Brindisi, 06/12/2006

Uilcem: "Enel, svaniti nel nulla 400 posti di lavoro"

Siamo alle solite, ogni qualvolta si attacca L’ENEL, relativamente al rifiuto di mantenere gli impegni sottoscritti sul territorio, c’è sempre qualcuno pronto a svolgere la difesa d’ufficio, ignorando che questa azienda non ha bisogno di difensori, anzi sa fare bene i propri interessi come dimostrano le migliaia di miliardi di utile prodotti sul nostro territorio, negli anni che vanno dalla convenzione del 1996 ad oggi, regalandoci, nel contempo, una riduzione occupazionale mai verificatasi in questo sito produttivo.
Colpevolizzare la nostra struttura sindacale di intercedere presso gli Enti Locali, al fine di sollecitarli al controllo degli interessi dei cittadini, dei disoccupati e dei lavoratori, o scatenare la solidarietà delle associazioni ambientaliste, come riportato nel comunicato stampa della Gazzetta del Mezzogiorno del 5/12/06 dà l'impressione di vivere in un’altra dimensione che non fa parte della realtà di questa società.
La UILCEM regionale e provinciale in pieno accordo con la UIL C.S.P. Di Brindisi hanno inteso richiamare l'attenzione dell'opinione pubblica, nella conferenza stampa del 29/11 u.s., sulle inadempienze dell’ENEL pretendendo corrette relazioni sindacali e il rispetto degli accordi sottoscritti, tutto ciò ha ottenuto la solidarietà di consiglieri comunali e provinciali, di maggioranza e opposizione, di tanti cittadini brindisini, dei disoccupati, dei lavoratori precari, dei lavoratori in mobilità, dei lavoratori elettrici, iscritti e non, e non ultimo, ma non per questo meno gradita, la solidarietà delle associazioni ambientaliste, formate da componenti importanti della società civile, impegnati attualmente nel governo della Nazione, della Giunta Regionale Puglia e della Provincia di Brindisi.
La medesima richiesta di solidarietà, finalizzata all'unione di un obbiettivo comune con tutte le forze sociali e politiche del nostro territorio, era il denominatore comune degli interventi dei lavoratori elettrici nelle tre assemblee tenute nella Centrale Federico II°, che in sintesi, ed unanimemente rifiutavano drasticamente il piano aziendale basato sui tagli occupazionali, documentati dalla conoscenza della struttura del personale del 2001, confrontata, poi, con quella del 2006, dichiarata operativa dall’azienda, e dalle organizzazioni sindacali che lo hanno permesso, il 1° ottobre di quest’anno.
La vera contraddizione, che ci permettiamo di evidenziare nei documenti delle altre due organizzazioni sindacali, sta nel fatto che se da una parte si chiede una riapertura del confronto sindacale, mai chiuso, per la verità, nei loro confronti, dall’altra si dichiara testualmente che non si possono mettere in relazione problematiche relative a verifiche di organizzazione a rivendicazioni occupazionali.
Sembra quasi che al confronto con l'ENEL del 2001 partecipasse solo la UILCEM e non tutte e tre le OO.SS. regionali, eppure quella struttura del personale, accettata con difficoltà, contava poco più di 600 unità per una produzione prevista di 12,5 miliardi di KWore e per un consumo massimo di 2 milioni e mezzo di tonnellate, aggiunto ad una quota di Orimulsion necessaria al funzionamento di un gruppo. Alla luce di tutto questo, non si può avere la sfacciataggine di affermare che la riduzione del combustibile potrebbe portare a riduzioni drastiche di personale occupato, quando dal 2001 ad oggi il consumo del carbone è triplicato e si è comunque accettato impunemente una riduzione del 25% del personale.
Bisogna spiegare inoltre a tutti i lavoratori le motivazioni per cui si continuano a chiedere a questa società elettrica confronti urgenti per riprendere le discussioni sindacali, aperture di tavoli tecnici, monitoraggi vari per le attività distintive, quando, proprio a proposito dei cosiddetti tavoli tecnici relativi alle attività di esercizio, i componenti della FLAEI e della FILCEM, nella RSU, hanno dichiarato che l’ENEL ha scritto il falso, e lo ha fatto nel documento finale della ristrutturazione del 15/9 u.s., non dimenticando la questione più clamorosa, cioè, l’evidente violazione contrattuale nel trattare una ristrutturazione come verifica. Per chi ancora non lo avesse compreso, la centrale di Brindisi Sud è stata la cavia sulla quale poi adeguare tutte le centrali a carbone del panorama ENEL.
Siamo veramente stufi di continuare ad essere presi in giro dall'ENEL, che, anche grazie ad una classe politica inadeguata a tutelare gli interessi dei cittadini brindisini, ha potuto, negli ultimi dieci anni, fare i propri interessi e, nel contempo, distruggere un tessuto occupazionale davvero rilevante.
Dal 1996 ad oggi abbiamo assistito alla quasi scomparsa delle attività dell’ENEL Distribuzione, alla riduzione delle attività e del personale del Centro di Ricerche, alla scomparsa della Direzione della Produzione, alla scomparsa del Centro Informativo, alla vendita della Centrale di Br Nord, che ha dimezzato il personale nonostante l'utilizzo del carbone, e, dulcis in fundo, alla riduzione di più di un centinaio di unità lavorative della Centrale di Br Sud. Si può affermare, con cognizione di causa, che a Brindisi sono svaniti nel nulla, e nel disinteresse generale, quasi 400 posti di lavoro.
Abbiamo assistito, nel frattempo, ad assunzioni di personale proveniente da fuori del nostro territorio: decine di unità di personale laureato, diplomato e, addirittura personale ex 482 (lavoratori protetti); non sono mai state coperte numerose posizioni vuote in organico, dovute a quiescenze o a volontà societarie, utilizzando, a tal proposito, lavoratori provenienti da altre centrali italiane, aumentando l’orario di lavoro straordinario, specie per il personale in turno, e, non ultimo, aumentando le quote di appalto, specialmente per le manutenzioni ed i servizi.
Eppure, nonostante tutto, c’è ancora chi continua a giustificare, o fa finta di ignorare, con motivazioni varie, questo atteggiamento societario dell’ENEL che, col passare del tempo, diventa ancora più arrogante e vendicativo contro i suoi cosiddetti nemici (chi non si adegua alla sua volontà), arrivando addirittura a colpire, con proposta di procedimento disciplinare, e nel più totale e vergognoso silenzio sindacale, un rappresentante dei lavoratori per la sola colpa di aver dato voce ad una denuncia dei lavoratori (compito di ordinaria amministrazione per chi è eletto a compiti rappresentativi, al di là dell'appartenenza sindacale). Guarda caso, quella denuncia era talmente vera che si è conclusa con delle sanzioni amministrative nei confronti dell’ENEL, con relativa trasmissione agli Organi Giudiziari, come si evince dal verbale della ASL di Brindisi dell’1/12/2006.
E c’è ancora chi continua a credere di poter avere rapporti corretti con questa società. Siamo davvero preoccupati per tutto quello che si sta verificando nella centrale termoelettrica di Brindisi Sud, ma, nello stesso tempo, siamo determinati a continuare a sostenere le nostre convinzioni, specialmente se queste corrispondono alle volontà espresse dai lavoratori nelle assemblee del personale.

COMUNICATO STAMPA SEGRETERIA REGIONALE UILCEM-PUGLIA E UILCEM PROVINCIALE – BRINDISI.