Fu prima comandante di una formazione, poi il partito
gli chiese di raggiungere Trieste per ricoprire il delicato incarico di
responsabile di una delle aree più nevralgiche della guerra di Liberazione.
Denunciato da una delazione, nell’autunno del 1944 venne catturato nella
sua abitazione e di lui si persero le tracce. Le testimonianze di altri
detenuti raccontano che, sottoposto per giorni a brutali e inumane
torture, non sopravvisse. Il suo corpo non venne mai ritrovato.
Sicuramente venne bruciato a San Sabba di Trieste, l’unico campo di
sterminio nazista dotato di forno crematorio funzionante sul territorio
italiano. Gli venne concessa la medaglia d’oro al valor militare alla
memoria.
Il personaggio di Gigante è stato raccontato in una biografia scritta da
tre giornalisti, Vittorio Bruno Stamerra, Antonio Maglio e Patrizia
Miano, che è stata recentemente pubblicata dalla Hobos Edizioni di Brindisi.
A Novate oggi vive l’unica figlia di Vincenzo Gigante, Miuccia, che
smesso il lavoro di architetto, da oltre vent’anni è segretaria generale
dell’Aned, l’Associazione Nazionale dei Deportati Politici, ed il locale
Circolo Fratelli Rosselli, presieduti da Luigi Perego, d’intesa con
l’Anpi e in occasione delle celebrazioni del 25 Aprile, ha voluto
ricordare l’antifascista brindisino che, in clandestinità e in
condizioni di enorme pericolo, svolse un’intensa attività politica anche
a Milano e in Lombardia.
Vittorio Bruno Stamerra ha tracciato il profilo di Gigante con il prof.
Sergio Giuntini e il giovane attore Maurizio Raffo ha letto alcune
significative testimoniante contenute nella biografia, oltre alla
motivazione contenuta nella concessione della medaglia d’oro alla
memoria. Anche Miuccia Gigante, visibilmente commossa, ha ricordato quel
padre che non ha mai potuto abbracciare e che ha conosciuto soltanto
attraverso le toccanti lettere che le scriveva dal carcere.
Della ricerca su Vincenzo Gigante si è parlato stasera anche a Ceglie
Messapica, in occasione dell’anniversario della Liberazione, nel corso
di un dibattito organizzato dall’Amministrazione Comunale. A discuterne
con Vittorio Bruno Stamerra e Patrizia Miano, il prof. Angelo Massacra,
storico dell’Università di Bari e per molti anni direttore dell’Istituto
“Gramsci”.
Il libro di Stamerra, Maglio e Miano è in vendita in tutte le librerie
di Brindisi. “Vincenzo Gigante, detto Ugo, un eroe brindisino”
COMUNICATO STAMPA HOBOS
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