Prelievo di sabbia: Sinistra Ecologista chiede opportune delucidazioni
La Sinistra Ecologista interviene nel dibattito scatenatosi a seguito dell’approvazione del progetto Leccese di Ripascimento delle marine di San Cataldo etc etc mediante l’utilizzo di sabbia proveniente dai fondali di Punta Penne vicino alla città di Brindisi da parte della Regione Puglia.
Partendo dalla constatazione che un simile intervento, oltre ad arrecare soluzioni non idonee e fortemente temporanee alle stesse marine leccesi vista la disomogeneità tra la matrice della sabbia di Punta Penne con quella tipica della zona da ripasciare, arreca un ulteriore violenza all’habitat marino della costa brindisina con conseguenze altamente lesive anche al particolare equilibrio ecosistemico del comprensorio (si tenga presente la stretta vicinanza tra la zona di prelievo e il parco marino di Torre Guaceto), la Sinistra Ecologista si pone una serie di dubbi sulle procedure utilizzate e chiede immediata chiarezza per verificare se quanto accaduto sia legato alla responsabilità degli uffici competenti.
a) Normalmente un lavoro di questo tipo richiede uno studio dettagliato sia di pianificazione in situ (in questo caso le marine leccesi) che una valutazione dettagliata ambientale strategica dei reali benefici nel tempo di tale intervento (comunque il progetto ha un costo rilevante di denaro pubblico di cui deve essere dimostrata la reale validità nel tempo con le relative responsabilità degli attuatori e dei progettisti in caso di fallimento). Le coste italiane sono teatro da anni di interventi errati di rinaturalizzazione costosi ed effimeri tali da sfaldarsi alle prime mareggiate invernali;
b) Sul fronte brindisino, in riferimento alla zona interessata all’azione estrattiva, la legge richiede uno studio di impatto ambientale e un coinvolgimento delle amministrazioni locali interessate (Provincia e Comune) nella fase di Conferenza di Servizi.
Prendendo atto del forte scontro scatenatosi negli ultimi giorni grazie alle diverse associazioni ambientaliste brindisine che hanno sollevato ripetutamente il problema, risulta chiaro che l’iter procedurale ha presentato dei punti di “corto circuito” e quindi delle due l’una:
- o la Regione Puglia non ha seguito il corretto iter suddetto e quindi il procedimento è alquanto discutibile
- o le amministrazioni locali (Provincia e Comune) sono state regolarmente avvisate e coinvolte in tempi e modi legalmente ineccepibili tali da autorizzare la Regione Puglia ( in base al principio del Silenzio – Assenso) ad approvare tale intervento.
In entrambi i casi il Circolo di Sinistra Ecologista di Brindisi chiede a tutte e tre le Amministrazioni interessate di fornire le opportune delucidazioni e, al soggetto/i eventualmente responsabili della mancanza procedurale di assumersi le colpe di una azione che ha ulteriormente violentato la dignità della gente brindisina e del suo territorio.
Siamo convinti che la nostra città sia stanca di show propagandistici ma necessita di politiche territoriali di buon governo qualunque sia la matrice politica di appartenenza.
Continueremo a lavorare e a vigilare per questo.
Per maggiori informazioni rivolgersi a sinistraecologista@ brundisium.net