Mesagne, 19/12/2006
Convegno: lo Sport mette in Gioco la Famiglia
Il Centro Sportivo Italiano Comitato provinciale di Brindisi d’intesa con la Regione Puglia Assessorato allo Sport e Politiche giovanili, la Diocesi di Brindisi e la Città di Mesagne organizzano per Giovedì 28 Dicembre 2006 alle ore 10 presso
l’Auditorium del Castello di Mesagne un convegno regionale di studi dal tema: “LO SPORT METTE IN GIOCO LA FAMIGLIA”
Il convegno ha lo scopo di ritornare su domande che richiedono ancora e soprattutto oggi di essere esaminate e riproposte agli operatori dell’educazione dei giovani
in particolare:
E’ possibile educare al valore della vita facendo sport?
Al di là delle nostre buone intenzioni, è possibile aiutare con lo sport i nostri ragazzi ad uscire indenni dal periodo critico dell’adolescenza?
C’è possibilità reale di educare i nostri giovani a dare un significato vero alla vita facendo sport?
Queste sono le sfide che ci attendono, oggi che il deserto culturale ed educativo avanza: la capacità di educare i giovani con un’intensità pari a quella dei loro desideri, capaci di offrire a questi desideri una risposta di valore.
Il Centro Sportivo Italiano avverte, anche nella realtà locale brindisina e pugliese, la drammaticità dell’emergenza educativa e intende dunque rafforzare un patto di alleanza con la famiglia e promuovere possibilmente una serie di iniziative che possano essere immediatamente attivabili per sostenere le famiglie con figli.
Tra la famiglia, le istituzioni,le associazioni e la società esistono delle interazioni importanti che costituiscono i pilastri fondanti, sostegno della vita sociale. La famiglia eroga funzioni di natura sociale, costituisce per i suoi componenti la prima agenzia educativa ed esercita una funzione formativa ed educativa molto importante per la collettività.
Ci chiediamo se lo sport possa rimettere in gioco la famiglia, visto che, pur con tutti i problemi e le contraddizioni che oggi le sono propri, essa rimane il luogo primario e fondamentale dell’educazione.
Sappiamo che le famiglie tendono a portare i loro ragazzi nelle società sportive e poi si disinteressano o, all’opposto, esercitano una pressione così grande e per certi versi patologica sull’avventura sportiva dei figli da diventare un elemento di disturbo per il progetto educativo della società sportiva.
Si deve mettere in preventivo, in altri termini, di dover fare i conti con una scarsa cultura sportiva generale, che si concretizza nell’adulto come idea che l’attività sportiva serva esclusivamente a due scopi: a fare crescere sano e robusto il ragazzo o a provare a farne un campione. Meno diffusa è l’idea che lo sport possa servire a costruire personalità, a far diventare i ragazzi di oggi buone persone e buoni cittadini di domani.
Decisivo diventa dunque il rapporto che si riesce ad instaurare tra società sportive e famiglie. Diventa essenziale ricercare le vie per una cooperazione matura, e non di supplenza, improntata al rispetto dei ruoli specifici all’interno di un progetto educativo comune, che consenta alle famiglie di uscir fuori dalle “solitudini” e dalle “povertà” in cui sono costrette.
Servono società sportive aperte, pronte ad accogliere, a dialogare, a informare, a convincere; che non chiedano alla famiglia deleghe, né si limitino a chiedere contributi di conoscenza sulla personalità dei ragazzi, tanto meno debba limitarsi a dare comunicazioni di servizio sulle caratteristiche dell’attività sportiva svolta o da svolgere. Un dialogo che abbia come riferimento costante il progetto educativo riguardante i ragazzi.
Il Convegno proverà a coinvolgere in tali tematiche gli operatori sportivi, gli operatori scolastici e della politica sociale e familiare, gli operatori della pastorale della
famiglia, le famiglie stesse, perché riesca a suscitare la tensione a educare ad una visione realistica di sé e del mondo: aprire i cuori alla fiducia nel proprio futuro e in quello della
società intera; radicare il sentimento di accettazione dell’altro, della solidarietà, della legalità, del rispetto delle regole, dell’impegno e del sacrificio come passaporti per il successo del proprio progetto di vita. Perché l’obiettivo è quello di “formare persone libere e responsabili”.
Lo sport può sicuramente svolgere un ruolo molto importante nell’azione educativa e aggregante, che la società sviluppa e che risulta alcune volte insufficiente; sono diverse le esperienze positive in tale direzione, e molto efficace risulta l’impegno concorrente di agenzie educative, ma molto resta da recuperare ed operare. Al Convegno sono stati invitati tutte le realtà sportive regionali, agenzie
educative diverse, operatori di politica sociale e familiare, perché tutti insieme si possa prendere coscienza della funzione sociale dello sport e si producano progetti importanti di cooperazione.
Relatori del Convegno saranno:
Dr. EDIO COSTANTINI, Presidente Nazionale CSI
Dr. SIMONA TUNDO, Componente Commissiona Nazionale CSI Disabili Psichici
Dr. DONATELLA VITALE, Dipartimento Giustizia minorile di Taranto
SAc. FRANCESCO FUNARO, Resp. Ufficio Diocesano Sport e Tempo Libero
Moderatore:
Dr. GIOVANNI MORELLI
Ufficio Diocesano Comunicazioni Sociali
Intervengono:
Dr. GUGLIELMO MINERVINI , Assessore Reg.le Sport e Politiche giovanili
Avv. MARIO SCONOSCIUTO, Sindaco di Mesagne
ANTONIO ANZIVINO , Presidente Regionale CSI Puglia |