Brindisi, 02/11/2006
Rollo: "un tavolo permanente per lo sviluppo del Papola"
E’ in atto l’ennesima vertenza tra le Istituzioni locali e l’Alitalia riguardante il collegamento Brindisi–Malpensa, come se i contribuenti salentini non avessero partecipato per ben due volte alla ricapitalizzazione della compagnia.
Questa è l’ultima di una lunghissima serie, voglio ricordare il costo eccessivo del biglietto Brindisi-Roma, del quale nessuno parla più, inoltre le altre compagnie aeree presenti sullo scalo hanno orari congeniali solo dal nord verso il sud e quindi non compatibili con le coincidenze estere, pertanto lo scalo risulta essere isolato rispetto al nord Italia ed Europa.
E’ mia convinzione che le Istituzione afferenti al così detto “Grande Salento” non possano stare dietro alle involuzioni industriali di Alitalia, ma debbano, invece, rivendicare con determinazione la liberalizzazione vera e governata delle tratte nazionali, comunitarie e dei paesi del Mediterraneo.
Lo scalo di Brindisi soffre di altre due condizione che ne frenano lo sviluppo:
I^: da più parti si afferma che gli aeroporti della Puglia devono fare sistema per creare il necessario sostegno all’economia Regionale. Questa è la prima missione affidata alla SEAP con la concessione d’esercizio quarantennale ottenuta con il Governo Berlusconi/Fitto. Inoltre doveva risanare il bilancio e sviluppare organicamente il nostro trasporto aereo, contemperando le obiettive vocazioni geografiche, economiche ed infrastrutturali con l’esigenze socio-economiche dei territori.
Oggi da quel che mi risulta il bilancio amministrativo è stato risanato o siamo lì, un po’ meno incisiva è stata la policy operativa aziendale, se è vero, come è vero, che ancora si discute del profilo industriale da assegnare ad ogni singolo aeroporto. Se questa determinazione dovesse essere ulteriormente ritardata nuocerebbe soprattutto a Brindisi.
La seconda condizione, sicuramente la più grave, riguarda la capacità e la sicurezza del traffico aereo; il Papola è un aeroporto militare aperto al traffico civile del quale l’Aeronautica Militare non ha più nessun interesse strategico ed operativo (di fatto vi operano quasi esclusivamente aerei civili), come tra l’altro più volte dichiarato pubblicamente dai massimi vertici militari.
Infatti lo scalo di Brindisi a seguito di un protocollo stipulato il 24-10-2004 tra il Ministro dei Trasporti, della Difesa ed il Ministro dell’Economia del passato governo Berlusconi era stato inserito, insieme ad altri 14 siti militari, tra gli aeroporti che dovevano transitare dal demanio Difesa allo Stato, entro il 2005 e quindi civili.
In base a tale intesa, propedeutica a specifici accordi di programma per ogni singola struttura, doveva essere costituito un apposito gruppo di lavoro composto dai tre Ministeri interessati, dall’ENAC e dall’ENAV S.p.A. , per definire tecnicamente il passaggio del Demanio e i servizi di Controllo del traffico aereo, dall’Aeronautica Militare ad ENAC ed ENAV, iter che si e’ attivato per diversi siti militari ma non per Brindisi.
Ottenere al più presto il cambio di status per la base Brindisi, considerato il degrado delle infrastrutture di volo è di vitale importanza.
Elenco alcune tra le più evidenti:
1) pista principale (14/32) in caso di forte pioggia l’acqua non riesce a defluire creando seri problemi agli atterraggi e ai decolli;
2) pista secondaria (05/23) non servita da radio assistenza di avvicinamento e quindi non usabile in caso di condizioni meteo avverse;
3) per mancanza di personale il servizio radar di avvicinamento è disponibile solo durante alcune ore del giorno e troppo spesso in avaria;
4) centrale elettrica e gruppi di continuità che alimentano le luci pista e radio assistenze datati nel tempo;
5) torre di controllo tecnologicamente obsoleta che non risponde alle più elementari norme di sicurezza per il traffico aereo, la sua struttura è fatiscente, pericolosa per il personale che vi opera, mancando dei minimi requisiti previsti dalla L. 626. Alcuni vetri della sala operativa sono talmente deteriorati che non permettono di vedere la testata pista 14 (la più lunga), facendo mancare così al controllore l’elemento essenziale per garantire la sicurezza aerea, la ciliegina finale è la mancanza di visibilità dalla torre della procedura di sottovento, la più delicata in fase di atterraggio.
6) parcheggi limitati per gli aeromobili civili nonostante la vasta zona demaniale.
Per quanto sopra sono convinto, che la gestione della SEAP attraverso “un Amministratore Unico”, ha fatto il suo tempo ed è arrivato il momento di far nominare alla Giunta Regionale, invece, un consiglio di Amministrazione capace di rappresentare e tutelare gli interessi e le esigenze dei vari territori provinciali e non solo e unicamente quello barese.
In qualità di Vice-Presidente della Commissione Regionale Trasporti mi farò carico delle sopra menzionate problematiche e le rappresenterò nelle opportune sedi, al fine di creare un tavolo permanente che tuteli lo sviluppo anche “del nostro aeroporto”.
All’Assessore Loizzo e al Dott. Franchini, ricordo che la contiguità aeroporto-porto salentina rappresenta l’unica intermodalità reale dei trasporti esistente in Europa.
Marcello Rollo
Il Vice Presidente Commissione Trasporti Regione Puglia
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