S.Pietro V.co, 24/11/2006
CDR: Esito dell'incontro tra Losappio e Sindaci
C’è da manifestare un fondato pessimismo sui risultati della riunione dell’Assessore Regionale all’Ambiente con i Sindaci della zona, relativa al CDR..
I motivi del pessimismo sono essenzialmente due.
1°- Come smaltire il CDR che si dovrebbe produrre, è un problema strettamente legato alla chiusura del ciclo dei rifiuti provinciali, e basta, che riguarda il Commissario Straordinario.
2°- La riduzione dei milioni di tonnellate di carbone del polo energetico brindisino è una trattativa in sé e a parte delle istituzioni locali con le società elettriche e il Governo, che ha competenza esclusiva sui tetti di produzione, in quanto il Piano Energetico Regionale non ha valore giuridico sul tema.
Aver fatto entrare il CDR nel calderone di un negoziato per nuove Convenzioni con le società elettriche, significa mischiare il grano con l’oglio, e spalancare la porta all’utilizzo del CDR nelle centrali, dopo essersi creata artificiosamente una presunta necessità.
Difatti, la situazione odierna è sì figlia dell’incauta disponibilità dell’Amministrazione Provinciale di Brindisi a utilizzare CDR nelle centrali, datata 15 luglio 2005, ma ciò sta diventando anche un comodo alibi a forzare la modalità locale, peraltro sperimentale, della chiusura del ciclo dei rifiuti, in modo assolutamente diverso da come è prevista per le altre province pugliesi, che hanno la fortuna di non ospitare centrali elettriche.
Se la situazione odierna è figlia di un tragico errore iniziale che ci viene continuamente e cinicamente rinfacciato, allora il Presidente della Provincia avrebbe l’obbligo morale, istituzionale e amministrativo di ritirare ufficialmente, oltre che pubblicamente, la disponibilità a bruciare cdr, solo locale o regionale che esso sia.
Inoltre, non vi dovrebbe intavolare nessuna discussione su ipotesi compensative del cdr con la riduzione del carbone, altrimenti siamo ad una vera e propria coazione a ripetere, e allo smascheramento dell’alibi.
La cabina di regia del Comitato 8giugno valuterà nei prossimi giorni l’inverosimile situazione creatasi, per la quale si assistono a enfasi infondate, e deciderà cosa fare.
Intanto, a mio avviso, si profila, vista la piega delle cose, la necessità di richiedere, prima o poi, un Referendum Popolare nei Comuni dell’area a rischio e di quelli del nord Salento, in modo che i cittadini possano esprimere direttamente la loro opinione a quanti confidano nella passiva rassegnazione delle popolazioni.
COMUNICATO STAMPA COMITATO 8 GIUGNO |