Brindisi, 11/09/2003
Causo continua a difendere il piano di riordino ospedaliero
Ritengo che su qualsiasi argomento non vi possa essere un confronto proficuo e soprattutto obiettivo se le parti interessate non abbandonano del tutto le posizioni precostituite e vadano incontro, invece, ad un esame sereno delle ipotesi altrui. Se queste condizioni fossero state applicate anche nella discussione in atto sul piano di riordino ospedaliero certamente i cittadini avrebbero avuto modo di comprendere meglio la validità e l’efficacia di questo provvedimento. Per farlo è necessario però scrollarsi di dosso, ad esempio, quelle logiche campanilistiche che tanto danno hanno arrecato nel passato in tutti i settori della vita sociale ed in particolare nella sanità pubblica.
Nel Dopoguerra ospedali e stazioni ferroviarie erano realizzate non sempre tenendo conto della popolazione ma, piuttosto, della rappresentanza politica che i cittadini riuscivano ad esprimere nel proprio ambito territoriale. Questa situazione, bisogna ammetterlo, ha provocato dei guasti e chiunque, non solo gli addetti ai lavori, ha potuto rendersene conto. Cambiare era doveroso. Non è stata solo una questione di costi, sia pure quest’aspetto non possa risultare ininfluente nella valutazione complessiva della situazione, poiché predominante è stata, invece, la valutazione compiuta sul livello di efficacia ed efficienza del servizio offerto ai cittadini. E’ innegabile, poiché nessuno può cancellare le lamentele e i disservizi del passato, che era giunto pertanto il tempo di voltare pagina. Una decisione difficile e coraggiosa perché impopolare. E’ nelle cose l’atavico desiderio di perpetuare l’esistente nella consapevolezza che qualsiasi scelta di diverso tipo scateni inevitabilmente reazioni a cui non sempre le oggettive considerazioni di validità riescono a primeggiare. Anche nella sanità pubblica sarebbe stato certamente più facile governare la situazione esistente, con tutti i guasti che questa viveva, invece di impegnarsi in un indispensabile cambiamento che produca quel miglioramento da tutti, in passato, auspicato. In questo passaggio emergono, con una chiarezza estrema, gli obiettivi del Piano di riordino ospedaliero e la determinazione del presidente della Regione Raffaele Fitto nel volerne l’attuazione avendo a cuore, evidentemente, gli interessi veri dei cittadini che, innegabilmente, coincidono con una sanità pubblica di qualità. Dispiace dover constatare che, nel frattempo, il dibattito tra le forze politiche resti ancorato a vecchie logiche di demagogia e campanilismo. Un elemento di riflessione nella ricerca della verità può scaturire dalla risposta ad un quesito molto semplice. Perché mai il presidente Fitto avrebbe dovuto rischiare l’impopolarità nel volere questo Piano? La verità è che lui intravede il risultato finale: quella sanità di qualità che i cittadini chiedono da tempo e che nessuno aveva il coraggio e la capacità di garantire. Come cittadino e medico esprimo l’assoluta indispensabilità dell’attuazione del Piano. Come direttore generale dell’Ausl di Brindisi mi impegno a realizzarlo non avendo il benché minimo dubbio sui benefici che produrrà in termini di aumento della qualità, dell’efficacia e del risparmio economico.
COMUNICATO STAMPA DELL'AZIENDA UNITA’ SANITARIA LOCALE DI BRINDISI
Dalla redazione giornalistica di Puglia TV - Brindisi
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