Brindisi, 28/12/2006
Rigassificatore, Errico: "Brindisi è ormai prossima alla vittoria della grande battaglia"
La ferma opposizione delle Amministrazioni locali brindisine e della Regione Puglia, sostenute da una popolazione finalmente consapevole che in cinque grandi manifestazioni ha espresso la propria coscienza civica come mai prima a Brindisi, hanno infine prevalso sull’interesse privato, sugli scettici e anche su chi – a livello nazionale – avrebbe preferito incassare un rigassificatore costi quel che costi pur di ampliare l’offerta nazionale di gas.
La convenzione ONU di Aarhus sancisce da ormai dieci anni i tre principi irrinunciabili della democrazia ambientale: l’informazione della popolazione, la sua partecipazione alle scelte ambientali e la possibilità di ricorrere alla giustizia.
La normativa europea garantisce attraverso la Valutazione di Impatto Ambientale oltre all’esame pluralistico delle possibili conseguenze ambientali di un nuovo impianto proprio la partecipazione della popolazione, correttamente informata, alla fase iniziale dell’iter autorizzativo.
La normativa europea sugli impianti a rischio di incidente rilevante, parimenti, sancisce il diritto delle popolazioni ad esprimersi su nuovi insediamenti della specie.
Tali principi erano stati calpestati da una legge nazionale approvata ad hoc per far passare il rigassificatore di Brindisi nel silenzio più assordante, senza pronunciamento neppure dei consigli democraticamente eletti, senza neppure un’istruttoria a livello locale, senza che Brindisi sapesse niente, con un assenso incosciente dei rappresentanti delle precedenti amministrazioni, tra l’altro pressati in ogni modo dal precedente Governo, arrivato a condizionare al sì al rigassificatore i finanziamenti dovuti all’area di crisi economica di Brindisi attraverso lo strumento dell’Accordo di Programma Quadro.
Ebbene, la nostra certezza di essere dalla parte del giusto, ci ha portato ormai quasi due anni fa al ricorso alla Commissione Europea come ultima chance, di fronte ad un Governo di centro-destra sordo a qualunque istanza locale.
Dispiace sapere che i rappresentanti del Ministero dello Sviluppo Economico ancora venti giorni fa abbiano difeso con i denti quella autorizzazione illegittima nei confronti della Commissione Europea ormai decisa ad aprire la procedura di infrazione a carico dello stato Italiano per la mancata valutazione di impatto ambientale del gigantesco insieme fatto di rigassificatore, colmata, escavazioni e opere connesse.
Ma siamo soddisfatti che, pur in ritardo, il Governo del Centro Sinistra abbia deciso di riaprire l’iter amministrativo.
Tra le priorità del programma dell’Unione è scritto “valorizzare il coinvolgimento dei cittadini e delle istituzioni dei territori interessati dagli interventi di infrastrutturazione, in sede di valutazione della compatibilità ambientale delle opere e dell’impatto socio-economico sulle popolazioni”. Sarebbe stato pazzesco che il Governo arrivasse a sfidare la Commissione Europea proprio per calpestare i diritti dei cittadini europei di Brindisi che la Commissione Europea ha inteso tutelare.
Una politica nazionale più lungimirante, meno abbagliata dai processi economici della globalizzazione e più attenta alle esigenze legittime delle comunità che costituiscono la nazione, avrebbe prevenuto una gigantesca colmata e le terroristiche minacce di colossali risarcimenti danni, infondate sulla base del diritto nazionale e anche comunitario, non interessa se anche sulla base del diritto britannico. Ma non abbiamo dubbi che anche nel Regno Unito l’annullamento di una autorizzazione illegittima non dia diritto alcuno al risarcimento.
Brindisi è ormai prossima alla vittoria della grande battaglia che ha unito i cittadini e le proprie istituzioni, che ha contribuito a creare una coscienza civica e politica ormai insuperabile, grazie alla quale da qui in avanti a Brindisi non ci sarà più spazio per gli impianti inquinanti o a rischio che altrove non vengono accettati, che ci sia Errico oppure no.
Brindisi ha già dato. E dà ancora alla Nazione quasi il 15% dell’energia elettrica prodotta da fonti fossili, per un impatto ambientale insostenibile.
L’obiettivo parallelo alla non realizzazione del rigassificatore è proprio questo, sancito dalla delibera unanime del Consiglio Provinciale di dieci giorni fa: riduzione della produzione elettrica e delle quantità di carbone, realizzazione a spese delle aziende elettriche di molo dedicato per l’affrancamento delle banchine portuali, riduzione delle emissioni in atmosfera, rilancio delle attività di ricerca.
L’Accordo di Programma, i finanziamenti PIA e quelli alla Ricerca, strumenti tutti già operativi, stanno tracciando la nuova strada per lo sviluppo e l’occupazione a Brindisi, che sarà definitivamente spianata dai fondi strutturali 2007/2013.
Brindisi, per sempre terra di sviluppo sostenibile, contribuirà allo sviluppo della Nazione attraverso la propria crescita e non più attraverso il proprio asservimento.
Michele Errico
Presidente dell'Amministrazione Provinciale di Brindisi
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