Brindisi, 11/11/2006

Ass. Commercianti: "non è solo questione di corsi aperti o chiusi"

Ci sono sicuramente due Brindisi almeno, una è la città che lavora che produce che si interroga sul suo futuro e progetta cambiamenti, rivoluzioni, per approdare ad uno sviluppo compatibile con le vocazioni ed aspirazioni del territorio, dall’altra parte, con molte trasversalità, quella città dei Gattopardi che in fondo vuole tutto cambi perché tutto sia esattamente come prima angosciata com’è da ogni cambiamento che possa mutare gerarchie e rendite di posizione.
Abbiamo avuto l’ardire di proporre ad una città provinciale e sonnacchiosa un nuovo modello che la liberi da vecchie abitudini e schemi e la porti a riappropriarsi di una parte di se abbandonata e dimenticata che nasconde in se potenzialità e ricchezze tali che consentirebbero di uscire da quel limbo in cui è precipitata.
C’erano una volta i Corsi, per la verità uno solo corso Umberto, corso Garibaldi si popolava solo il sabato e la domenica, e solo il lato sinistro l’altro era il marciapiede dei cornuti e quindi rimaneva desolatamente vuoto. C’era la Sica, l’Angelini, successivamente la Salvarani, la Commenda un luogo desolato, gli altri quartieri non esistevano ancora o quasi, il lungomare una landa deserta. I giovani di quegli anni, di questa sbiadita fotografia sono ormai tutti 60/50 enni la maggior parte con i figli costretti ad emigrare, certo un’emigrazione non con la valigia di cartone ma sempre emigrazione è.
Costruire un nuovo modello di sviluppo non è sicuramente cosa facile, però molta esercitazione puramente verbale è stata fatta in questi anni su queste parole magiche, senza alcun contributo costruttivo però……….anzi.
Partendo fondamentalmente da un dato inconfutabile che oggi il Pil (prodotto interno lordo) del sistema Italia è costruito al 70% dall’economia dei servizi ( commercio, terziario avanzato, comunicazione) e non più dall’industria abbiamo pensato, forse ingenuamente, che proprio da quel variegato arcipelago di piccole e medie aziende, del commercio, dell’artigianato, dell’agricoltura, del turismo, potesse venire un indicazione di uno sviluppo alternativo e soprattutto sostenibile.
Per fare questo, però, c’è bisogno di un sistema città che funzioni, che sappia essere attrattivo per contrastare la concorrenza di altri sistemi concorrenti che vanno dalle città limitrofe ai grossi centri commerciali. Spinti da questo, pensando alla grande offerta culturale, d’immagine, di professionalità diffuse che può offrire il nostro sistema città, ma direi di più provincia abbiamo cercato un confronto con le istituzioni e le parti vitali di questa città, per costruire insieme un ipotesi compatibile.
Purtroppo però invece di confrontarsi con una nuova idea di città, per l'antica cultura gattopardesca che permea la nostra città, si è voluto ridurre, ancora una volta, il tutto ad una sterile polemica su "corsi aperti o chiusi" come se fosse questo il nodo e non lo strumento.
Non ci stiamo stiamo!.
E' una logica perdente!
I sette anni alle nostre spalle lo stanno dimostrando. E' ora di cambiare!.
Siamo oltremodo grati a quanti, Istituzioni in testa, hanno voluto confrontarsi con noi, pensiamo all’Amministrazione Comunale, alle CCIA, alla Provincia, alle associazione di consumatori, alle altre associazioni di categoria.
Probabilmente non abbiamo fatto i conti con quanti, molto spesso in maniera autoreferenziale, continuano ad esercitare l’antica filosofia del gattopardo.
Siamo convinti però, nonostante tutto, che questa città voglia cambiare che i nostri figli debbano restare a far grande Brindisi, per cui dichiariamo aperta la caccia ai Gattopardi.

Raffaele Mauro
COMUNICATO STAMPA ASSOCIAZIONI COMMERCIANTI