Brindisi, 26/08/2006
Caroli (CGIL): "Più Stato per superare la crisi della chimica e dell’aeronautica"
La DOW chemical, contravvenendo alle intese ed agli impegni assunti col sindacato, chiude gli impianti di porto Marghera.
Sono 200 i dipendenti diretti che perderebbero il posto dì lavoro ed ancora di più quelli dell’indotto. Inoltre, le ripercussioni negative sugli altri siti industriali chimici, tra cui naturalmente anche Brindisi, sarebbero gravissime!
Si tratta di un altro duro colpo inferto alla chimica italiana, settore tanto strategico quanto in crisi a causa, in particolare, dell’assenza di politiche industriali nazionali in grado di rilanciare la chimica e non, come invece è successo negli ultimi 10 anni, di pensare al comparto solo in termini “difensivi” o, peggio ancora, di dismissioni.
La vicenda della DOW di Venezia ripropone un film già visto e tristemente noto a Brindisi! C’è, però, una sostanziale e singolare differenza che va colta e bene evidenziata: nel mentre a Brindisi la DOW subentrò in seguito al grave disimpegno dell’ENI, con tutte le conseguenze che conosciamo, per Porto Marghera parrebbe avvenire esattamente il contrario!
Infatti, l’ipotesi più accreditata per la soluzione della crisi starebbe nell’acquisizione da parte di ENI degli impianti DOW per riconvertirli alla “chimica verde”. A questo proposito, già nei prossimi giorni l’amministratore delegato dell’ENI incontrerà Istituzioni e parti sociali per verificare la possibilità di avviare la chimica dell’idrogeno (ma, anche secondo la Regione Puglia, non lo si doveva fare a Brindisi?) e la ricerca per la produzione di carburanti da materie organiche.
La singolarità, tutta positiva naturalmente, ma che varrebbe per Venezia e non è valsa però per Brindisi, sta nel fatto che, attraverso l’ENI, è lo Stato che interverrebbe direttamente, assolvendo finalmente a quel ruolo di garante che effettivamente gli compete.
Ma allora, perché quelle garanzie - per i lavoratori vittime delle dismissioni e per un territorio intero la cui economia dipende in buona parte dalla grande industria chimica - sono state negate a Brindisi? Ci sono 2 pesi e 2 misure? E tutto ciò dipende da una sorta di strabismo del Governo Nazionale e/o da una mancanza di autorevolezza territoriale?
Come abbiamo già detto, la CGIL è convinta che la chiusura della “vicenda porto con il “NO al rigassificatore a Capobianco” aiuterà a rilanciare autorevolezza e credibilità di Brindisi, ma la verità è che bisogna ripartire per fare squadra, accrescere il peso politico del territorio, valorizzare il rapporto tra istituzioni e parlamentari e soprattutto superare ogni eccessiva enfasi in favore delle “privatizzazioni selvagge” per tornare a parlare senza pudore della determinante presenza pubblica (si, quella diretta dello Stato) nei settori strategici per l’economia nazionale quali l’industria chimica, quella aerospaziale e quella energetica.
Se si riflette, sono tutti compatti che rappresentano l’asse portante dell’economia Brindisina. Per questo non si potrà che cogliere in tutta la sua gravità l’altra faccia della contraddizione di cui Brindisi rischia di rimanere vittima: lo Stata, anziché rafforzare il proprio ruolo per l’esercizio della responsabilità sociale d’impresa nei confronti degli 800 dipendenti e dell’economia del territorio, rende residuale anche la sua presenza in AVIO, assicurata da Finmeccanica, e consente che a Carlyle subentri un altro fondo d’investimento estero (Cinvem) con maggiori quote societarie ma con ignoti programmi sul futuro produttivo!
Così si genera solo incertezza e si pregiudica ogni ipotesi di sviluppo di Brindisi.
Ed ecco perché occorre produrre ogni sforzo affinché il Governo Prodi restituisca al Paese un programma serio di politiche industriali ed affinché Brindisi torni ad occupare in esse la posizione nevralgica che le è propria.
Per far ciò non si può prescindere da un tavolo romano, coordinato dalla Presidenza del Consiglio, per conquistare il quale non basterà solo l’impegno certo del sindacato unito ma servirà un’autentica sinergia con i diversi livelli istituzionali , le rappresentanza politiche e gli altri soggetti sociali.
Senza perdere tempo.
Leo Caroli
Segretario generale CGIL Brindisi
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