Brindisi, 14/09/2006

Confcommercio sulla “manovra bis” approvata dal Governo Prodi

Con il voto di fiducia ottenuto dal Governo da parte di entrambi i rami del Parlamento, si è concluso l’iter di conversione in legge del decreto 223/2006, la cosiddetta “manovra bis”, che comprende il “pacchetto Bersani” in materia di concorrenza e di liberalizzazioni e il “pacchetto Visco” in materia fiscale.

E’, dunque, tempo di un esame complessivo sui contenuti del provvedimento, soprattutto per trarne elementi utili ai fini del prosieguo delle azioni di tutela dei diritti e dei doveri degli Operatori del commercio, del turismo e dei servizi.

Cerchiamo di ricapitolare, sia pure sinteticamente, gli obiettivi fondamentali dell’iniziativa di Confcommercio in fase di conversione.

“Pacchetto Bersani”:
- delimitazione dell’intervento allo spettro delle attività commerciali ricomprese nella riforma del ’98 e, dunque, commercio in senso stretto, con esclusione di distributori di carburante, tabaccherie ed edicole di giornali e riviste: l’obiettivo è stato conseguito attraverso l’approvazione di un apposito emendamento al testo originario del decreto;
- salvaguardia dei requisiti professionali per la somministrazione di alimenti e bevande: l’obiettivo è stato raggiunto con l’approvazione di un apposito emendamento;
- possibilità di una disciplina dei saldi di fine stagione, che renda incompatibile lo svolgimento delle vendite promozionali nei periodi immediatamente antecedenti: l’obiettivo è stato raggiunto attraverso l’approvazione di un emendamento parlamentare, anche se occorrerà agire per ottenere le necessarie precisazioni in sede di circolare ministeriale;

Più in generale, dovrà essere riproposto il valore della formazione professionale nel commercio, anche in riferimento all’informazione e alla tutela del consumatore, chiamando a confrontarsi sul delicato tema tanto il Ministero, quanto le Regioni considerata la loro competenza costituzionale in materia di disciplina del commercio. Ad altri veicoli legislativi, inoltre, dovrà essere affidata la soluzione del problema della presenza dei rappresentanti delle categorie economiche nei comitati tecnici camerali per la rilevazione degli usi commerciali. Mentre, attraverso la già richiamata circolare ministeriale, si punterà ad ottenere una puntuale definizione della possibilità di consumo immediato dei prodotti di gastronomia negli esercizi di vicinato.

“Pacchetto Visco”:
rappresenta la parte del provvedimento che, anche a seguito del varo del decreto da parte del Consiglio dei Ministri, ha registrato la maggiore carenza di “concertazione”. Si segnalano, in particolare, le modifiche intervenute in sede di conversione del decreto rispetto alla scelta originaria che prevedeva l’esenzione dall’IVA per le cessioni di tutti i fabbricati e la rettifica dell’IVA assolta a monte, nonchè la conferma - da Confcommercio fortemente sollecitata - dell’esclusione di un ricorso generalizzato all’aumento delle aliquote IVA, pur con le eccezioni concernenti le consumazioni obbligatorie nelle discoteche e taluni prodotti dolciari.

Ma, contestualmente, è indubbio che si ponga l’esigenza di un chiarimento politico circa la strategia fiscale del Governo in riferimento sia alle scelte in materia di ampliamento della base imponibile, sia a quelle funzionali al contrasto dell’evasione e dell’elusione. Sotto questo ultimo profilo, il rafforzamento dell’azione dell’Amministrazione finanziaria non può, infatti, tradursi in un aggravio generalizzato di controlli ed adempimenti a carico delle imprese (si vedano, ad esempio, le nuove disposizioni in materia di trasmissione telematica dei corrispettivi), determinando pesanti impatti sulla stabilità delle regole fiscali, sui principi dello Statuto del contribuente e sul sistema degli studi di settore, fin qui fondato su regole di confronto preventivo e di collaborazione tra le Categorie e l’Amministrazione finanziaria.

Lo abbiamo detto e continueremo a ripeterlo con forza: per tenere insieme il miglioramento dell’andamento dei conti dello Stato e un trend di crescita più veloce della nostra economia, la strada maestra è quella della riduzione della spesa pubblica e non quella del ricorso all’inasprimento della pressione fiscale.

Così pure è stato posto, in occasione dell’ultimo incontro di Palazzo Chigi tra il Presidente Prodi e la delegazione Confcommercio capeggiata dal Presidente Sangalli, la questione politica del metodo della concertazione e di una sua pratica concreta attuazione, in questa fase, secondo uno schema che fa riemergere un sistema di relazioni privilegiate, che non risponde né al necessario riconoscimento del pluralismo imprenditoriale come dato strutturale del sistema produttivo italiano, né alla valorizzazione del ruolo svolto dall’impresa diffusa e in particolare dalle aziende dei servizi, rispetto alla crescita ed all’occupazione del Paese.

Come sempre, chiediamo, una concertazione che sia fondata sulla effettiva rappresentatività da parte delle parti sociali dell’economia reale del Paese.

I nostri settori, commercio, turismo e servizi, rappresentano una economia, che “vale” circa il 65% del PIL e dell’occupazione del Paese. Con tali cifre, Confcommercio ritiene di avere acquisito il diritto/dovere di contribuire alle analisi, alle decisioni e agli impegni sia quando si tratta di definire nuove regole di apertura dei mercati o di realizzare maggiore concorrenza, sia allorché è il momento di stabilire come e quanto ridurre la spesa pubblica o come e dove reperire nuove entrate da investire per la crescita e l’occupazione del Paese.

E’ un diritto/dovere che rivendichiamo e che eserciteremo proponendo, incalzando, verificando e giudicando senza pregiudizi. Sempre pronti al confronto e al dialogo, ma soprattutto, attenti alla tutela e alla promozione degli interessi delle imprese che in Confcommercio si riconoscono.

COMUNICATO STAMPA CONFCOMMERCIO PUGLIA