Brindisi, 07/05/2006
Rigassificatore, Di Schiena, Marinazzo, Sciarra: alcune necessarie puntualizzazioni
Si leggono e si sentono affermazioni e rilievi che meritano qualche serena puntualizzazione. Le associazioni ambientaliste – definizione assolutamente riduttiva del forte e composito movimento che chiede nuovi assetti dell’economia locale e perciò si oppone al pericoloso impianto di rigassificazione nel porto – non si sono mai opposte ai legittimi referendum ed anzi li hanno sempre chiesti e qualche volta se li sono visti ingiustamente negare. Queste associazioni hanno detto e riaffermano l’ovvio e cioè che un referendum sul rigassificatore è assolutamente impossibile perché escluso dalla legge la quale lo consente solo su questioni di esclusiva competenza locale e quindi non in una materia soggetta ad una autorizzazione ministeriale supportata da un’intesa con l’ente regione. Non è dato poi cogliere la differenza tra il referendum previsto dalla legge che è per dettato legislativo consultivo ed una ipotizzata consultazione per acquisire un semplice parere dal momento che si tratta in sostanza dell’identica cosa. Va aggiunto poi che i referendum, quando sono normativamente possibili ed in questo caso non lo sono, hanno poco senso a fronte di un vasto movimento di opinione che si è chiaramente espresso e soprattutto in presenza di nette ed inequivocabili scelte delle istituzioni locali, della Regione e delle forze politiche.
Il fatto è che, a seguito dei mutamenti governativi indotti dalle recenti elezioni politiche, la LNG e la trasversale esigua minoranza favorevole all’impianto sanno che la domanda di giustizia delle nostre comunità ha oggi notevoli possibilità di essere accolta e perciò tentano di accreditare una divisione a metà che non c’è nell’opinione pubblica ed ovviamente neppure nelle istituzioni locali. Ed infatti se qualche distinguo vi è stato in queste istituzioni esso ha riguardato solo la partecipazione, per ragioni di opportunità, alla grande manifestazione del 29 aprile e non certo il corale rifiuto dell’impianto nel porto.
L’annuncio di campagne persuasive, il rilancio di strumentali promesse, la riproposizione del discorso su trattative che la LNG e l’ambasciatore inglese hanno pubblicamente e ripetutamente rifiutato ribadendo l’indiscutibilità del sito di Capobianco, sono un film già visto e puntano solo a creare inutili divisioni ed a distogliere le istituzioni locali dal continuare a chiedere con determinazione il ritiro del provvedimento autorizzativo. Quanto ad un ordine del giorno sull’argomento che dovrebbe essere presentato nel Consiglio comunale di Brindisi ci fermiamo a rilevarne la singolarità perché proviene da chi ha pubblicamente confermato la validità delle scelte già fatte da detto Consiglio e perché non risulta che le forze politiche in quel consesso rappresentate abbiano espresso orientamenti diversi rispetto agli impegni a suo tempo assunti.
Michele Di Schiena - Doretto Marinazzo - Giorgio Sciarra
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