Brindisi, 25/08/2006
Almiento (CGIL): rivedere il piano industriale della Santa Teresa Spa
Riportiamo integralmente una dichiarazione resa da Michela Almiento, Segretaria Confederale CGIL Brindisi.
Le finalità alla base della creazione della S. Teresa, società di servizi a capitale pubblico, sono di tutto rispetto.
Si è voluto coniugare la garanzia di un sistema efficiente ed efficace di gestione dei servizi contenendone i costi (alti, invece, se dispersi nei vari affidamenti esternalizzati) con la forte necessità sociale di assicurare lavoro stabile a numerosi lavoratori impegnati finora in maniera precaria nei diversi piani d’impresa.
Operazione lodevole da parte dell’Amministrazione Provinciale, che ha trovato subito d’accordo i sindacati, pur consapevoli delle grosse difficoltà che bisognava affrontare e risolvere per garantire occupazione certa partendo dagli stessi livelli salariali. Si sapeva anche che per non andare incontro agli stessi rischi della “Multiservizi” del comune, bisognava far transitare la gestione dei diversi servizi nella nuova società, con gradualità.
Ma, da subito, le difficoltà sono state maggiori del previsto. Troppa la confusione sul personale “avente diritto”: nonostante le insistenti richieste di chiarezza e trasparenza, il ginepraio di imprese e di assunzioni che hanno ruotato per anni intorno agli affidamenti dei servizi ha messo in forte difficoltà chiunque abbia voluto vederci chiaro, la CGIL tra questi. Da subito si è opposta ad ampliare il numero dei lavoratori inseriti nel piano industriale senza che ci fosse, al momento, possibilità di investire in nuove risorse economiche, perché ciò significava penalizzare i lavoratori sul piano salariale, già di per sé, come contratto FISE, molto bassa. Ha cercato di far passare un accordo che limitasse il danno per i lavoratori che, però, la Società ha ignorato mettendo direttamente i lavoratori di fronte alla scelta individuale di accettare o no le condizioni contrattuali decise unilateralmente dall’azienda.
Una situazione difficile da gestire se si basa sul ricatto occupazionale per i singoli e se non c’è unità, d’intenti tra le parti sociali.
In quest’ultimo periodo, a mio avviso, la situazione è diventata ancora più preoccupante. Il nuovo Amministratore delegato della Società S. Teresa non dà modo di capire quale organizzazione del lavoro e quali procedure di assunzione stia attivando e ha un modo alquanto “personale” di intendere le relazioni industriali con le OO.SS.. Interpreta, infatti, come “atteggiamenti minacciosi e aggressivi” le legittime rivendicazioni di rioccupazione che, come CGIL, già da mesi si stanno facendo, per ex lavoratori rivenienti dai piani d’impresa, quali i sette del settore edile, che avevano diritto a essere assunti da subito, restando sordo a qualsiasi motivazione di merito.
Nel contempo, ha operato per l’assunzione di 8 figure amministrative e di 16 LSU, tra i 78 che dovrebbero essere assunti, senza dare nessuna informazione preventiva circa criteri e modalità di assunzione.
In una operazione così complessa, temo che far diventare esplosive le tensioni tra i lavoratori serve solo a far sostenere a chi non ha voluto mai crederci, o peggio, a chi la boicotta da sempre perché ha altri interessi da salvaguardare, che la Società sia un fallimento. Non dimentichiamo che ha già stabilizzato oltre 70 unità ed è quindi ora che tutti i soggetti ritrovino unità d’intenti nell’interesse dei lavoratori.
Ritengo che, da parte sua, l’Amministrazione Provinciale debba prendere atto che bisogna rivedere il piano industriale per i necessari rifinanziamenti, sia perché la stabilizzazione non significhi un peggioramento economico, come di fatto, è accaduto per gli ex lavoratori della Cooperativa Europa, della Gima, di Ecoambiente … sia per poter consentire la riassunzione di tutti i lavoratori impegnati precedentemente nei Piani d’impresa.
E’ essenziale, comunque, che chi gestisce la società non perda mai di vista la ragione sociale che l’ha fatta nascere: l’azienda non è qui per fare profitto se non al fine di reinvestire in un servizio sempre più efficace e a condizioni di lavoro rispettose dei diritti contrattuali, operando nella massima trasparenza e vedendo nel sindacato non una minaccia ma un supporto utile nell’affrontare le diverse problematiche territoriali.
Michela Almiento
Segretaria Confederale CGIL Brindisi |