Brindisi, 23/07/2006
Energia da oli vegetali. Interrogazione dell'On. Tomaselli
L'on. Salvatore Tomaselli ha presentato un'interrogazione a risposta scritta al Ministro dell’Economia e delle Finanze e al Ministro delle Politiche Comunitarie tesa al recepimento della direttiva 2003/96/CE, che stabisce l'esenzione da tassazione per i prodotti energetici utilizzati per produrre elettricità.
Di seguito il testo integrale dell'atto parlamentare:
Per sapere:
- premesso che:
• all’interrogante risulta che le imprese operanti nel settore della produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili affrontano quotidiane difficoltà, malgrado l’emanazione del D. Lgs. n. 387/03 con cui, tra l’altro, si intendeva dare certezze sugli strumenti di incentivazione;
• nel Paese sono sorte centrali di produzione alimentate da biomasse liquide (oli vegetali);
• è noto agli interrogati che le produzioni energetiche da fonti rinnovabili sono incentivate con meccanismi di aiuti che garantiscono agli investitori determinati prezzi nelle vendite per circa otto anni;
• a livello comunitario queste energie sono assistite da aiuti molto simili a quelli previsti per l’ambiente e la sua salvaguardia. Non da ultimo, lo Stato, così come l’Unione Europea, hanno aderito al Protocollo di Kyoto, dando esecuzione alla Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici;
• a tutti i livelli, anche internazionali, si è ormai consapevoli della necessità di perseguire uno sviluppo sostenibile, aiutando le produzioni di energia pulita che assicuri un progressivo affrancamento dalla dipendenza dalle fonti convenzionali e i consequenziali effetti negativi delle crisi petrolifere;
• su tali considerazioni si fondano le agevolazioni note come “Cip 6” e “certificati verdi”;
• altrettanto nota agli interrogati è la necessità di tali incentivazioni, affinché si possa consentire di sopperire alle difficoltà operative delle produzioni di energia verde e la relativa minore remunerazione degli investimenti;
• già prima degli Accordi di Kyoto, in Italia si puntava a sostenere la realizzazione delle centrali alimentati da fonti rinnovabili col meccanismo dell’aiuto noto come Cip 6 (deliberazione Comitato interministeriale prezzi che fissava il prezzo di acquisto dell’energia verde per otto anni da parte dell’Enel);
• col decreto Bersani, si è puntato alla liberalizzazione del mercato elettrico, favorendo peraltro la concorrenza nella produzione, sicuri degli indiretti vantaggi che ne conseguirebbero, ed ancora la produzione di energie alternative beneficiarie del cosiddetto certificato verde (il consumatore pagherà un quid sui prezzi del kilowattora per assicurare attraverso la remunerazione dei certificati verdi la realizzazione di altre centrali di produzione da fonti rinnovabili);
• è noto, inoltre, che a livello comunitario si è avvertita la necessità di ristrutturare il quadro comunitario per la tassazione dei prodotti energetici e dell’elettricità: con la direttiva 2003/96/CE si è previsto, all’art. 14, che gli Stati membri esentino i prodotti energetici utilizzati per produrre elettricità;
• l’Unione Europea ha, cioè, previsto di esentare da tasse gli utilizzi dei prodotti energetici impiegati per produrre elettricità a causa della grave situazione energetica dell’intero spazio economico europeo e per favorire lo sviluppo di produzioni energetiche comunitarie, riconoscendo agli Stati membri la potestà impositiva per scoraggiare le produzioni energetiche rischiose per l’ambiente;
• risulta all’interrogante che, nelle more del recepimento della direttiva 2003/96/CE (il cui verificarsi non avrebbe dovuto tardare oltre il 31 dicembre 2003), le locali Autorità fiscali interpretano l’art. 21 del T.U. sulle accise come una norma che autorizza l’imposizione di una accisa per gli oli vegetali utilizzati per produrre energia elettrica;
• a ciò si perverrebbe, secondo tali Autorità, dalla lettura del comma 5 di detto articolo che rappresenta una norma aperta e utile per assoggettare alla medesima tassazione qualsiasi altro combustibile equivalente (anche se diverso dagli idrocarburi per la cui tassazione fu emanato il D. Lgs. n. 504/95);
• dalla presa di posizione delle citate Autorità fiscali è scaturito, ed è tuttora in corso, un contenzioso per il prelievo di dette accise, ritenute indebite dagli operatori rispetto alla previsione del citato art. 14 della Direttiva;
• risulta all’interrogante che per effetto della denuncia inoltrata alla Commissione UE da parte di alcuni operatori del settore, la stessa Commissione ha deciso di citare la Stato Italiano innanzi alla Corte di Giustizia per il mancato recepimento nei termini della direttiva 2003/96/CE (Causa C-360/05);
• malgrado con la legge 18 Aprile 2005 n. 62 il Parlamento abbia conferito delega al Governo per l’attuazione della direttiva 2003/96/CE, il precedente Governo non ha proceduto ad esercitarla;
• secondo l’interrogante il ritardato adempimento del Governo e l’eventuale pronuncia della Corte di Giustizia potrà comportare la condanna per lo Stato italiano ed inoltre l’irrogazione di sanzioni pecuniarie, con l’aggiunta di una mora giornaliera, con gravi conseguenze erariali per lo Stato;
- se i Ministri interrogati intendono, ciascuno per la propria competenza, intervenire, ed in quali tempi, con gli opportuni provvedimenti per il più celere recepimento della direttiva 2003/96/CE.
COMUNICATO STAMPA ON. SALVATORE TOMASELLI |