S. Pietro V.co, 07/05/2006
Prelievo di sabbia, Rollo: lo si faccia a Campo di Mare
Voglio anch’io dire la mia e dare un contributo alla discussione che si è aperta sul prelievo di sabbia dai fondali di punta penne da usare sulla costa leccese interessata da fenomeni erosivi.
Non entro nel merito del progetto, ma consiglio agli addetti ai lavori di farsi una passeggiata a Campo di Mare, marina di San Pietro Vernotico, qui c’è la risposta più idonea sia dal punto di vista ambientale che da quello ingegneristico al problema erosione delle spiagge.
Visto come si sta svolgendo la discussione ritengo comunque opportuno puntualizzare alcuni fatti.
In campagna elettorale per potersi “accattivare le simpatie” dei gestori degli stabilimenti balneari si è propagandato come cosa fatta il ripascimento delle spiagge leccesi, si è voluto di contro evitare di entrare nello specifico e rispondere alle domande legittime che erano state poste da più parti.
La zona di Punta Penne è stata interessata già nel 94 da una prospezione archeologica che ha prodotto rinvenimenti di notevole interesse: anfore, ceppi di ancora, stadere in bronzo, materiale in ceramica molto fine, ecc. Il tutto ad una profondità di circa 15 -18 metri, per cui tutto fa pensare che anche oltre i 20 ci sono altri e piu’ importanti reperti archeologici.
Pertanto bene ha fatto il soprintendente dr. Andreassi a chiedere prima una ricognizione strumentale dei fondali, seguita poi da una elaborazione dei dati con la supervisione della soprintendenza.
Tutto ciò per acquisire una” radiografia archeologica” completa della zona interessata, prima di procedere con le autorizzazioni al prelievo di sabbia.
Bisogna inoltre avere il coraggio di dire a tutti che la draga e la chiatta capace di “aspirare” la sabbia da profondità così elevate (20-50m) e trasportarla via mare, sono a disposizione soltanto di ditte olandesi, che non sono attualmente disponibili; e comunque il tutto comporta un impegno economico notevole, senza che vi sia la certezza della risoluzione definitiva del problema erosione, anzi vi sono esperienze che ci dimostrano il contrario.
Per questo senza volermi sostiruire ai progettisti, perchè non ne avrei il titolo, mi sia permesso di sottoporre alla attenzione degli enti preposti e soprattutto degli assessori regionali al demanio Minervini ed all’ecologia Losappio, di venire a visitare l’ esperienza fatta a Campo di Mare, spiaggia a sud di Brindisi dove sono state costruite delle barriere flangiflutti poste a 2 metri fuori acqua ed ad una distanza di 100 m dal bagnoasciuga.
Tale opera ha avuto una duplice azione: una quella di frenare l’erosione del mare, l’altra di ricostruire la spiaggia attraverso un “ripascimento naturale” di sabbia.
Ma come spesso accade in natura vi è ora il rovescio della medaglia, un “aspetto negativo”, che consiste nell’averne fin troppa. Attualmente circa 30 mila metri cubi in più che aumentano di anno in anno e che potrebbero essere prelevati con costi veramente irrisori, tenendo conto anche del fatto che essendo sabbia proveniente tutta dalle mareggiate risulta essere compatibile con i litorali limitrofi sia dal punto di vista granulometrico che della composizione chimica e mineralogica.
Allora perchè non procedere in questo senso, ciò permetterebbe la risoluzione di due problemi ambientali a costi economici modesti ed in tempi brevi.
Dr. Gianpietro Rollo
Sindaco di San Pietro Vernotico
Foto: www.campodimare.net:
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